C'è che il modo di ascoltare la musica è vertiginosamente cambiato negli ultimi dieci, quindici anni. Niente di nuovo, non è che dovevi arrivare tu, a dirlo. Però questa cosa mi fa incazzare.
Ti ricordi quando hai acquistato la tua prima cassetta originale, ma non che anno fosse o quanto costasse. Soldi che oggi non ti ci compri nemmeno un paio di Tex, probabilmente. E qual era la tua prima cassetta? Questa:
Street Fighting Years dei Simple Minds. E non ti ricordi nemmeno più il perchè, visto che quel gruppo non sarebbe mai più tornato nella tua vita. Non che fosse male, quell'album.
Poi passano gli anni. I tuoi cugini, che hanno qualche anno e qualche soldo in tasca in più, addirittura compravano i vinili. Allora tu gli stavi dietro e li pregavi di fartene una copia in cassetta, che se no svenivi come un pollo. E quando ti dicevano di si, correvi a comprare una TDK da 60 per avere entro sera una copia di questo:
Nothing Like the Sun di Sting. Te lo ricordi bene, quel disco. Perchè da allora non hai mai smesso davvero di ascoltare quel biondino inglese dall'aria fighetta.
Ehi. Forse non è chiaro. Ma stiamo parlando dei miei dieci anni.
Continuiamo.
Il mio primo vinile, quando qualcuno mi ha regalato più soldi del previsto? Questo:
Tugs of Wars di Paul McCartney. E anche di questo, a oggi, ti chiedi il perchè. Anche se non ti sei mai davvero pentito di quell'acquisto.
Passano ancora anni come fossero noccioline. Arriva il cd. Che bello, non devi più nemmeno stare lì a girare il disco o la cassetta nello stereo. Il cd faceva tutto da solo e si sentiva di un bene che non ti potevi immaginare. E allora, dove vivevo io, potevi andare in un negozio di dischi e chiedere una "copia" in cassetta di un album ad un prezzo stracciatino. Solo che il primo cd lo dovevi comprare originale. Almeno uno, no? E allora ecco il mio primo cd acquistato con sangue e sudore:
The Nightfly di Donald Fagen. Ma di questo, il perchè te lo ricordi, visto che è un gran disco che ancora oggi ascolti ogni tanto.
Poi passano tanti anni e tanti cd per le mani, originali e non, perchè intanto con i masterizzatori su pc ci fai faville. Comicia a scemare il concetto di matericità legato alla musica. Il cd originale era l'ultimo baluardo di quel concetto. Lo compravi sudando, rompevi in modo imperituro il suo legame con la sua antipaticissima bustina di cellophane. Lo mettevi nel lettore e mentre lo ascoltavi sfogliavi il booklet, leggevi i testi delle canzoni, guardavi le foto con avidità. E poi lo riascoltavi con più attenzione una seconda, terza volta, fino all'infinito e oltre. Anche solo perchè, ormai, le tue 15 mila lirette le avevi spese.
Poi arrivi alla fine dei '90 a cavallo con i 2000 e senti che tutta la magia sta per finire. Scopri Audiology. Un sito che graficamente si presentava spartano come una schermata qualsiasi di windows 95, con un motore di ricerca interno che tu scrivevi quello che ti serviva e lui ti rimandava ad una lista di brani singoli in MP3. E quelli che ti interessavano, li dovevi spuntare e scaricare uno alla volta, senza poter mettere in coda nulla. Finiva di scaricarne uno e poi potevi procedere con l'altro. Che in una mattinata, se ti andava bene, potevi avere a disposizione i brani di un album intero. Ma che a differenza di quelli che poi arrivarono dopo, su Audiology ci trovavi anche le colonne sonore di vecchi film muti degli anni '20.
Pensavi che più di così proprio non si potesse fare. E sbagliavi alla grande. Tempo una manciata di mesi e arrivarono Napster e Gnutella e tutta una serie di sottosoftware che si ancoravano alle loro reti: LimeWire, Kazaa, WinMX e compagnia cantante (li trovate tutti qui).
Funzionava sempre allo stesso modo. Ricercavi i brani che ti interessavano e scaricavi, ma stavolta li potevi mettere in lista e lasciare che il software lavorasse per te. Anche se non tutti si ancoravano sempre alle reti giuste e per scaricare qualcosa di decente, avresti potuto metterci delle settimana.
E allora un'altra manciata di mesi e arriva la rete E-Donkey alla quale potevano agganciarsi client come E-Mule, Morpheus, Shareaza. E per quelli che avevano la fortuna di avere la banda larga con Fastweb? Li volevamo lasciare fuori solo perchè affossavano la rete? No. Per loro c'era E-Mule Adunanza, per carità. Ora era tutto più veloce e scaricavi quello che volevi. Anche album interi in un file unico zippato con winzip o winrar. E anche film e libri. E un'infinità di virus che te ne facevi per due o tre formattazioni l'anno, se non ci stavi attento.
