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17.3.17

Volpi e Pirati

Quello che sai fare non basta mai. E allora, come già ho avuto occasione di dire, bisogna mettersi lì a sperimentare cose nuove. Percorsi alternativi che possano portare verso altre direzioni. Cose sulle quali magari non avresti mai immaginato di fantasticare. E invece perché no? Basta che ti ci diverti. E allora ecco un apprendista pirata e una volpe fosforenscente.
Colorare senza usare il tratto è stata (ed è) un'esperienza del tutto nuova e ho dovuto apprendere certe tecniche con calma e parsimonia. Per tutto il resto, sono bastati carta, matita, tavoletta grafica e Photoshop.
E, ovviamente, le mani.


17.2.17

Mai rubare la barba in barba a un barbaro

Altra veloce sperimentazione, altro stile, altra corsa (chi si ferma è perduto). Conan il barbaro (molto poco barbaro, a dire il vero), disegnato a mano e colorato con i carboncini in photoshop.

13.2.17

Bluesman (prove varie, da Manga Studio a Photoshop senza ritorno)

Sarò molto breve perché in questo periodo sono parecchio preso. Tra una cosa e l'altra sto provando diversi software e stili di disegno che mi consentano di capire se posso prendere o meno certe direzioni.
Sto scoprendo pian piano Manga Studio (noto anche come Clip Studio Paint) e devo dire di essere parecchio soddisfatto da utility e skills che ti mette a disposizione. Tra tutti la possibilità di disegnare su un livello vettoriale e i pennelli a china personalizzabili (compreso il grado di correzione automatico che applica rallentando il tratto nello stesso momento in cui disegni). Vorrei poterti spiegare qualcosa in più di Manga Studio, ma non ho tempo. E in ogni caso tante cose le ho apprese proprio grazie ai tutorial che ha pazientemente realizzato Patrizia Mandanici sul suo blog QUI.


A scendere nei particolari, insomma, la resa nel tratto è notevole (vedi l'immagine qui sopra). Al di là delle proprie capacità, la resa finale di un disegno fatto con Manga Studio, quindi, si avvicina molto a quello che potresti realizzare su carta con matite e pennelli. Ecco qui sotto, ad esempio, la mia prima sperimentazione per intero con il software in questione:


Poi non contento (ovviamente) ho importato il tutto in Photoshop per dare un tocco di colore (ma come diavolo si fà ad esportare un livello vettoriale in EPS o in AI? Mistero!!!). Una cosa che doveva durare un'oretta al massimo e che invece mi ha portato via intere serate. Sono stato costretto a staccarmi a forza dalla fase di colorazione che stava andando avanti all'infinito. Un problema tutto mio, mi rendo conto, dettato soprattutto dal fatto di essere eternamente insoddisfatto delle cose che faccio.
E infatti la versione a colori "normale" qui sotto, non è che mi faccia impazzire particolarmente. Quella più sotto con le tonalità solo in blu, invece, devo dire che mi aggrada abbastanza (click for enlarge, please).


30.1.17

Provector di caràcter desàin

Prove e provini, esperimenti di stile tirati via, per lavori di character design che la mia capa tosta mi sta obbligando a fare. Qui solo vettori. Una Wacom Intuos e Illustrator, insomma, bastano e avanzano. Qui sotto i risultati...



...e qui sotto ancora il work in progress in una gif animata. Perché il potere è nulla senza controllo, visto che sto cercando di fare luce sulle funzioni chiave di After Effect (perché nella vita non basta mai quello che sai già fare) e quella luce non l'ho ancora vista, per giocare con certe cose per ora deve bastarmi la finestra "Animazione" di Photoshop.


16.10.15

Disegnetti: ooooohh, Tony


Altre prove a casaccio con la Intuos CTH-680. E' un po' di tempo che sono fermo su Sketchbook Pro. Per quanto preimpostati, ci si può solo innamorare dei pennelli a disposizione e della loro flessibilità. Ecco quindi uno di quelli più interessanti, un pennello dinamico dal tratto volutamente irregolare e traballante con un largo margine tra gli spessori (da fine a spesso), a seconda della pressione esercitata con la penna.
Si, è una cosa che fanno tutti i pennelli, ma il divario tra gli spessori (comunque personalizzabile) di questo in particolare, ti dà l'impressione di avere realmente un pennello tra le dita.

Per sperimentare su una serie di ritratti ho scelto un soggetto a caso, Tony Soprano (ma guarda un po'). La varietà di espresioni del buon James Gandolfini ben si prestava. Il risultato finale è qualcosa che in realtà non mi serve a granché, macchissenefrega? Mi sono divertito una mezz'ora.



