7.6.12

Fake Publisher #7: Wait Until Spring, Bandini


Avanti un'altra. Un altro classico della letteratura americana, stavolta firmato niente meno che da mister John Fante. Lo sfortunato scrittore di origini italiane, figlio di un immigrato di Torricella Peligna in provincia di Chieti, è divenuto noto in Italia solo a partire dal 1992. Aspetta Primavera, Bandini (1938) è il secondo romanzo della saga dell'aspirante scrittore Arturo Bandini, personaggio nato nel precedente romanzo, La Strada per Los Angeles, e destinato a vedere conclusa la propria storia nei successivi due, Chiedi alla Polvere (dal quale è stato tratto anche un film nel 2006, passato purtroppo abbastanza inosservato, per la regia di Robert Towne e con protagonisti Colin Farrell e Salma Hayek) e Sogni di Bunker Hill.

Se non avete mai letto nulla di Fante, metteteci una pezza.


Anche stavolta ho optato per una composizione fotografica, spulciando tra le immagini di una galleria vintage che raccoglie vecchie foto dagli anni '10 a seguire. Il risultato finale comprende la foto di uno scorcio newyorkese sullo sfondo e una con l'auto d'epoca e il suo conducente. Le ho messe insieme e ho lavorato ad un effetto acquerello antichizzato, leggermente rovinato in alcuni punti.

Poco da aggiungere alla questione font. Ci vedevo qualcosa di molto classico ma appena graziato. E l'Imperator creato da Paul Robert Lloyd mi è sembrato abbastanza azzeccato. Sia nel grigino carico al 70% per il nome dell'autore e per la frasina dell'Evening Standard sulla quarta, sia nel rosso pieno 100/100 per il titolo.



10 commenti:

paolo_gaspare ha detto...

Uno dei miei scrittori preferiti.

Bella composizione Luigi!

Ciao
Paolo

GiovanniMarchese ha detto...

Wow! Fantastica. Di Fante ho letto TUTTO. E ho detto TUTTO. :)

CyberLuke ha detto...

Mi piace. Segnalo solo quello che io avrei fatto diversamente:
• L'ombra dell'auto più marcata in prossimità del punto di contatto delle ruote col suolo. Così galleggia un poco.
• L'interlinea l'avrei fatta più stretta.
• Avrei eliminato il conducente.

Ma sono paranoie mie, eh... funziona bene anche così. ;)

Ernest ha detto...

Bella Luigi. Soprattutto nella sua versione estesa :)

Enrico ha detto...

Mi trovo d'accordo con Luca. Mi stona soprattutto la differenza tra la sfocatura del conducente e la nitidezza dell'auto. Sono convinto però che siano particolari che nota solo un addetto ai lavori pignolo e rompiscatole come me (scusa Luca).
Bellissima la foto di sfondo, azzeccatissimi l'effetto acquerello e la tonalità seppia che gli hai dato.
Tra le cover fotografiche che hai fatto è quella che mi piace di più.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Pagas:
Grazie, Paolo :)

@ Giovanni:
Se hai letto tutto di Fante, mi fido del tuo giudizio. Sai di cosa parliamo, insomma. Più di me, sicuramente, visto che io ho letto solo un paio di cose.

@ Luca:
Sempre benvenute critiche e riflessioni.
- Sulla questione dell'ombra, in effetti hai ragione. Poteva essere "leccata". E' un po' finata.
- Inizialmente anch'io avevo previsto un'interlinea più stretta, ma volevo cascasse leggermente dietro l'auto e non potevo allargarmi sui margini laterali. A malincuore mi sono allargato in altezza.
- Il conducente è l'unico elemento umano, vero punto di contatto con il romanzo. Senza, probabilmente, sarebbe risultato tutto più asettico e avrebbe reso l'automobile in primo piano troppo importante. Forse, eh.

@ Doc:
Sono contento che ti piacciano anche le mie cose al di fuori del fantastico mondo del vettoriale, Doc :)

@ Enrico:
No, no. Certe osservazioni servono davvero. Ad esempio, la prossima volta che devo fare un'ombra sotto un automobile, col cacchio che mi lascio sfuggire i particolari :)
Vuoi sapere una cosa curiosa? Auto e conducente appartenevano alla stessa foto e quel senso di "sfocato" c'era già lì. Ma si, avrei dovuto contrastare con dei neri più marcati anche l'omino, per amalgamarlo meglio al primo piano. Vero.

Alberto Camerra ha detto...

Questa tonalità, che mi ricorda (in positivo) il filtro seppia, è una delle mie preferite. Specie se abbinata a foto di una (certa) epoca. Per quanto mi riguarda, pur nulla togliendo alle altre cover, questa è una di quelle che maggiormente preferisco, Luigi.
:)

Alberto Camerra ha detto...

...Idem dicasi per Fante; ho letto solo a "brani" la sua produzione. È nel mio carrello acquisti.
:)

Zibibì from Italì ha detto...

ciao Luigi,
io non mi sarei mai permesso
MA
uno dei miei authors (quello riccio e rompiscatole)
mi ha obbligato col ricatto a fare una cosa, e cioè a chiederti:
"perché hai messo in copertina New York se il romanzo è ambientato in Colorado?"

Ok, l'ho fatto...
però, intesi, se adesso ti prudono le mani e devi spaccare la faccia a qualcuno, mi raccomando vedi di non spaccarla a me ma al mio author riccio e rompiscatole...

:D

LUIGI BICCO ha detto...

@ Alberto:
Grazie, Alberto. E si, l'effetto seppia serve ancora a qualcosa, al giorno d'oggi :)

@ Zibibì:
Aiaiai, Zibibì. Mi hai beccato! Dì al tuo autore che aveva tutto il diritto di sollevare la questione e che, anzi, è stato l'unico a notare questa cosa. Presto detto: inizialmente volevo rappresentare iconograficamente, in una sola immagine, tutta la serie dedicata a Bandini in una sola volta, che se per metà si svolge in una cittadina del Colorado come tu stesso dici, per l'altra di parla di Los Angeles. Ma questo cosa cambia al fatto che in copertina c'è uno scorcio di New York? Volevo far vedere un ponte, mi ero incaponito, perchè anche a Los Angeles ce ne sono parecchi (che partono da sud, da Long Beach) come il Vincent Thomas (che però è stato aperto solo negli anni '60) o l'Henry Ford Bridge (questo invece risale al 1924). Ma non ho trovato nessuna foto d'epoca di Los Angeles e ho dovuto optare per altro. Non pensavo la differenza potesse risultare così palese. E invece avrei dovuto pensarci anche perchè la foto dello sfondo non è una foto qualsiasi, bensì uno scatto di Samuel H. Gottscho (la trovi in tutto il suo splendore originale qui).
Allora niente. