3.2.12

Cose fatte e cose da fare

E' venerdì. Il freddo e la noia avanzano. Sta diventando sempre più difficile riuscire ad arrivare al lavoro in orario. La neve sta seppellendo la voglia di fare. Le strade ghiacciate ti costringono ai dieci all'ora in auto. La gente impazzisce e le strade si intasano. Il comune di Torino distribuisce sale nei viali giusto per insaporire l'asfalto. Ma questa situazione è destinata a passare e sono pronto a scommettere che, in fondo in fondo, a me dispiacerà. E io non ho nessuna voglia di cercare immagini, ed ecco quindi, forse per la prima volta su questo blog, un bel post lungo, pieno solo di tante parole che cercano di dare risposta ad una sola domanda:

Cosa ho fatto, cosa sto facendo e cosa farò?

Al di là dei toni smaccatamente tragici, la risposta breve sarebbe: Troppe cose e troppo poche comunque. Ma voglio scendere un po' nei dettagli. Ecco:

Sto cercando di organizzare una serie di lavori legati alla progettazione di libri, che abbiano come unico scopo, solo per ora, quello di realizzare un finto book personale da mostrare in giro. Perchè sono stanco di avere a che fare con persone che ti chiedono cose bizzarre. Sono stanco delle gabbie grafiche fisse e dei numerini sul dorso dei volumi. Ogni libro è una storia a sé.

Un'illustrazione che farà da immagine guida ad una serie di eventi legati ad una grossa multinazionale italiana. Dopo due giorni e tre notti di fila a lavorarci per stare nei tempi, ho lavorato altre tre per cercare di mettere una pezza alle idee del cliente che cambiavano di continuo. Dopo la terza mi sono rifiutato a malincuore di andare avanti, disconoscendo la paternità dell'illustrazione in questione che stava cambiando troppo e assomigliava sempre meno alle cose che faccio e che mi piace fare. Visto che sono stato contattato da loro, mi sembrava il minimo pensare che io fossi stato scelto proprio per via del mio stile. Snaturare il lavoro per il quale ero stato scelto, non mi è andato giù. Abbiamo trovato un compromesso con l'agenzia che sta organizzando gli eventi e le modifiche che sono giunte anche dopo, sono state apportate da loro. Morale della favola, sarò (spero) pagato lo stesso, ma io non posterò nemmeno qui sul blog il risultato finale.

Devo assolutamente richiamare un contatto di Milano che lavora per un noto marchio editoriale. Questa persona mi aveva chiesto delle prove per delle illustrazioni. L'aveva fatto a luglio scorso e io ho rinviato perchè ad agosto io e mia moglie avremmo sfornato un bel bambino. Questa persona me l'ha richiesto a ottobre e io ho rinviato perchè eravamo con gli scatoloni in casa e con un trasloco impellente. Ora è febbraio, non ho più scuse e spero che la persona sia ancora interessata (scusa, Marika).

Devo contattare un paio di editori di Torino e un paio di fuori Torino per proporre dei progetti. Presumo che per loro, come per altri in passato, non se ne voglia sentir parlare di cura editoriale o di qualità del prodotto. E anche con loro dovrò incazzarmi quando mi chiederanno di realizzare delle copertine ma con un disegno come se fosse fatto a matita, come mi è stato già chiesto da un altro grosso editore che ho avuto l'ardire, perdonatemi, di mandare a fare in culo.
Questo non perchè io sia un duro o perchè prediliga strade impopolari, ma perchè ho le spalle coperte. Un lavoro fisso ce l'ho già e se quello che faccio da casa deve diventare un secondo lavoro, preferisco appunto mandare a fare in culo. Grazie. Spero che sia molto, molto chiaro.

Devo cercare di capire, appena possibile, come funziona Society6. Perchè quello dei poster è un discorso che mi è sempre interessato molto.

Continuo a portare avanti con tanto amore questo blog e il mio tumblr (almeno quattro aggiornamenti giornalieri, ma tutti programmati, che mica c'ho tutto 'sto tempo). Aggiorno di volta in volta le mie gallerie su Behance, quelle su Flickr il mio sito ufficiale e il mio profilo LinkedIn. Continuo a rifiutarmi di aprirne uno su Facebook e quando un paio di mesi fa stavo attivandomi anche con Twitter, ho scoperto che in Italia è scoppiata improvvisamente la moda di usarlo e ho fatto marcia indietro.
Una presenza su internet comunque massiccia che nel tempo mi ha portato qualche contatto, ma davvero roba di poco conto. E non so per quanto avrò voglia di continuare.

