6.6.14

Agatha, quando facevo i fumettini per passione, solo per passione, cercando di NON avere uno stile


Recentemente, te ne avevo già parlato, è tornato alla luce un vecchio hard disk con tante di quelle robe mie che non ti dico. Per lo più si tratta di illustrazioni o sperimentazioni a fumetti. Quando ho lavorato a qualche fumettino, l'ho sempre fatto cercando di non anteporre uno stile grafico particolare alla funzione narrativa. Se guardando il lavoro degli altri ho sempre trovato in un certo qual modo "nobile" il concetto di "stile ben riconoscibile", su di me, al contrario, la cosa non ha mai attecchito. Avere uno stile ben preciso da rispettare e nutrire mi avrebbe annoiato parecchio e, alla fine, portato alla morte per inedia.

Qui sotto trovi una storiella di sei pagine intitolata Agatha. Le ho disegnate con tanta pazienza più di una dozzina di anni fa (12 anni, dico, è passata una vita), quando ero tanto ma proprio tanto in fissa con certi autori della Fantagraphics e della Drawn & Quarterly tipo Daniel Clowes, Jason, Seth, Charles Burns, Chester Brown, Richard Sala, James Sturm e Jason Lutes. E quella fissa lì non è mai passata, tra l'altro. Ah, e la fissa ce l'avevo anche per i loop narrativi. Credo dipendesse dalla forte passione Lynchiana che ho sempre ampiamente nutrito a modo e a dovere.

Non badare al lettering. Ci potrebbe essere anche qualche refusino qui e lì e il testo in qualche punto è slittato, si è allargato e si è ristretto a piacimento, ma non importa. Nono sono stato lì a mettere a posto. Volevo mostrartele solo per far capire a te (ma soprattutto per ricordare a me) che un tempo ci tenevo proprio parecchio, a certe cose.






6 commenti:

sartoris ha detto...

punto uno: eri molto bravo, davvero. punto due: mi hai fatto venir voglia di postare certi miei tentativi simili. punto tre: quanto talento sperperato ci sarà in giro per le soffitte della mia/tua/nostra generazione? (amarezza. o forse nostalgia:-)

LUIGI BICCO ha detto...

Grazie, caro. Se è vero, bravo lo ERO, al limite. Son passati appunto un po' di anni. E sono amaramente d'accordo sulla questione del talento sperperato. Riempire chilate e chilate di pagine serve comunque, eh, ma in effetti pesano.
In ogni caso, chi riesce, con quel talento riempie comuqnue la vita in qualche modo. Voglio dire, anche a te sarebbe piaciuto appofondire l'argomento disegno, magari, ma intanto ti sei costruito questa notevole carriera da scrittore :)

Patrizia Mandanici ha detto...

Non male davvero, anche se non sono una fan delle storie paradossali apprezzo la scrittura chiara e non superficiale, anche il segno e la costruzione delle tavole sono molto piacevoli. Non sfigurerebbe in qualche antologia del fumetto italiano di quegli anni.
Il lettering non è male, solo l'interlinea è troppo stretta :)

LUIGI BICCO ha detto...

Forte, eh? Ma c'è soprattutto il ricordo di quanto io mi sia divertito a disegnarla. Altri tempi, cara mia. Altri tempi.
Il lettering originale è proprio saltato, così come interlinea e spazi. Il tutto stava più comodamento all'interno dei propri spazi, ma quando ho aperto i PSD recentemente non avevo più quella font e non avevo voglia di mettermi a sistemare tutto :)

CyberLuke ha detto...

Beh, i riferimenti di stile li hai già citati tutti tu, non è il tipo di fumetto che generalmente leggo ma, cavolo, tanto di cappello.
A me piace persino il lettering. ;)

LUIGI BICCO ha detto...

Grazie ;)
La font non è sbagliata, in effetti, ma in alcuni punti è proprio al limite della leggibilità. Da un grafico ci si sarebbe aspettato molto di più... il tempo di farlo, ad esempio :)

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...