E più di così, cos'è che andavi trovando? Tu niente, ma ci pensano gli altri per te. Non eravamo ancora soddisfatti. Arrivò la rete BitTorrent con UTorrent, KTorrent, BitTornado, FrostWire. I motori di ricerca, questa volta, erano siti veri e propri e ce ne sono tutt'ora a migliaia (PirateBay è il più celebre). Scaricavi un file corrispettivo alla tua ricerca, lo inserivi nel tuo client e, tempo qualche minuto, avevi quello che ti interessava. E on line cominciavi a trovare le discografie intere per autore. Chi te lo faceva fare di tirare giù solo un brano o un album alla volta? Potevi avere l'intera discografia di Gipo Farassino dalla quale estrapolavi poi solo l'album che ti interessava e tutti gli altri li salvavi sul tuo bell'hard disk ed eri sicuro che non li avresti ascoltati mai più. E intanto accumulavi roba su roba che ti dispiaceva buttare e che non sapevi nemmeno che fine avrebbe fatto domani.
E poi, inutile dirlo, sono arrivati i siti di file hosting. Megaupload, Rapidshare, Mediafire, Filestube e software come JDownloader per la gestione di quei file. E ora puoi scaricare anche film in HD e videogiochi da milioni di tera.
E in tutto questo, il cd giace stanco e assonnato nei negozi ad un prezzo ancora troppo esoso e la cultura dell'oggetto è finita anni fa. Certo non è che tu ci possa fare granchè. Se sei una persona coscienziosa, quanto meno spendi piccole o medie cifre sull'iTunes Store. Ma di cd originali, ormai, ne compri davvero pochi. E pensi che quella magia di stare ad ascoltare musica davanti allo stereo mentre leggi il booklet, è proprio finita. E un po' ti dispiace.
Poi ieri stai a guardare un hard disk multimediale formato mini della Western Digital che tu ci infili le cose dentro e lui fa il resto. Che avere un solo oggetto sotto il televisore che possa gestire tutto quello che ti serve, è il sogno di tutti. Compreso il tuo. E sai che prima o poi tirerai fuori quei soldi per avere quello scatolotto, anche solo per avere la possibilità di ascoltare un album e vedere sullo schermo la cover di quell'album. Si, si, facciamo così, che passa la paura.
Ma poi esci dall'ufficio, fai una capatina in edicola, e mentre stai pagando l'ultimo Rat-Man e il quinto e il sesto volume dei Classici dell'Avventura (dei quali ho parlato qui), l'occhio ti casca in un angolo. Un blister di cartone che decanta una nuova collezione dei migliori album che hanno fatto la storia della musica jazz.
E tu guardi il tuo edicolante di fiducia, Roberto, e gli fai: "un'altra, Robbè? Un'altra raccolta di cd jazz?" che lo sa anche lui che ne fanno una ogni mese. Ma non te lo aspetti il suo sguardo di sottecchi, con l'occhio che si chiude alla Eastwood e che ti dice che stavolta non è la stessa cosa. Che stavolta è diverso. Io mi impanico per quella strana rivelazione, mi avvicino al blister di cartone, lo afferro con due dita a pinzetta e lo tiro via per osservarlo nella sua completezza. E la faccia mi si fa di cartone pure lei e la bocca si apre in una smorfia che non puoi capire. Perchè stavolta è diverso. Stavolta si tratta di questo:
"Dischi in vinile, Ristampe fedeli agli originali nel sound e nella grafica. Il jazz dell'epoca d'oro rivive su VINILE VERGINE da 180 g, riversato, ove possibile, dai TAPE ORIGINALI" questo dice la confezione. E poi guardi il piano dell'opera e ti rendi conto che si tratta davvero dei più grandi album che siano stati concepiti. Per capirlo basterebbe dare uno sguardo anche solo ai primi tre in uscita. Questi:
Come e perchè, se vi interessano, li trovate qui.
E quello che non ti aspetti è che adesso vuoi tornare indietro e l'unico tuo problema è quello di capire come ti devi procurare un giradischi e un amplificatore senza spendere un capitale. Perchè vuoi tornare ad ascoltare quella musica rimanendo vicino allo stereo. E metterti a girare il disco quando uno dei due lati finisce. Perchè la musica bella, QUESTA musica bella, te la devi sudare.
8 commenti:
Bello… li prenderò senz'altro. Che dici del giradischi in offerta?
Il mio giradischi si è rotto l'anno scorso. Ho tentato di ripararlo ma è stato tutto inutile. Comprarne uno nuovo? Forse... ma attaccato alla tv c'ho un macmini che mi fa da mediacenter... e non ho più uno stereo. Dovrei trovare un piatto amplificato, o uno che si interfacci via usb. :/
Comunque... gran bella iniziativa, questa della De Agostini.
