30.12.10

Pantone 18-2120 Honeysuckle


Come tutti gli anni a dicembre, Pantone annuncia un colore dedicato all'anno che verrà. Mentre nel 2010 era toccato al 15-5519 Turquoise, per il 2011 ha previsto invece che il 18-2120 Honeysuckle, un "rosso caprifoglio" che l'azienda definisce dalle tonalità vibranti ed energetiche, sarà uno dei colori predominanti in diversi settori di produzione, dalla moda alla cosmetica, dal mercato auto al design.

29.12.10

Willard Wigan

Qui siamo a livelli mai esplorati prima. Willard Wigan si diverte a realizzare sculture di una grandezza infinitesimale. Opera sotto il microscopio con un bisturi che si è fatto costruire apposta e con questo intaglia chicchi di riso o grano e granelli di zucchero o sabbia. Poi li assembla all'interno della cruna di un ago o sulla testa di un chiodo e con uno speciale pennello composto da un pelo di mosca (non le uccide lui, le cerca già morte) dipinge le sue opere. Se ve lo state chiedendo, no, non è uno scherzo. Quest'uomo esiste davvero.






Willard Wigan ha sofferto in passato di gravissimi problemi di dislessia e ancora oggi non sa né leggere né scrivere e anche per questo si è da sempre dedicato a questa atipica pratica scultorea, come volesse dare estrema importanza alle cose più piccole della vita. Le sculture di Wigan sono poi diventate con il tempo più complesse e minuscole richiedendo a volte, da parte del suo autore, un lavoro che si è protratto fino alle ventidue ore filate. Niente male, non c'è che dire.

Qui potete trovare il suo sito ufficiale, mentre qui è disponibile una ricca galleria con molte delle nanosculture realizzate. Inoltre vi riporto qui sotto un video con un servizio che la ABCnews
ha dedicato al suo metodo di lavoro.

28.12.10

Matthew Cusick

Il Post e la sua immancabile photogallery questa volta mi mette a conoscenza del fatto che esiste un tale Matthew Cusick che vive e lavora a Dallas, in Texas, che tra le altre cose realizza immagini utilizzando solo cartine e mappe. Tipo queste:









Questa serie di lavori si chiama appunto Map Works, ma naturalmente l'autore non si limita a questo progetto e sul suo sito ufficiale c'è anche tutto il resto. Tra cui un'altra interessante serie di quadri (raccolti sotto il nome di Happy Ending) realizzati con la tecnica del collage:





27.12.10

Avarat



Lo dico subito così ci togliamo il pensiero. No, non ho ancora visto Avatar. Quello vero, intendo. Quello che Cameron ci ha messo tipo quindici anni per portare a termine. Non ci sono riuscito ad andare al cinema perchè il piatto mi sapeva già di freddo. Quando il film è uscito sembrava che chi non fosse corso a vederlo sarebbe stato destinato ad una vita di tormenti. Per non parlare delle continue voci che dimostravano che il film sembrava pescare a piene mani in rimandi e "citazioni", nemmeno troppo velate, dalla letteratura sci-fi degli anni '50 e '60 (della quale sono stato accanito lettore) e altre curiose affinità (tra le più curiose in assoluto, questa con il cartone Aida degli Alberi prodotto dalla Lanterna Magica, distribuito nelle sale nel lontano 2001). Insomma, un po' di cose mi avevano indispettito e ho preferito rimandare la visione a data da destinarsi. Quindi lo vedrò poi senza gli artifici del 3D che vanno tanto di moda ora e per i quali questo film è stato creato.


Ma a parte tutto, quello che volevo sottolineare è che Leonardo Ortolani NON ha perso un'altra occasione. Ancora una volta si è dimostrato puntuale sul pezzo. Quando tutti si lambiccano il cervello alla ricerca dell'idea che cambi la propria vita o le sorti dell'editoria a fumetti (sic!), Ortolani ne tira fuori una buona e semplice sfruttando l'onda come faceva Bodhi in Point Break. Tira fuori dal cilindro Avarat e si accaparra di nuovo i favori di tutti. Qualcuno potrà obiettare che lui ha i mezzi. Io però potrei ribadire che i mezzi, quest'uomo, se li è davvero guadagnati con il tempo.