28.9.15

Polpodelfino (Sketchbook Pro + Photoshop)

Le mie sperimentazioni con la Wacom Intuos procedono spedite. Dopo un po' di esercizio per cercare di riprendere confidenza col pennino, mi sono lanciato in qualcosa di più "definito". Accantonato temporaneamente ArtRage (me lo ricordavo molto più completo), sono tornato su Sketchbook Pro.

La release di casa Autodesk raccoglie una serie di pennelli standard che rispetto a Photoshop sono più definiti e meglio settati e offre soluzioni immediate che con altri software di disegno devi costruirti da solo (anche se non l'ho usata, è cosa buona la guida per evitare tratti tremolanti).
Tenendo conto del prezzo di mercato (70 euro per la versione 7 che come novità include anche l'inserimento della gabbia prospettica), direi che assolve pienamente alle esigenze di chi fa illustrazione o storyboard.


Discorso diverso per la colorazione. Per quanto gli strumenti non manchino, la possibilità di lavorare dettagliatamente su selezioni e singoli livelli rimane abbastanza limitata. Quindi, dopo aver salvato il mio disegno in tiff, sono passato a Photoshop per una colorazione un pochino più "accorta".
Non sono un colorista, né un convinto sostenitore della colorazione troppo elaborata, ma devo ammettere che il risultato finale mi garba abbastanza.

21.9.15

prova prova disegnetti #2: Docta Hùùù

Altro esperimentino senza nulla pretendere. Il buon Dottore inforca i suoi occhialini 3D (non si sa bene per fare cosa), nel doppio episodio finale della seconda stagione. Con photoshop, disegnino a matita veloce, colorazione con i miei personali pennelli ad acquerello digitali.
Risultato: il tratto un po' troppo rapido lo fanno sembrare un disegnino venuto fuori da qualche rigida lezioncina da storyboardista (e qui la mia formazione grafica non aiuta). Ma tenendo conto che ho fatto tutto in una ventina di minuti scarsi, direi che le mie prove su tavoletta grafica procedono spedite.


18.9.15

Di prove e disegnetti vari su una Wacom Intuos CTH-680 pen&touch


Ecco qui. Alla fine è successo. Nell'era del touchscreen e di mille altre risorse per grafici e disegnatori (Cintiq, Windows Surface, Lenovo...) io ho deciso invece di acquistato una Intuos CTH-680, la tavoletta pen&touch della Wacom formato medio (22,2x27,5 cm). Ne ho approfittato anche perché un anno fa, questo aggeggino sfiorava la bellezza di 220 euro. Oggi, proprio per via degli strumenti di cui sopra, le tavolette si vendono molto meno e i prezzi si sono abbassati. Oggi te la porti a casa con 149 euro.

Erano appunto mesi che dicevo di volerla comprare. Ma soprattutto erano anni che non mettevo mano su una tavoletta. Parecchi (troppi) anni.
E quindi sono tornato a casa, ho spacchettato il mio bel regalo, l'ho collegato al pc e ho cominciato a disegnare. E da lì non mi sono più mosso.

Qui sotto ti mostro i miei primissimi esperimenti.


Ho lavorato con Photoshop su un foglio dimensione A4 in quadricromia e a 300dpi. Photoshop non è l'ideale per una inchiostrazione vera e propria (per quella dovresti lavorare su un documento bitmap a 1200dpi almeno), ma come sai, è ottimo per tutto il resto. Soprattutto per sperimentare con i colori (ovviamente).
E quindi ho caricato dei vecchi pennelli che mi ero costruito anni fa con le mie sante manine e ho simulato diverse soluzioni: acquerelli, acrilici, pastelli a legno. Un po' di tutto nello stesso foglio, insomma. Niente di serio, come puoi vedere. Mi devo prima sciogliere un po'.

Il risultato è carino, tenendo conto che per la prima mezz'ora almeno la mano mi tremava come una foglia. La tavoletta risponde a meraviglia, anche se mi aspettavo qualcosina in più come livelli di pressione della penna e come velocità di esecuzione nelle gesture (inclinazione foglio e zoom).
In ogni caso ora si continua a sperimentare. Passerò anche per altri software come ArtRage o Sketchbook e magari, alla fine, prenderò anche Manga Studio, che non si sa mai.

Insomma, è tornato il tempo di disegnare. E probabilmente questa cosa dovrà prendere anche una piega professionale, a breve. O così si spera, insomma.




30.4.15

Dagli scarabocchi alle favole, per amore dei figli


Quelli che vedi qui sopra e qui sotto, sono le prime avvisaglie grafiche di mio figlio Teo risalenti a qualche tempo fa. Le prime realizzate con un baluginio di coscienza, intendo. Li ha fatti sulla sua lavagnetta, con un gessetto bianco e tanta simpatia.

