5.9.13

Essere felici mentre cercate una soluzione al problema. Parola di Bill Watterson.

Gavin Aung Than è un illustratore freelance che vive e lavora a Melbourne, in Australia. Ha un suo sito e un blog, Zen Pencils, dove reinterpreta a fumetti la quotidianità. La mia e la tua. Quella di tutti. Qualche tempo fa ha fatto il passo lungo esattamente quanto la gamba e ha disegnato una striscia usando alcune celebri parole del grande Bill Watterson.

Mi sono preso la briga di tradurle. Potrei dirti che è un importante spunto di riflessione. O ti inveterei a trarne le dovute (e personali) conclusioni. Se non fosse che io per primo ho letto e riposto tutto in un cantuccio, da qualche parte nella mia testa, senza starci troppo a pensare.


A G G I O R N A M E N T O:
Un ringraziamento particolare a Oreo che nei commenti a questo post mi ha segnalato la giusta traduzione per la parte finale della striscia.

12 commenti:

Chendi ha detto...

Devo ammetterlo: guardare e leggere queste pagine mi ha fatto bene.
Grazie a Gavin Aung Than ed a Bill Watterson, ovunque ora sia, per un incoraggiamento capitato a proposito. E grazie a Luigi per l’occasione,
W.Chendi

LUIGI BICCO ha detto...

Carissimo Chendi (e mi permetto di darti del "tu"), se non è un caso di omonimia e dietro quella "W" si nasconde il nome Walter, posso capire che le parole di Watterson possano averti toccato da vicino, in quanto a scelte di vita.
Non so di preciso il perché tu abbia bisogno di essere incoraggiato ma spero, come dice appunto il buon Bill, che nel frattempo tu riesca ad essere comunque felice.
Intanto aspetto con ansia un nuovo libro dopo Est-Nord-Est e La Porta di Sion, entrambi letti l'anno scorso.

Un abbraccio.

Luca ha detto...

Uffa, un'altro bel post. Mi tocca ringraziarti ancora.

Larsen ha detto...

bella luigi... ma rimbalzo su faccialibro.

La firma cangiante ha detto...

Grazie Luigi! Che bella!

Io faccio un lavoro modesto, mal pagato e che mi fa pure cagare. Ho più tempo (lavoro 6,5 ore) bruciato dal fatto che lavoro a più di 30 km da casa e devo prendere bus, metro, treno e navetta aziendale per arrivare sul posto di lavoro in mezzo a distese di amianto.

Io mi sento una merda.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Luca:
Prego Luca. Non c'è nemmeno bisogno di ringraziarmi. Finché da queste parti trovi qualcosa di interessante, godine pure :)

@ Larsen:
Grazie, caro. La striscia merita davvero parecchio. Poi per bocca di Watterson, è quasi oro colato.

@ Dario:
Mi sento una merda anch'io, se la cosa serve a non farti sentire troppo solo. Vedo Teo crescere in quelle tre ore al giorno che ce l'ho sotto gli occhi e non riesco a dare una svolta alle mie cose perché mi mancano le forze. Ma la questione è proprio questa. Ci sentiamo tutti una merda, a parte pochi fortunati che hanno già trovato una soluzione o quelli che NON soffrono per cose del genere. Ma come dice Watterson, questo non ci vieta di essere felici, mentre aspettiamo. Ci va tanto coraggio a cambiare le cose, eh. E anche un sistema e una struttura sociale, come quelli americani, che possano consentire qualche chance in più di successo.
Io sono convinto anche di un'altra cosa. E' cioè che in parte ci piace stare seduti. Quando avremo davvero voglia di cambiare qualcosa, faremo il possibile perché accada.

Si spera :)

CyberLuke ha detto...

Che viviamo (e siamo stati cresciuti) in un sistema che propaganda un certo tipo di valori e di obiettivi, non è esattamente una novità.
Negli anni 80 questo sistema sembrò brillare al massimo del suo splendore, negli anni 90 si cominciarono a pagare i conti (nell'universo, disse qualcuno, non esistono pranzi gratis), negli anni duemila si è rialzata di nuovo la testa. e ora... lo vediamo tutti, come stiamo conciati ora.
Il lavoro. La felicità. La soddisfazione e l'affermazione personale.
Tutti temi importantissimi e che Gavin Aung Than affronta con una certa eleganza, ma anche – parere mio – un pelo di banalità.
Ah, grazie per la traduzione, avevo visto la vignetta in giro ma in inglese. ;)

LUIGI BICCO ha detto...

