Dopo Starman Jones, ho deciso di dare pelle ad un altro romanzo di fantascienza, ma meno classico di tanti altri. Un titolo più di nicchia per veri appassionati. Si tratta di Way Station, un romanzo "minore" di Clifford Donald Simak, scrittore e giornalista americano noto soprattutto per i romanzi Ingegneri Cosmici (Cosmic Engineers, 1939), Anni senza fine (City, 1952) e L'anello intorno al sole (Ring around the sun, 1952).
Questo Way Station, tradotto in italiano in La casa dalle finestre nere, è stato stampato l'ultima volta su Urania Collezione #11 nel 2003 ed è talmente di nicchia che se cercate una recensione su google trovate solo la mia, realizzata proprio nel 2003 per il Corriere della Fantascienza. A chi interessa sapere di cosa parli questo romanzo, come e perchè, vi rimando proprio a quella vecchia recensione (qui).
Per tutto il resto, a differenza dell'altra volta, voglio addentrarmi un po' di più nelle mere questioni tecnico grafiche per gli appassionati del settore.
Dunque.
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Per quanto riguarda le gabbie, sulla cover e in quarta ho tenuto un margine di 1,5 cm dal bordo in modo da stare abbastanza largo (tenendo conto del fatto che le dimensioni del libro rispettano una media di 14x21 cm), mentre sul dorso (largo sempre 2 cm) il margine si riduce a 5 mm per lato.
La font utilizzata, come il buon Cyberluke ha sapientemente individuato la scorsa volta nei commenti, è il DIN, sia nella versione regular sia in qella bold. In copertina il nome dell'autore va in testa e sempre allineato a sinistra in corpo 23, mentre il titolo varia a seconda della lunghezza dello stesso. Così come le cinque o sei righe di sinossi sul lato destro per le quali si dovrebbe sempre riuscire a stare tra gli 8 e i 9 punti. Il tutto nella versione bold della font su citata. In basso, il marchio poggia sulla gabbia grafica ed è sempre centrato.
Sulla 4a di copertina la solfa non cambia se non che i due blocchetti di testo (DIN regular da 10 punti) sono sempre separati da uno spazio di 2 cm. Quello sopra riguarda i cenni biografici dell'autore, quello in basso è la sinossi estesa dell'opera. In basso a destra poggia il codice a barre mentre a sinistra, a volte, potrebbe ripetersi il logo della casa editrice.
Gli elementi particolari che dovrebbero contraddistinguere questa collana di classici della fantascienza sono il gioco di motivi geometrici che si rincorrono dalla cover lungo il dorso e poi sulla quarta (in questo caso l'ufo e la relativa scia) e, sul dorso, i sei rettangolini di dimensioni variabili sulla parte bassa che riprendono la palette dei colori utilizzati nel totale dell'impaginato (sei colori non dichiarati ma in semplice quadricromia). Sotto si ripete il logo ma più piccolo (base 1 cm) e sopra autore e titolo della stessa grandezza (14 punti) e stessi colori proposti sulla cover.
7 commenti:
L'idea di usare la scia dell'UFO come elemento grafico mi piace un mucchio.
Ma la font che hai usato mi sembra il Futura, non il DIN.
Era un trabocchetto? ;)
Belle… se mai fonderò una casa editrice so chi chiamare…:)
@ Luca:
Nessun trabocchetto. Sono andato a pescare dal mio ftp la cartella con le immagini vecchie :)
Mi complimento pubblicamente per il tuo occhio di lince a cui nulla può sfuggire. Grazie per la segnalazione, Luca. Ora ho messo quelle giuste.
@ Michele:
Grazie, Michele. Sono a tua disposizione sempre e comunque :)
Fantastico! Quando la copertina giustifica da sola la scelta di un libro.
@ Giovanni:
Troppo gentile, Giovanni. Anche se è esattamente ciò che ci si vorrebbe sentir dire, se si ha la mania di fare copertine :)
Ciao Luigi,
grazie infinite per il tuo sostegno
quella del libro è una bellissima cosa che mi è capitata tra capo e collo e non credo di aver ancora realizzato o di averci ancora capito granchè...
per il momento mi godo la cosa ahah
ps. è un onore per me averti tra i miei follower, spero che la cosa non mi generi troppa ansia ad ogni nuovo post ahah
@ alessandro:
Ci mancherebbe, Alessandro. Il lavoro lo hai portato a termine e da quel poco che ho potuto vedere, lo hai fatto anche bene.
Bravo.
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