Esce Avatar in 3D? Lui lo riscrive e ci fa un fumetto, in 3D anche quello, allegando ai due volumi degli occhialini in plastica. Una cosa così semplice che a tanti altri non sarebbe mai venuta in mente. Ma il lavoro di Ortolani non si limita ad una parodia. Va oltre e lo fa bene sfruttando appieno i mezzi che ha a disposizione. Primo su tutti, naturalmente, quell'ironia che lo ha reso celebre. Ma non si risparmia per nulla e si reinventa un finalone che è un messaggio e una citazione che abbraccia vent'anni di cinema (e la sua opinione finale non sembra poi troppo diversa dalla mia riportata sopra). Lo fa con amore, ma con il dito alzato (l'indice). Redarguisce chi legge e lo mette sull'avviso. Insomma, Ortolani è come il cuneo di plastica che si infila sotto le porte per evitare che si chiudano.


Non oso pensare a quante copie abbia venduto questa volta. Tra gli appassionati del film, i soliti fan del ratto e i semplici curiosi del fumetto in 3D, credo che di numeri ne siano volati. E se è vero quello che si dice nella postfazione del secondo volume, e cioè che Ortolani abbia realizzato tutte le tavole in una ventina di giorni (con una tecnica di divisione a livelli nemmeno tanto facile da rispettare), allora poco o nulla si può aggiungere a quanto già detto. Ortolani è un genio. E non vedo l'ora di leggere altre sue storie. Magari slegate dal suo personaggio principe.

Il signore in questione ha centrato in pieno il bersaglio.
Di nuovo.

25.12.10

E comunque buone feste

Rilassatevi, se potete.

23.12.10

The Art of Tim Burton

La gioia per gli occhi, adesso ha un prezzo. L'Artwork definitivo di Tim Burton: 1000 illustrazioni per 430 pagine a 70 dollari.












C'è da aggiungere altro?
Si! Che potete
acquistare il libro in questione qui. E che recentemente, il Grande Tim, ha dato una svecchiata al suo sito ufficiale al quale vale la pena dare più di qualche occhiata.

21.12.10

Cose belle dal dopo Lucca

Dopo Lucca di quest'anno, sembrava dovessero venire fuori centinaia di novità a fumetti. Qualche volume ha fatto capolino sugli scaffali delle librerie, qualcuno è stato distribuito in ritardo, qualcun'altro non è ancora stato stampato, di qualcun'altro ancora si sono perse definitivamente le tracce. Ciò non toglie che di novità, appunto, ce ne sono state. Di cose ne ho già lette e ho avuto occasione di rifletterci a caldo e a freddo. Come nella migliore tradizione nerd, vado ad elencare quelli che mi hanno lasciato qualcosa sulla pelle:

Il Brigante Grossi e la sua miserabile banda di Michele Petrucci
Tunué - 117x24 cm, 112 pagine a colori, 14,50 euro


Macanudo vol. 3 di Liniers
Double Shot - 22x22 cm, 96 pagine a colori, 13,90 euro


Garibaldi di Tuono Pettinato
Rizzoli/Lizard - 17x24 cm, 120 pagine a colori, 16 euro


Il Piccolo Principe di Joann Sfar
Bompiani - 112 pagine a colori, 14,90 euro


Cerebus - Alta Società di Dave Sim
Black Velvet - 16,5x24 cm, 520 pagine in b/n, 30 euro


Red Rocket 7 di Mike Allred
Bao Publishing - 18x18 cm, 208 pagine a colori, 17 euro


Avarat #1-2 di Leo Ortolani
Panini Comics - 29X19 cm, 48 pagine in b/n (cad.), 6 euro (cad.)




Vi dico subito che questa è tutta roba buona, anche se non ho ancora letto il volumone di Cerebus verso il quale, non so perchè, nutro una sorta di strano timore reverenziale. Che i colori di Michele Petrucci sono incantevoli, che io e mia moglie non possiamo più fare a meno di Liniers e di Macanudo, che Tuono Pettinato mi ha fatto ridere, che Sfar è il solito genio (avrei voluto parlare anche del suo Klezmer uscito però un bel po' di mesi fa), che Ortolani non si lascia sfuggire nessuna occasione buona e che Red Rocket 7 è, senza timore di smentita, un autentico capolavoro come non ne leggevo da anni. Di alcuni di questi parlerò a breve più approfonditamente. Ma intanto ecco quelli che, per un motivo o per l'altro, sto ancora aspettando:

Maicol & Mirco Show di Maicol e Mirco
GRRRzetic - 200 pagine in b/n e colori, 20 euro


Luigi va a sciare di Guy Delisle
Renoir Comics -22x29 cm, 48 pagine a colori, 9 euro


Napoli, sguardi d'autore di Alfred, Simon, Sapin, Vivès
Tunué - 117x24 cm, 112 pagine a colori, 14,50 euro


La storia del Capitano Quijote Patchwork
di Stefano Benni e Spartaco Ripa
001 Edizioni - 17x24 cm, 64 pagine a colori, 12 euro


Speriamo bene.