Sarò di parte io (sai come funziona, no? I figli so' piezz 'e core), ma in questi disegnini ci ho visto molto più di quanto in effetti dovrebbe esserci: personaggi di profilo e di tre quarti, un genuino abbozzo di anatomia dettata dalla sola memoria visiva e un segno graffiato e stilizzato assolutamente funzionale nell'economia dei vari figurini. Insomma, oh, sono rimasto a fissarli per ore cercando di capire dove si ponesse davvero quel genuino senso compositivo che ne veniva fuori.





Allora cos'ho fatto? Li ho fotografati e li ho riportati in bianco e nero secco con photoshop. Poi con illustrator li ho ridisegnati sommariamente, muovendone braccia, gambe e aggiungendo una certa gamma di espressioni. A quel punto era già chiaro cosa avessi davvero in testa.
Alla fine è venuto fuori un 28 pagine, compresa copertina, che ho stampato e rilegato a mano con due punti metallici (poi mi parlano di self publishing nei fumetti. Tzé!). Dentro c'è una storia pensata per Teo, ma soprattutto realizzata tenendo conto di come l'avrebbe pensata lui (e da qui il titolo "Teo e il Mistero della Maggica Spatà").

Il punto più interessante di tutta la faccenda è che l'esperimento sembra pienamente riuscito. La prima volta che ha visto i disegni, Teo è rimasto a bocca aperta cercando di capire come fosse possibile che i suoi personaggi avessero preso vita. E la storia gli è piaciuta talmente tanto che se la fa leggere tutte le sere (ormai la recita a memoria, parola per parola). Se posso dirti, insomma, alla fine mi ci sono divertito anch'io, nonostante non abbia potuto infarcire il tutto con sangue, morti e polvere da sparo. E la cosa si è rivelata anche parecchio "istruttiva", facendomi riflettere su tutta una serie di nuove strade alternative (e per me inedite) che potrei percorrere.

Qui sotto ti piazzo la copertina e il disegnino che appare in quarta (sui quali mi sono sbizzarrito un po' di più, grazie al colore) e qualche pagina interna in bianco e nero, senza parole.








18.9.13

Donato Giancola - The Mechanic Oil Painting


Donato Giancola, illustratore decorato da un Chesley Award, mette a nudo le proprie tecniche pittoriche in un doppio dvd di cinque ore prodotto dalla Massive Black. Sotto esame una delle sue opere spaziali dal titolo The Mechanic, che ha "confezionato" in soli tre giorni nel suo studio di Brooklyn. Un documento interessante dove l'artista non ha paura di svelare i propri trucchi e mostrare il proprio grande talento.
"Donato mostra il suo approccio ai modelli fotografici di riferimento, usati per rendere il grado di realismo e di dettaglio sin dal layout. Lavora sul disegno preliminare e i metodi di montaggio, poi sulla stesura con le pitture ad olio e gli smalti, la teoria dei colori, piccoli e delicati trucchi sulla ritrattistica e sulla realizzazione degli effetti e della resa delle superfici metalliche. Donato racconta in modo generoso i suoi anni di esperienza e invita chi guarda ad andare sempre oltre i propri risultati.
Stiamo parlando di un professionista del realismo, per quanto i suoi lavori affrontino temi e tecniche diverse. Questo tipo di (iper)realismo può piacerti o meno (a me piace meno, come ti ho detto qualche post fa), ma è innegabile il grandioso lavoro che c'è dietro. E pure davanti, a dire il vero.
Qui trovi la sterminata produzione dell'artista sul suo sito ufficiale, mentre qui puoi acquistare il DVD nel caso ti interessi.

14.9.11

Un po' cavaliere e un po' oscuro

Mettiamola così, se la DC Comics mi dovesse chiedere di disegnare un Batman mentre, al lavoro, attendo l'approvazione per una campagna stampa (tempo 10 minuti, isomma), il risultato finale sarebbe una cosa simile a quello qui sotto, ma senza i colori (che per quelli ce ne sono voluti anche 20, di minuti).


Immagino la telefonata personale di Dan Di Dio (che già uno che si chiama così, vuoi davvero dargli credito?) che mi chiede questa cosa in occasione del rilancio di tutte le testate DC. Che poi diciamoci la verità, la questione del rilancio, del Superman prima vestito con un jeans e 'na maglietta e poi in armatura, del Batman ventenne, delle storie di ventidue pagine che leggi in tre minuti e del fatto che ti devi dimenticare di una continuity lunga cinquant'anni e passa, a me sta proprio sulle palle. E meno male che non leggo fumetti di supereroi da almeno sei mesi.

12.7.11

Preuves de folìe

Che per carità, con la penna e col foglio non mi voglio mai far mancare niente. Sarebbe inpensabile afferrare una bic e tirare solo qualche linea.

7.6.11

Stati mentali

Così. Sempre per la storia che ogni tanto ho bisogno di disegnare.
Che poi, in realtà, rappresenta in modo corretto e ortodosso il mio stato mentale attuale.
Più o meno, dico.


