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20.9.16

Esatto, una postfazione


Dopo aver segnalato il bellissimo web comic Esatto di Lorenzo Palloni a maggio scorso, il titolo in questione ha trovato la sua giusta collocazione trasformandosi, come mi ero augurato, in uno splendido cigno di carta. Un importante volume quadrato da 192 pagine in bianco e nero, in formato 20x20 centimetri, che raccoglie l'intera serie (pubblicata originariamente, ti ricordo, sul sito del collettivo Mammaiuto). Il tutto all'appetibilissimo prezzo di 15 euro, non uno in più, non uno in meno.


Il fato vuole che Lorenzo, dopo aver letto quelle quattro righe che gli avevo dedicato, abbia chiesto proprio a me di scrivere la postfazione in calce al volume. Ovviamente ho accettato ed è stato effettivamente un gran piacere collaborare a quest'opera, anche solo per un frammento.

La mia postfazione comincia così: 


Puoi comprare il volume direttamente QUI. Di mio posso solo aggiungere che se ti interessa il genere, di sicuro non ti pentirai dell'acquisto.

Infine, colgo occasione per ringraziare Lorenzo che mi ha anche fatto dono (apprezzatissimo) del prezioso volume con tanto di disegno e dedica.

 

25.8.14

Su Fumettologica


Non ho potuto "pubblicizzare" la cosa a dovere perché all'epoca ero già con la testa altrove. In pratica a fine luglio è nata la mia prima collaborazione con Fumettologica (che se hai bisogno che ti spieghi cos'è, vuol dire che sei capitato da queste parti proprio per caso). Si tratta di un articolo, una riflessione, sulla serie a fumetti Saguaro.

Le cose sono andate più o meno in questo modo: tempo fa avevo già scritto qualcosa sull'argomento, chiedendomi perché nessuno parlasse appunto della serie Bonelli firmata da Bruno Enna. Quel vecchio post finisce anche sotto gli occhi di Matteo Stefanelli. Conosco Matteo (solo virtualmente, purtroppo) sin dagli esordi del suo vecchio Fumettologicamente. C'è il fatto insomma che a Matteo quel post piace e che è d'accordo con me su un paio di punti. Quindi ci sentiamo al telefono e mi chiede di implementare il discorso per farne un vero e proprio articolo per Fumettologica e (ruota di pavone) mi apre le porte al sito chiedendomi anche la disponibilità per una collaborazione più continuativa (e, a Dio piacendo, magari un giorno potrei davvero riuscirci).



Matteo al telefono sembra una persona colta, cordiale e parecchio disponibile. A me è sempre piaciuto quello che scrive e come lo scrive. Partono quindi una serie di mail tra me e lui dove disquisiamo su una mia prima bozza d'articolo e lui applica allo scritto un lavoro di editing spaventosamente professionale e implementa a sua volta un paio di punti. Ne è venuto fuori appunto questo articolo (il titolo lo ha scelto lui):


A rileggerlo adesso, a tratti potrebbe sembrare un tantinello pretenzioso, mi rendo conto. Ma forse anche no. Se lo leggi tutto, fammi sapere.

18.4.14

Una Storia Qualsiasi...

#vecchissimidisegninirecuperatidaunHD è un hashtag che ho inaugurato qualche giorno fa su twitter. Questo perché mi sono ritrovato tra le mani un vecchio hard disk. Dentro ci ho ritrovato di tutto. Roba vecchia come il cucco e anche meno vecchia. Tra le altre cose, questa storiella che scrissi e disegnai nel già lontano 2010 e che fu pubblicata in collaborazione tra il vecchio Conversazioni sul Fumetto e il sito Verticalismi. La striscia in questione è anche già apparsa su questo blog, a dire il vero. Ma a me piace parecchio e te la ripropongo. Anche solo perché (mamma mia, quanto mi ci ero divertito) mi ricorda un periodo, neanche troppo lontano, dove disegnare con una matita e inchiostrare con una penna pennello della Pentel, era cosa abbastanza usuale. Una Storia qualsiasi nacque dalla mia volontà, mai davvero sopita, di esplorare e di spiegarmi certi generi narrativi. 

Sto seriamente pensando di riprendere a disegnare con le mani.
Mi manca parecchio.

12.10.12

Cose scritte

Sono passati quasi dieci anni. Un mucchio di tempo. Da quando ho scritto e completato il mio primo romanzo lungo, intendo. 250 e passa pagine scritte sacrificando tutte le mie pause pranzo sul lavoro per mesi.

Un romanzo scritto senza nulla pretendere, una missione portata a termine per terapia. E all'epoca funzionò eccome. Fatto sta che, appunto, tutte quelle pagine non sono mai uscite dal cassetto (che in realtà si tratta poi di un ammasso di byte su un hard disk).
Non ho mai nutrito velleità da scrittore, ma mi rendo conto che in passato ho scritto parecchio per il solo gusto di farlo. E passando in rassegna tutti quei vecchi file mi si è aperto il cuore. Oggi le cose di allora mi fanno sorridere, però di impegno ce ne avevo messo davvero parecchio.
 

Ad esempio. Il romanzo in questione non ha mai avuto un titolo. Avevo in testa qualcosa che avesse a che fare con "1 minuto", ma nulla più.
Posso dire però che la storia era ambientata a cavallo tra gli anni '50 e '60. Che i protagonisti erano Richard e Mary, due ragazzi piccolo borghesi e le loro bizzarre (e tragiche) vicende raccontante attraverso la voce del loro unico figlio, anni dopo. E c'era di mezzo una Chevy del '53 (nella foto qui sopra), James Dean con i suoi film, un colpo di pistola nel cuore della notte, una morte improvvisa ma annunciata, l'amicizia, un cinema, una caffetteria e la vita di provincia (tutto lasciava pensare agli Stati Uniti anche se non ho mai fatto nomi).

Ecco un piccolo estratto a caso dal capitolo 22:


La prosa era quella che era, ma rileggendo alcuni passi come questo mi chiedo davvero come me la passassi, allora. Non ricordo. Forse ero triste.
Ecco un altro piccolo estratto con James Dean che prende finalmente vita nella testa della protagonista.


Seguirà tutta una scena incentrata sul sogno di Mary dove James Dean e Elia Kazan a braccetto improvviseranno un balletto sul set del Metropolis di Fritz Lang. Una cosa un po' strana, insomma.


Infine un ultimo, brevissimo passaggio che a tanti non dirà molto ma che mi riporta alla mente il momento stesso nel quale l'ho concepito. Ho ascoltato musica per tutto il tempo mentre scrivevo questo romanzo. Ho poi capito solo dopo che la musica può portarti in posti diversi da quelli che ti eri prefissato. Per scrivere e rincicciare questa manciata di parole qui sotto avevo speso una mezz'ora buona, se non di più, e con le cuffie ascoltavo Julie with... di Brian Eno, dall'album Before and After Science. Ad oggi è anche la cosa migliore che ho scritto che esprime al meglio la mia idea di inverno.


Perchè tutto questo? Non lo so. I file di testo che ho trovato in quell'angolo buio dell'hard disk sono davvero troppi. Ogni tanto ne riporterò alla luce qualche pezzo. Glielo devo. Anche solo per i momenti che ho passato con tutti quei personaggi. O forse perchè riprenderò a scrivere. Ma l'andazzo e il tenore saranno proprio diversi. Più asciutto, più pulito. Meno fronzoli. Lo farò di nuovo come terapia.

Che coglione che sono.

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