18.12.15

Occhio di Falco, la fine

Con questo dodicesimo numero di Occhio di Falco (a dieci mesi di distanza dal precedente e dopo due anni e mezzo circa dal primo), Matt Fraction e David Aja mettono la parole fine alla loro lunga, fantastica run.
Tanto chiacchierata, minuziosamente setacciata dalla critica, acclamata dai fan e infine sempre premiatissima. 22 numeri, in originale, in cui si sono alternate le vicende di Clint Barton e Kate Bishop (ma alla fine dedicata anche a tutte le donne del protagonista e a tutti gli Occhio di Falco in generale dell'intero universo Marvel) e dove Fraction, volente o meno, ha rivisto il canone di un certo modo di fare fumetti d'intrattenimento in America, dando vita ad un nuovo modo di concepirli, facilitato forse dal ripescaggio di personaggi meno noti (quindi con meno paletti tra i quali districarsi) e un sapiente, ricercatissimo dosaggio tra azione e riflessione. Fatto sta che da tempo ormai una pletora di emuli cerca di ripercorrere la sua stessa scrittura "frizzante" con risultati mai particolarmente degni di nota (fino a questo momento, per lo meno).


Nell'intero arco narrativo, Fraction ha strizzato l'occhio in ogni modo al suo lettore. Dai riferimenti musicali alle citazioni cinematografiche, l'autore da una parte ha accontentato il lettore un po' più esigente e dall'altra ha creato un mood fresco e moderno per i nuovi lettori. Prova ne è come sia riuscito a rendere anche personaggi assolutamente dimenticabili e privi di qualsiasi spessore, in characters "cool" che hanno più di qualcosa da dire (vedi su tutti, una meravigliosa Kate Bishop).


Ma il merito, come sai, non è del solo Fraction. In parte ho già cercato di spiegarti tutto in questo vecchio post e la situazione non è tanto cambiata, da allora. Il lavoro al tavolo da disegno (soprattutto di storyboarding) di David Aja è stato pressoché fondamentale per la buona riuscita dell'intera serie. Se da un punto di vista prettamente visivo il suo tratto non brilla particolarmente in quanto a intensità o caratterizzazione, da quello grafico e compositivo è riuscito a creare un certo standard (anche quello ormai copiatissimo) che conferisce una forza e una dinamicità difficili da trovare altrove, codificati fino ad ora solo da un certo tipo di fumetto non mainstream (la qual cosa, ne sono sicuro, gli procurerà in futuro solo lavori di un certo spessore).

Una bella nota di merito va anche a Annie Wu che ha disegnato le storie sponda Kate Bishop. Nonostante fosse naturalmente offuscata da Aja (per una questione di prime linee), il suo tratto sipido e fresco ha saputo giustamente ritagliarsi un bel posticino a tavola.



Ultima nota: l'ironia è stato un altro fattore determinante per la buona riuscita della serie, anche se negli ultimi numeri non si è riso un granché. Anzi, in occasione del gran finale l'atmosfera si è fatta pesante e tutto è mutato in tragedia. E' accaduto da quando è apparso il Clown, un nuovo villain creato ad hoc e caratterizzato in modo da risultare spaventoso il giusto, nonostante la mancanza di un background adeguato, nella propria elegante mise (questo sempre a proposito delle capacità di Fraction).


Si chiudono qui, quindi, tutti i punti rimasti in sospeso e si apre qualche porticina qui e lì (solo per dare aria alla prossima gestione, immagino) di quella che a tutti gli effetti si è rivelata come una delle corse a fumetti più divertenti e godibili dell'ultimo decennio. Quando c'è un certo tipo di intimità, spesso ci sono gran belle storie da leggere. E l'intimità, inutile negarlo, è il pane e salame di Fraction.
Da leggere assolutamente, insomma, soprattutto ora che la Panini ha cominciato a ristampare il tutto in volumi.

Ora, con la nuova ennesima ripartenza (All-New, All-Different, All-termine a caso che preferisci ripetuto quante volte vuoi), la palla passa a due nuovi autori, Jeff Lemire ai testi e Ramòn Pérez ai disegni. Sono sicuro che anche loro avranno qualcosa di saporito da raccontare, ma raggiungere i livelli di Fraction e Aja è impresa assai ardua.

4 commenti:

La firma cangiante ha detto...

Direi che concordo praticamente con tutto, ho letto la chiusura della serie un paio di sere fa e posso dire che nel complesso è stata un'ottima cavalcata in territori Marvel diversi dal solito. In più sottolineerei con maggior forza la bella trovata della colonna sonora consigliata. Io ho letto tutti i numeri con in cuffia i brani proposti (santo tubo) e devo dire che, fatte un paio di eccezioni, la cosa funzionava benissimo. Fiducioso anche per il futuro, sarà dura bissare ma le poche cose che lessi di Lemire lasciano ben sperare.

LUIGI BICCO ha detto...

Non ho mai provato a leggere gli albi ascoltando le colonne sonore proposte. Ma di sicuro erano segnalati parecchi pezzi interessanti.
Lemire mi piace. E anche Ramon Perez non è male. Di sicuro metteranno insieme qualcosa di interessante. Diverso, ma interessante.

CyberLuke ha detto...

Dev'essere un problema mio, ma ormai sono parecchi mesi che nulla di quello che pubblica Marvel mi fa venire voglia di aprire il portafogli.
Dopo la chiusura di Superior Spiderman, ho maldigerato l'ennesimo reboot e ora le Secret Wars all'orizzonte con stravolgimenti del tipo Peter Parker miliardario e con una ragnomobile mi procurano hype zero.

LUIGI BICCO ha detto...

E chi le segue più, le serie. Di questa si è tanto discusso e andava bene anche il fatto che fosse pubblicata su volumetti monografici. Visto che in fumetteria trovi ora il primo volume di ristampa, io un occhio glielo darei. Potrebbe piacerti.

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