28.3.11

Domande a fumetti

Che poi subito dopo aver lavorato a delle illustrazioni in vettoriale, mi viene voglia di mettermi a disegnare. E allora arrivano questi disegnini e, l'ho capito da un po' di tempo, non ne posso proprio fare a meno. Ritornano sempre i soliti irrisolti, però. Ho provato con risultati altalenanti gli staedler, la penna pennello della Pentel e pure il pennino a china. Mi rimane da acquistare il pennino con serbatoio interno e provare i pennellini e poi sarei a posto.

Ma, alla fin fine, nascono sempre allo stesso modo. Prima un bozzetto con una penna bic su foglio uso mano...

...e poi il ripasso definitivo con la Pentel su cartoncino.






Ma se avessi davvero voglia di dedicarmi al fumetto? Se me ne fregassi del tempo che dovrei metterci per finire una tavola (visti anche tutti gli altri inderogabili impegni)? E se me ne fregassi pure di dover prendere davvero due lire per un lavoro che porta spossatezza e soddisfazione allo stesso modo? Resterebbe solo la gloria? Ma la gloria di cosa?
Eppure sarebbe comunque una fantastica avventura, presumo.

E se si trattasse solo della paura della sconfitta? Disegno da quando avevo dodici anni e non ho mai smesso. I professori si lamentavano con i miei perchè ok, andava benino, ma questa cosa di riempire tutti i banchi con i miei disegnini (con i miei sogni, in realtà) non andava bene a nessuno. Tranne alla mia insegnante di educazione artistica delle scuole medie, Dio la abbia in gloria.
Leggo fumetti più o meno dallo stesso tempo e ho sempre pensato che un giorno avrei voluto vivere questa incredibile passione anche come protagonista. Non da diventare famoso, questo no. Solo disegnare cose delle quali compiacermi e delle quali essere fiero. Poi cominci a lavorare e ti sobbarchi un mutuo sulle spalle e scopri che, Dio, forse il tempo dei sogni sta per finire. Che forse non è solo una questione di volontà, ma anche e soprattutto di capacità e anche di occasioni.

Ti ritrovi a pensare che forse se fossi stato davvero capace, a quest'ora staresti facendo tutt'altro, invece di lustrare le scarpe al mondo della pubblicità.

Appagare il proprio io. Essere compiaciuti di sé stessi. Essere realizzati. Alla fin fine solo di questo si tratta, no? Della battaglia più dura dall'alba dei tempi.
Ma che se ti guardi bene intorno, stanno comunque accadendo della cose bellissime e il problema passa in secondo piano. Ma solo per poco. Poi, col tempo, si ripropone. Come i peperoni a cena.

3.3.11

Una piccola visione bellica


Sono entrato in trance con una bic nera e un foglio di carta bianco. E ho avuto una strana, onirica visione bellica.

17.1.11

I mostri nella testa

Era anche un po' di tempo, che non postavo un mio disegnino. Non che non stia disegnando, in questo periodo. Ma per lo più sto cercando di lavorare con la testa. E spero di poter arrivare a breve a qualcosa di più concreto. Ma nei momenti liberi la testa ti si riempie continuamente di mostri, no?

15.12.10

Una storia qualsiasi...

Ho già avuto modo in passato di parlare di Verticalismi, un sito che raccoglie una fucina amatoriale di sperimentatori del fumetto che adattano, proprio al formato verticale, il proprio estro grafico e narrativo. E ho avuto modo di parlare anche di Conversazioni sul fumetto che, invece, è un blog curato da Andrea Queirolo (ma non solo) e divenuto con il tempo un appuntamento imprescindibile per chi ama il fumetto e gli autori di un certo tipo, con approfondimenti davvero degni di nota.



Ed è con gustoso piacere che mi sono ritrovato a collaborare con queste due realtà per la realizzazione di una striscia a fumetti (della quale vi avevo dato una piccola anticipazione quattro post più sotto) che è stata appunto pubblicata su entrambi i siti. Una collaborazione che, mi auguro, possa ripetersi in futuro, in un modo o nell'altro.



Un mio grazie molto particolare va quindi proprio ad Andrea Queirolo e a Mirko Oliveri (uno dei promotori dello staff di Verticalismi) per aver creduto che la mia piccola prova, potesse ben incorniciare questa loro prima collaborazione e per avermi ben collocato nelle loro rispettive fantastiche vetrine. Sulla striscia in sè, poco o nulla ho da aggiungere. Una storia qualsiasi (questo è il titolo) è solo una piccola sperimentazione metafumettistica che celebra i generi dell'avventura, un racconto in loop in sole tredici vignette farcite di divertiti omaggi e citazioni, realizzate con nessuna particolare pretesa.




La storia completa potete leggerla presso questi link:
Su
Verticalismi | Su Conversazioni sul Fumetto

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