@ Michele:
Si dice in giro che quel modello sia un bell'oggettino, anche se soffre un po' delle vibrazioni esterne. Infatti la Rega ha realizzato apposta per questo modello una staffa a muro da 130 euro (O__O), con lo stesso risultato che puoi ottenere con una base lastra di vetro piantata sopra 4 vibrapod (e dove probabilmente spenderesti molto meno).
@ Glauco:
Potresti risolvere con un preamplificatore phono (dovresti cavartela con una cinquantina di euro al massimo) da collegare al macmini, ma ti resterebbe comunque da acquistare un nuovo giradischi :)
Oppure, come proponi tu stesso, un piatto già amplificato. Mi risulta che anche il mercato dell'usato di questo oggetto sia abbastanza florido.
Un piatto con usb? Dicono un gran bene del T90 della Stanton che fa parecchie cosette e non dovrebbe venire a costare più di 150 euro:
hardwaregadget.blogosfere.it/2007/09/t90-il-giradischi-usb-di-stanton.html
E pensare che mio padre ha un residuato bellico della Marantz che, secondo la critica di settore, ancora oggi non ha paragoni :)
Bellissimo post: ispirato.
Che mi ha fatto riafforare alla mente ben più che un ricordo.
Le cassette, che diavolo. A fare le mie compilation ero diventato ormai un maestro. Non facevo seguire semplicemente un brano all'altro, no: dovevano essere realmente compilate come e peggio comandava Nick Hornby nel suo sommo (e irripetuto) Alta Fedeltà.
E i vinili, che mi hanno ricordato il mio periodo di collezionista: più di duecentomila lire per un vinile colorato dei Kraftwerk, anche di più per un bootleg dalla pessima qualità audio.
E la fissa dei 12" coi remix e le "extended full lenght version", spesso fuffa vera e propria, brodo allungato e poco più: sai quanti ne trovi, nei miei scaffali.
I primi cd comprati a caro prezzo, la masterizzazione col Mac che non masterizzava in background e i cd vergini a diecimila lire l'uno.
Poi a tremila lire, poi a mille lire. Poi a un euro, che si sa come ce l'hanno buttato in quel posto.
Poi Napster. E il mio primo iPod, ma prima avevo comprato un costosissimo MiniDisc di cui non mi sono mai innamorato.
la libreria di iTunes che cresceva ad occupare prima qualche centinaia di mega, poi un giga, due giga, dieci giga.
Molta più musica di quanta ne avessi mai avuta. Un overload pericolosissimo, che mi ha fatto perdere di vista la qualità davanti l'incredibile quantità.
Anch'io ho pensato a un ritorno alla "vecchia" fruizione della musica, e ho adocchiato due splendide casse da pavimento che, ogni volta che entro alla Fnac, suonano da Dio e fanno sembrare celestiale pure Eros Ramazzotti.
Il vinile?
Non so, mi sembra l'ennesima mossa per farci ricomprare di nuovo tutto, e stavolta non abbocco.
A meno di non riuscire, un giorno, a percepire realmente la differenza che gli audiofili giurano e spergiurano esista tra un AAC e un supporto analogico.
Me lo auguro.
Musica e tecnologia.
Un'infinita storia d'amore.
sempre ricca di romantiche nostalgie.
Evoluta in nauseante valanga digitale,
impoverita dal peso dell'abbondanza.
Difendersi diventa indispensabile.
Difenderla diventa indispensabile.
Ad ognuno le proprie soluzioni.
Bell'argomento.
E' stato bello passar di quì.
Coincidenze musicali:
The Nightfly di D.Fagen l'avevo in cassetta.
Di Keith Jarret ho Standards, vol.2 in vinile.
@ Luca:
200 mila lire per un disco dei Kraftwerk? Era tempestato di pietre preziose?
A parte gli scherzi, più passa il tempo, più mi voglio organizzare per tornare ad "ascoltare" la musica, invece che "sentirla". Con le moderne tecniche di registrazione, a canali separati, probabilmente il cd vince ancora. Ma sulle vecchie registrazioni, a voglia a rimasterizzare e digitalizzare, il supporto analogico ha ancora parecchio da dire. A patto, naturalmente, che non si vogliano sentire quelle differenze su un album uscito oggi.
Comunque io un piccolo tentativo lo farò. Magari beccherò mazzate, ma voglio provare questa cosa in prima persona.
@ Gripa:
Dici bene: "difendersi diventa indispensabile".
Che gran disco, quello di Donald Fagen, eh?
IL giradischi vale ben la pena di averlo, ma per sentire dischi che non hanno mai conosciuto un riversamento in CD.
@ Marco:
Si, naturalmente si parla di avere le registrazioni originali di ieri, non le (ri)masterizzazioni come si suol fare oggi. Ma è proprio un punto in vantaggio di questa raccolta DeAgostini, che promette copie autentiche dai tape originali. In realtà, poi, sono ancora lì che devo ascoltare il primo. Poi capirò meglio, presumo.
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