Ho tirato delle somme. E ho capito che da quando lavoro come illustratore, le persone con le quali ho lavorato meglio, erano quelle di Minimum Fax. Avrei fortemente apprezzato un po' più di sincerità e riguardo da parte loro e meno spocchia e più piedi per terra da chi lavora per loro. Ma non posso lamentarmi troppo. Sono stati il mio trampolino di lancio e sono stati i primi a credere nelle mie cose. A loro, in ogni caso, va la palma d'oro per la professionalità e per la puntualità nei pagamenti.

Quelli con i quali ho avuto maggiore libertà creativa sono stati quelli di Rockerilla Magazine, per il quale ho realizzato una copertina, una campagna pubblicitaria e una serie di t-shirt. Peccato che sia servito a poco o nulla perchè non ho mai visto l'ombra di un soldo. E potevate pure sforzarvi poco poco, eh. E che cazzo! Capita l'antifona, dopo le t-shirt sono sparito nel nulla. E loro nemmeno mi hanno più cercato. Complimenti vivissimi.

Anche con La Stampa - TuttoLibri mi sono sempre trovato bene. Fino a quando però, hanno deciso che era il caso di tagliare le spese superflue. E indovinate un po' cos'hanno tagliato per primi. Bravi. Gli illustratori.

Altra palma d'oro bella spessa per quelli che mi hanno lasciato (e mi lasciano tuttora) fare quello che voglio, a coloro i quali si sono sempre fidati del mio lavoro senza mai un appunto: quelli di Internazionale. Funziona che mi chiamano, mi chiedono un paio di illustrazioni a corredo di un articolo (che mi inviano via mail in anteprima in italiano o in inglese) e mi danno qualche giorno. Io spedisco il tutto a chi di dovere e loro nemmeno mi rispondono. Illustrazioni inviate, illustrazioni stampate. Pagamento senza battere ciglio. Un grazie grosso come una casermone.

Andiamo avanti. Cambiamo genere.

In passato ho scritto fumetti. Nel 2001 ho creato e sceneggiato una serie di ambientazione ottocentesca (titolo: Von Ryan) per le Edizioni Orione di Torino. Per la prima miniserie erano previsti un numero zero più quattro albi. Si arrivò solo fino al numero 2 perchè la casa editrice chiuse i battenti e tutti i suoi membri presero strade diverse. Qualche anno dopo, il grande Alfredo Castelli creò la serie Storie da Altrove dove si trattavano da vicino molte delle tematiche che volevo affrontare in Von Ryan. Ma di questo parlerò poi in un apposito post.

Anni dopo scrissi una sceneggiatura a fumetti intitolata Fiammiferi. Si parlava di otto personaggi di nazionalità diverse, sopravvissuti per miracolo ad un disastro aereo, costretti a vivere su un'isola deserta dove accadevano strane cose (il fantasma di una bambina, un pianista con la testa di alce e altre assurdità varie). La tenni nel cassetto. Un paio di anni dopo esordì la serie Lost di J.J. Abrams.

Tempo dopo scrissi un paio di soggetti per la serie Dampyr. (uno incentrato sulla figura della contessa sanguinaria Elizabeth Bathory, l'altro ispirato a La Maschera di Innsmouth). Inviai il plico direttamente a Mauro Boselli il quale mi chiamò nemmeno una settimana dopo mentre ero al lavoro (che quasi non ci credevo, che fosse lui). Mi fece i complimenti per come erano scritti i soggetti e mi fece qualche appunto. Mi incoraggiò non poco a riprovarci presto, ma tenendo più in considerazione certe tematiche della serie piuttosto che altre. Tutto contento pensai subito a delle nuove storie che non misi mai su carta e con il tempo lasciai perdere. Bravo coglione! Magari adesso stavo facendo altro. E invece no, non so nemmeno io perchè non riprovai. Fose è il caso di farlo ora. E in effetti sto aspettando che un noto personaggio bonelliano sveli meglio il proprio futuro per cercare di scriverne un paio di soggetti.

Poco dopo scrissi una sceneggiatura di una storia, provvisoriamente intitolata The Characters, che riguardava uno scrittore fantasy (che non amava scrivere di fantasy), i suoi spettri e la ricerca di un padre scomparso su una nave misteriosamente mai arrivata a New York. Volevo proporla a qualcuno, tipo alla giovane Tunué o chi per essa. Lasciata nel cassetto per anni. Tempo dopo ho ritrovato molte di quelle idee nella serie Vertigo Unwritten scritta da Mike Carey.