Sono d'accordo con te, ma c'è da contestualizzare una serie di particolari. Tra tutti, quello che il fumetto di Gavin riprende non solo le parole di Bill Watterson, ma ritrae proprio la particolare fase della vita dell'autore, quando alla metà degli anni '80 (periodo difficile, per prendere certe strade) decise di ritirarsi da un lavoro sicuro per dedicarsi alla famiglia e al sogno di sempre: disegnare le strisce dei suoi personaggi. E lì nacquero appunto Calvin & Hobbes. E Watterson negli anni tenne fede a certi suoi princìpi e rinunciò a parecchi soldi (ma proprio tanti) pur di non vedere le proprie creature su quaderni, cartelle, penne, tazze e magliette. Tanto di cappello alla sua coerenza. C'è da dire che lui era un genio. Ad una persona meno geniale, e soprattutto ai tempi nostri, certi "trucchetti" non sarebbero riusciti.

La firma cangiante ha detto...

Concordo al 100% con la tua visione. Anche a me mancano totalmente forze ed energie, a livello di freschezza mentale e a livello fisico. Solitamente, nonostante il mio lavoro non sia fisicamente faticoso, arrivo a casa annientato. Poi ci sono le incombenze quotidiane. E anche vero che nessuno ci impedisce di essere felici (o meglio avere momenti di felicità) fuori dal lavoro, anche io non nego di averne, avendo poi una splendida bimba è impossibile non avere momenti di gioia. Certo che la situazione generale... beh, si, in fondo credo ci piaccia davvero star seduti.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Dario:
Ci piace stare seduti, come ho detto, e come hai ribadito. Ma ti do assolutamente ragione su un punto: i tempi non aiutano certo a rialzarsi. Ma nemmeno di fanno venir voglia di pensarci, guarda...
Che vuoi fare? In un modo o nell'altro ce la caveremo, via :)

Oreo ha detto...

Perdona la rudezza, ma da quasi addetto ai lavori devo dirti che questa traduzione è più letterale che fedele. A tratti è anche lievemente fuorviante. È nel finale soprattutto che non riesco a comprendere le scelte alla base della tua traduzione. Anche perché Watterson non mette mai la cosa in termini di problema e soluzione, a ben vedere.

Per come viene fuori dalla tua traduzione il messaggio suona più o meno come "ok, costruirsi una vita soddisfacente e che rispecchi i tuoi valori è difficile ma nulla ti impedisce di essere felice mentre cerchi di farlo".

In realtà Watterson dice un'altra cosa. Molto più radicale e coraggiosa se vogliamo.

Traduco al volo le tre vignette finali. Come vedrai si tratta di una traduzione per certi versi meno letterale (esclusa l'ultima vignetta, in quel caso la tua è liberissima) ma più vicina al vero significato del testo.

"Dare un senso alla propria esistenza non è facile..."
"...ma è ancora possibile..."
" e credo che alla fine sarete felici di averci provato"

La chiave è tutta in quel "you'll be happier for the trouble" che, in sostanza, vuole dirci che "lo sforzo varrà la pena". "Trouble" infatti qui sta per "effort" e cioè sforzo; proprio come nell'espressione idiomatica "it isn't worth the trouble" (che noi traduciamo con "non ne vale la pena").

E quindi è proprio il tentativo di costruirsi un'esistenza conforme ai propri valori e alle proprie reali aspirazioni, lontani dalle sirene del denaro e dell'arrivismo, che alla fine ripaga lo sforzo con la vera felicità. In altri termini: è una strada difficile, meno battuta e spesso apertamente avversata ma che premia la fatica se si riesce a percorrerla tutta fino in fondo.

Ok, finita la "lezione". Spero di non essere stato troppo antipatico ma, come diceva Moretti, le parole sono importanti.

LUIGI BICCO ha detto...

Carissimo Oreo,
sono molto ma molto d'accordo con te. Purtroppo il mio inglese è basic e più che farmi aiutare da wordreference (e da un collega debosciato) non sono riuscito :)

Mi sono fasciato la testa su quell'ultima frase perché era evidente che si trattava di un modo di dire. Mi sono dovuto quindi arrangiucchiare malamente e mi sono semplicemente ricollegato al discorso precedente di Watterson dove altre persone cercano di offrirti soluzioni.
Sbagliato. La tua versione è molto più corretta. Ho già aggiornato la striscia e ho aggiunto una postilla alla fine ringraziandoti.

P.S.: Fatti un profilo blogspot che la prossima volta mi rivolgo direttamente a te, senza sfasciarmi la testa "cercando una soluzione" ;)

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