17.7.15

Fargo, meravigliosamente Fargo


Che dire di Fargo? Che è una delle cose migliori per il piccolo schermo da una quindicina d'anni a questa parte? Che è un gioiello e che funziona come un orologio svizzero? Che i personaggi in campo sono caratterizzati come raramente accade nel mondo della televisione? O meglio, che è bastata una serie da 10 episodi per mettere a punto una macchina perfetta, mentre altre serie, se ci riescono, ci mettono due, tre o anche quattro stagioni? Che avere al timone Joel e Ethan Coen era sinonimo di garanzia? (La passione di chi scrive per i due fratelli che hanno rivoluzionato il nero cinematografico, e non solo, è cosa nota). Facciamo così, allora. Diciamo che non avrai mai un motivo abbastanza valido per non vedere Fargo.


Fargo si muove su tre fronti (io avrei detto più due, ma mia moglie mi ha fatto giustamente notare che ce n'è uno in più).
Uno appartiene a quel che nelle intenzioni dovrebbe essere il vero grande protagonista dell'intera serie. Il freddo e impassibile killer Lorne Malvo, interpretato da un Billy Bob Thornton in stato di grazia, squisitamente inquietantissimo e padrone assoluto delle scene. Lorne Malvo è il male assoluto, colui che ha imboccato volutamente la strada brutta. Assassino, ricattatore, sfruttatore, divertito seminatore di zizzania e manipolatore senza scrupoli, il "bello" di Malvo è che incarna una cattiveria primitiva che riesce ad alternare a sorrisini sornioni e a piccole parentesi "filosofiche":

"È una marea di sangue, Lester, questa nostra vita. La merda che ci fanno ingoiare giorno dopo giorno, il capo, la moglie, eccetera, sfinendoci. Se non ti opponi e non gli spieghi che sei ancora una scimmia, nel profondo, lì dove conta, alla fine vieni spazzato via." (Lorne Malvo)
Lester Nygaard (mirabile interpretazione anche questa da parte dell'attore inglese Martin Freeman) rappresenta invece l'uomo qualunque. L'uomo qualunque che è vessato e umiliato dalla moglie, da un fratello che ha avuto successo, dal lavoro. Diciamo dalla vita in generale. Soggetto di scherno, irrimediabilmente deriso da chiunque, Lester si troverà ad un certo punto ad un bivio. Da una parte si va sempre dritti per la propria strada, sempre la stessa, dall'altra si cambia e di parecchio.


E come e quanto può cambiare davvero un uomo che decide di accogliere certi istinti primitivi? Lester e Malvo sono due facce della stessa medaglia. Uno ha da sempre accolto il male dentro di sé, accettandolo come unica via possibile, l'altro sa che potrebbe assaporare le "gioie" e i brividi di una vita vissuta come mai avrebbe pensato possibile.


E infine c'è il quotidiano, la realtà, il vissuto cittadino. Grazie ai personaggi che vivono le proprie vite cercando di stare sempre al di qua della linea. Come ad esempio l'impacciata ma diligentissima vice sceriffo Molly Solverson, lo sceriffo fessacchiotto Bill Oswalt, la terribile e debosciata famiglia Hess, quella patinata e finta di Chaz Nygaard (fratello di Lester), l'insicuro e fifone agente di polizia Gus Grimly, i due sicari (Mr. Numbers e il sordomuto Mr. Wrench) inviati da Fargo per far luce su uno strano omicidio o Stavros Milos, magnate di una grossa catena di supermercati.





Tra tutte sono da ricordare le interpretazioni della bravissima 35enne Allison Cara Tolman (praticamente qui al suo debutto se si esclude un episodio di Prison Break) e di veterani caratteristi come Bob Odenkirk (l'avvocato Saul Goodman di Breaking Bad), Keith Carradine (fratello di...) e Colin Hanks (Roswell, Mad Men, Dexter).

E infine c'è pure il Minnesota, protagonista come e più degli altri, insieme alle due cittadine intorno alle quali ruota tutta la vicenda, Bemidji e Duluth. Cittadine di provincia fredde e sempre immerse nella neve, dove una macchia di sangue spicca a decine di metri sul candido manto bianco e dove la gente parla poco e si fa i fatti propri.

E comunque, alla fine, qualcuno tra l'uomo cattivo, l'uomo qualunque e la quotidianità, dovrà vincere la partita. Io lo so chi la vince, ma non posso dirti niente. Ti assicuro però che è una bella sorpresa, con un filnalissimo pieno di riscatto.

"Perché certe strade non vanne percorse. Perché le mappe una volta dicevano «ci sono i draghi qui». Adesso non lo dicono, ma non vuol dire che i draghi non ci siano." (Lorne Malvo)
Meravigliosa. Fargo è una serie tv meravigliosa. Anzi, lo è stata. Infatti è già in stato avanzato di produzione la seconda stagione. Ma a me, come a te, fregherà poco di vederla. La storia magari sarà bella è ambientata negli stessi luoghi ma nel '79 e ci saranno altri personaggi, qualcuno di questi legati a quelli della prima serie), ma con tutto il rispetto che si può nutrire per i nuovi interpreti, mancheranno di sicuro gli elementi che hanno reso grandiosa questi primi dieci episodi.

Non ci sarà Lorne Malvo, per dire.
E tanto basta perché io non trattenga il fiato in attesa.

P.S.: Se tu avessi già visto Fargo, potremmo bellamente disquisire sulla palpabile ipotesi sulla natura quasi "biblica" di Malvo. Qualche dubbio c'è.

3 commenti:

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
La firma cangiante ha detto...

Se la serie è all'altezza del film non stento a credere alle tue parole. La vedrò? Prima o poi sì, chissà quando.

LUIGI BICCO ha detto...

In realtà il film e la serie tv non hanno nulla in comune, se non la provenienza dei "malavitosi". Fargo, appunto. Per il resto impossibile fare paragoni. Ma posso dirti che per via degli eventi, la serie tv mi ha incollato molto di più alla poltrona. Da provare assolutamente.

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