Quante idee. Quante storie. Belle o brutte, sempre idee, sempre storie.

Questo non per dire che sono un imbecille sfigato che ha lui le più grandi idee in circolazione e che gli altri gliele fregano. Ma per sottolineare che le idee sono nell'aria, girano e rigirano sulle nostre teste come avvoltoi. E vince chi le afferra per primo. In effetti sembra che sia più importante cavalcare l'onda che la natura intrinseca stessa della tua idea.

E non sto a parlare di quelle che ho scritto ma che rimangono lì, in una directory qualsiasi del mio hard disk, in una cartellina che ne raccoglie mille altre dai nomi improbabili: Citizen Stone, Lovern Helvs, Marn & Lorem, Manfred Von Richthofen, Orson, Pearls & Coffee, Stanza numero 7, American Garage. Tutte con tanto di documentazione allegata, foto di location, facce di riferimento, mappe geografiche.

E non parlo nemmeno di un romanzo di duecento e passa pagine che ho scritto durante le mie pause pranzo da un'ora e mezzo per un anno intero, tra il 2003 e il 2004. Titolo provvisorio: Un Minuto. Lo finii che ne ero davvero fiero (anche solo per aver portato a termine una missione così monumentale) e continuai a correggerlo fino a creare tre stesure successive.

Oggi mi fa ridere, ma ecco come cominciava:
Ricordo i primi anni settanta e ricordo il primo freddo di ottobre.
Alle cinque di quella mattina la quiete fu improvvisamente stroncata da un colpo d’arma da fuoco. Qualche minuto dopo mia madre entrò di corsa in camera mia e mi alzò di peso dal letto trascinandomi in soggiorno. Nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo e lei mi aveva già infilato alla buona la camicia e i pantaloni che portavo la sera prima.
Dai suoi gesti veloci sembrava essere accaduta una tragedia. Mi stropicciai gli occhi tentando inutilmente di far scomparire i pallini rosa che vedevo ovunque. Dovetti ammettere a me stesso che la situazione cominciava a spaventarmi e quando mia madre se ne accorse si fermò, si piegò sulle ginocchia, poggiò entrambe le mani sulle mie spalle minute e prese a fissarmi.
Mi quietò con lo sguardo e mi disse di stare tranquillo, che non dovevo preoccuparmi. Ma che dovevamo andare via, di corsa.
Afferrò due borsoni da viaggio e prese in braccio anche me. Scendemmo al piano di sotto, giù attraverso il corridoio, la cucina, la porta sul retro. La chevy del ’53, l’orgoglio di mia madre, era lì e sembrava attendere solo noi per partire, finalmente.
Quanti ricordi.

Forse però è ora di smetterla di avere paura.

Di rimboccarsi di nuovo le maniche. Che dite?

Ah. Questo post rimarrà qui fino a martedì. Per settimana prossima vi aspettano poi altre cose: Una divertente disquisizione in tre parti, liberamente tradotta da me da
Come rubare come un artista, un articolo scritto da Austin Kleon, scrittore e autore Texano. E poi una digressione e una riflessione su un paio di generi e sottogeneri letterari sui quali mi è capitato di riflettere dopo la lettura di un ciclo a fumetti di Conan il Barbaro e del primo racconto in ordine cronologico firmato da Robert Erwin Howard. E lì si fa pure un po' di storia della letteratura fantastica. E poi, come al solito, tante Cose buone dal Web, alle quali questo blog vi ha ormai abituati.

Buon fine settimana, gente.

13 commenti:

Stargirl ha detto...

Gran bel blog, complimenti1

GiovanniMarchese ha detto...

Animo Luigi, al tuo confronto mi sento un fallito! Punta al futuro con convinzione e ne vedremo delle belle. In bocca al lupo!

Patrizia Mandanici ha detto...

Mamma mia! Ma quante cosa hai fatto? E quante ne farai....e hai anche famiglia!
Bravissimo, io poi ti faccio un grosso in bocca al lupo per i tuoi progetti fumettistici, mi piacerebbe davvero incrociarti in zona bonelliana...:)

La firma cangiante ha detto...

Un post da invidia. Di cose ne hai fatte tante, questo come minimo dovrebbe alimentare delle speranza. Magari non tutto è andato sempre al meglio ma il talento c'è e te lo puoi spendere.

