4.2.15

Ave, Capone


L'ultima cosa che ho letto di Ade Capone è stato un Maxi Zagor di qualche annetto fa. So dei suoi ultimi, vecchi progetti con la Star (con Trigger) o delle recenti ristampe della Cosmo (Erinni, Kor-One e Requiem), ma nonostante ne abbia perso le tracce, sono profondamente dispiaciuto della sua scomparsa.

Prima di tutto perché andarsene a cinquantasette anni è sempre un po' così. E poi perché gli devo in ogni caso parecchie orette di svago. E non è poco. Parlo di Lazarus Ledd, ovviamente, per il quale nutro un buon ricordo e di cui conservo in un angolino i primi cento e fischia numeri, più vari speciali, il numero zero (firmato da lui con un uniposca argentato a punta fine) e gli "Speciali Lucca", albetti spillati a tiratura limitata.

In questa, e in altre due scatole come questa, dovrebbe esserci tutto.

Lazarus Ledd mi riporta per forza di cose ai primi anni '90. All'epoca, con una certa prepotenza, la serie si affermò sul mercato come una delle pochissime alternative alle proposte Bonelli. E negli anni ha conquistato anche svariati primati: 1, è stata la serie non-Bonelli più longeva distribuita in edicola (151 numeri + 27 speciali); 2, fu una delle prime serie dichiaratamente "action" senza rientrare in un genere in particolare; 3, ha lanciato una palata di professionisti della matita oggi parecchio noti e 4, mi permetto di aggiungere ironicamente, è stata la prima serie a fumetti non erotica a mostrare un seno femminile in copertina (il numero 135, Il Canto del Cigno).


Ricordo che dopo aver letto il primo numero (il 1992 era sul viale del tramonto), capito che si stava parlando di uno squattrinato tassista con un misterioso passato alle spalle, pensai che finalmente si sarebbero potute leggere storie a fumetti con un protagonista disegnato a tutto tondo, curato in un certo modo e con temi che spaziavano senza troppe regole dal mistery all'horror, dal fantastico alla spy-story. Ma un amore piccolo piccolo era già scattato sin dagli esordi, anche solo grazie a quei notturni newyorkesi malinconici e carichi di pioggia.


Non ero propriamente un fan della scrittura di Capone, questo devo dirlo, ma di sicuro gli si devono riconoscere diversi meriti. Nelle sue storie ha sempre cercato di sdoganare certi tabù che il fumetto seriale italiano aveva paura anche solo di toccare. E ha dato dimensione e corpo ad una serie di interessanti interazioni che fino ad allora nisba, nessuno si era preso la briga di pensare. Lazarus Ledd, nella sua lunga carriera, ha incontrato personaggi letterari (il Lazzaro Sant'Andrea di Andrea G. Pinketts e l'inquisitore Nicolas Eymerich di Valerio Evangelisti), ha spesso strizzato gli occhietti a personaggi di altre case editrici (su tutti: Martin Mystére, Zagor e Mister No) ed era riuscito pure ad ottenere il consenso dalla Ubisoft per un piccolo cross-over con Sam Fisher, personaggio videoludico della serie Splinter Cell, nato dai romanzi omonimi firmati da Tom Clancy. Ade Capone si sbatteva, insomma. E a certe cose, evidentemente, amava pensarci.


Mi sembra di capire che Ade Capone fosse anche un personaggio davvero particolare, però. Personalmente lo ricordo ad una Lucca Comics incazzatissimo con chi aveva lasciato il proprio cane legato con il guinzaglio ad un tubo appena fuori dal padiglione. Oppure quando, in un'altra occasione, dopo avergli mostrato la cover che Roberto De Angelis realizzò per un mio vecchissimo progetto a fumetti, lui, tutto trepidante, mi mostrò invece in anteprima l'originale di una variant che lo stesso disegnatore salernitano aveva appena firmato per Kor-One.
Sembrava un tipo affabile, ma forte di certe convinzioni. L'unico difetto che potrei imputare ai suoi lavori, è una certa retorica dei valori smaccatamente forzata (ma può essere che a ricordarla tale sia solo io).


Nonostante questo è proprio il caso di dire che Ade Capone ha fatto splendidamente il suo tempo, nel senso che è stato sia un importante protagonista del fumetto seriale sia un piccolo, grande pioniere delle fumetterie. C'è da ricordare infatti che la sua etichetta indipendente, la Liberty, divenne presto famosa (il primo numero de Il Potere e la Gloria vendette qualcosa come 15.000 copie. Numeri impensabili, ieri come oggi).

Ho letto da qualche parte che il suo rapporto con la Cosmo si stava consolidando ulteriormente e che a breve sarebbe seguito l'annuncio della pubblicazione dell'ultimissimo numero che avrebbe chiuso per sempre la storia di Lazarus Ledd. Il titolo di lavorazione dell'albo era "The End". Guarda a volte come riesce ad essere ironico e sornione il maledetto destino, eh?
Mi spiace che quell'albo Ade non sia arrivato a vederlo stampato. Mi spiace che, a parte Zagor, non abbia più scritto nulla. Ti dispiacciono sempre un sacco di cose, quando vengono a mancare certi nomi che hanno comunque dato qualcosa alle tue letture di gioventù.

Ave, Capone.
E grazie per quelle ore liete.


P.S.: I più giovani (o i più distratti) che all'epoca hanno mancato l'appuntamento, sappiano che sul blog Lazarusnews lo stesso autore aveva messo a loro disposizione la versione in PDF (gratuita!) con i primissimi numeri della serie.

6 commenti:

La firma cangiante ha detto...

Tristezza infinita come dicevano gli Smashing Pumpkins, tristezza infinita.

Bel post che fa onore all'autore, post che condivido in toto comprese le derive un po' retoriche di alcuni suoi scritti.

Ma quante ore liete grazie ad Ade.

Tristezza infinita.

GiovanniMarchese ha detto...

Ricordo con grande nostalgia la lettura di Lazarus Ledd... avvincente e avventuroso. Capone era uno sceneggiatore popolare, nel senso più nobile del termine. R.I.P.

Debris ha detto...

Anche io sono stato un lettore di Lazarus - e anche di Erinni - per diversi anni...Ieri quando ho visto l'annuncio, bhè semplicemente non volevo crederci, non potevo crederci. Mi piace questo suo ricordo, a partire dal titolo titolo Ave Capone.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Dario:
E' stato un protagonista importante, come dicevo. Al posto giusto e al momento giusto, per quelli della nostra generazione.

@ Giovanni:
Ecco. Forse non avrei saputo dirlo meglio: uno sceneggiatore del fumetto popolare, dove al termine "popolare" gli si deve per forza dare tutta la connotazione positiva possibile.

@ Debris:
Anch'io ho letto le altre sue produzioni. Quelle della Liberty mi piacevano parecchio. E all'epoca erano una bella novità.

CyberLuke ha detto...

Di certo ci ha lasciati troppo presto.
Di lui, conservo stretto QUESTO: solo lui poteva raccontare quella storia, a quel modo.

LUIGI BICCO ha detto...

Lo ricordo, quell'albo. Non immaginavo potesse esserti tanto caro :)
In realtà credo che lui e Pezzali fossero proprio amici e se non erro hanno collaborato poi anche ad altre cose.

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