20.12.10

No Love for Street Fighters

Trovo poetica e struggente la serie di omaggi No Love for Street Fighters firmata da Bastien Vives. E' nota la passione che questo autore nutre per i personaggi della celebre saga di videogiochi firmata Capcom, ma il suo lavoro di reinterpretazione sfiora la poesia, nonostante i characters in questione.
Pregevole la decontestualizzazione che l'autore opera rivedendo, e in alcuni casi ripensando totalmente, i suddetti characters vestendoli come fossero modelli e riducendone al minimo la natura violenta e la loro componente prettamente videoludica.
Mi hanno molto colpito queste sue illustrazioni. Ho imparato ad apprezzare Bastien Vives e i suoi tempi narrativi nelle sue personalissime vignette verticali, nei suoi racconti brevi e nei suoi graphic novel. E' incredibile la sua versatilità di segno e di come riesca a piegarlo e mutarlo a seconda delle esigenze. E quanto la componente colore sia essenziale ed espressiva ai fini del risultato finale. Dopo Il Gusto del Cloro, è proprio di questi giorni l'uscita del suo secondo graphic novel (sempre per i tipi della Black Velvet) intitolato Nei Miei Occhi. Come il primo, non me lo perderò di sicuro.

17.12.10

Dei diciottenni e dei loro sogni di marketing


In seguito ad un'indagine dell'AlmaLaurea, sembra che sette studenti su dieci (il 73%, a voler essere precisi), si dicano interessati a lavorare in futuro nell'area marketing, della comunicazione e delle pubbliche relazioni. Senza però essere adeguatamente preparati e senza sapere che la richiesta di questo specifico mercato professionale, non risponde a tutta questa domanda. Nemmeno in parte. E vorrei ben vedere. Mentre invece i settori di amministrazione e contabilità, di assistenza tecnica, di finanza, quello legale e quello dei sistemi informativi (che sembrano offrire più prospettive solide rispetto a quelle ben più aleatorie del settore marketing, appunto) creano fastidi e poco interesse in almeno un terzo del campione.

Tanti cercano soprattutto la stabilità e la sicurezza. E fin qui non ci piove. Molti mettono in primo piano l'acquisizione di professionalità rispetto alla possibilità di guadagno, prestano attenzione alla possibilità di carriera e mostrano attenzione crescente all'indipendenza e all'autonomia. E anche fin qui non ci piove.
Anzi, mi sentirei di felicitarmi con loro.


Poi, però, si dice anche che quasi quattro ragazzi su dieci pensano che l'impiego, che si intraprenderà durante la vita, debba rispondere a interessi culturali e che debba avere una qualche utilità sociale. E allora non mi ci ritrovo più. Se quattro su dieci cercano nel proprio lavoro una qualche utilità sociale (o anche degli interessi culturali), come mai poi, di quegli stessi dieci, sette vogliono dedicarsi all'area marketing?

Credo che in giro, di merda, se ne produca già abbastanza. E francamente, anche lavorandoci in mezzo, in questo settore non ci vedo nessuna utilità sociale.

Sicuri di non fraintendere? Sicuri di capire bene di cosa si parla, quando parliamo di marketing (aziendale e non) e di comunicazione? Sicuri di non aver preso un abbaglio esattamente come l'avevo preso io alla vostra età (e anche prima)?

Se smetteste di guardare Mad Men (che non è neanche una brutta serie) e vi dedicaste ad altro, non vi biasimerei. Anche perchè (mi viene da ridere) potreste essere davvero dei geni della comunicazione e del marketing ma ritrovarvi domani a pensare a come posizionare sul mercato un rasoio a tre lame. Che bello. A tutti gli altri geni, faccio il mio in bocca al lupo più sincero (e non scherzo).

L'intero articolo apparso su La Repubblica, lo trovate qui.

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