Piacerebbe anche a me dedicarmi a qualcosa che mi piace veramente, purtroppo non sono riuscito mai a far emergere talenti particolari, dal punto di vista lavorativo sto in questo periodo facendo un passo indietro di più di 5 anni (gli ultimi cinque anni di impegno buttati letteralmente nel cesso), e per la situazione lavorativa/familiare mi vedo bloccato senza via d'uscita.

Andremo avanti credo senza particolari problemi, sarà solo tutto meno soddisfacente.

Una situazione come la tua mi sembra quasi un sogno :)

Comunque se uscisse da qualsiasi parte qualcosa scritta da te io la compro :)

CyberLuke ha detto...

Copio, incollo e leggo più tardi.
Sono offline e bloccato dalla neve da venerdì sera.
Voglio un Hummer con un collegamento satellitare, e lo voglio subito.

Fumettista Esplosivo ha detto...

"Morale della favola, sarò (spero) pagato lo stesso, ma io non posterò nemmeno qui sul blog il risultato finale."

E' sempre un tuo lavoro, no?
Fossi in te lo posterei!^^

LUIGI BICCO ha detto...

@ Stargirl:
Grazie. Per servire voi tutti, lettori occasionali ;)

@ Giovanni:
Non è vero :) Se parliamo di progetti portati a termine, ne hai un bel po' nel paniere. E anche se i tuoi fumetti non sono primi nelle classifiche dei best seller (insieme ai libri di Fabio Volo), sono sicuro che tu ne vada giustamente fiero. Ammiro comunque la costanza di chi, come te, riesce a portare a casa un bel progetto fatto e finito.

@ Patrizia:
Magari! Sarebbe davvero bello lavorare con una disegnatrice del tuo stampo. Chissà. Mai dire mai nella vita. Anche se le mie priorità attualmente sono altre, mi riservo davvero uno spazietto per provarci.

@ Dario:
Di lavoro vero e proprio non ne ho neanche parlato, perchè di passi indietro ne ho fatti davvero troppi. Ma ti dirò: fino ad una decina di anni fa, non mi sarei mai sognato di diventare un illustratore vettoriale. La cosa è maturata lentissimamente e con tanta costanza. Non sono nato con quell'idea in testa insomma. Quindi val sempre la pena tentare una strada. Compreresti qualcosa scritto da me? Ne sei proprio sicuro? No, perchè ho in testa questo cross over tra Tiramolla e gli Youngblood di Liefeld :)
Comunque grazie.

@ Luca:
Addirittura? Non so se valga la pena ritagliarsi del tempo ad hoc per leggere tutto. La neve è arrivata anche lì in modo massiccio, quindi. A Torino stamattina c'erano -12 e nel fine settimana mi si sono pure ghiacciati i tubi dell'acqua calda. Non dico che non debba fare freddo, ma una via di mezzo no?

@ Fabrizio:
>> E' sempre un tuo lavoro, no?
No, appunto :)
Tutto troppo diverso da come avrei portato a termine il compito io. Sia dal punto di vista concettuale sia da quello realizzativo. Non dico sia peggio di altre cose che si vedono in giro, però non è che posso mettermi pure a vantarmene.

ari ha detto...

...sono orgogliosa di te e lo è anche nostro figlio. Ti amo.
Ps. Chiedo scusa a tutti per questo momento di intimità di coppia, ma...quanno ce vò ce vò.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Ari:
Ruffianazza :) Tutte queste cose sono state possibili anche per il supporto morale e la totale incondizionata fiducia riposta nelle mie capacità.
Senza di voi, non ci sarebbero progetti.

Gabriele Russo ha detto...

Sarei curioso di leggere Dampyr, soprattutto se ispirato a Lovecraft!
Per tutto il resto (ciò che fai, che hai fatto e che farai) tanto di cappello.

Oh. C'è sempre qualcosa da imparare su questi blog :)

LUIGI BICCO ha detto...

@ Gabriele:
Qualche numero di Dampyr con tematiche ispirate dallo scrittore di Providence, mi sembra di averlo già incrociato, a dire il vero.

Grazie per il cappello :)

Enrico ha detto...

E 'sti razzi! Mi ero accorto che eri un vulcano di idee ma messe tutte insieme fanno veramente paura...

LUIGI BICCO ha detto...

@ Enrico:
Si, si. Tante tante idee. Ma come dicevo poi alla fine contano sempre e solo quelle che porti a casa fatte e finite.

Bisogna essere più duri, con sé stessi. Magari autoinfliggendosi qualche legnata in più :)

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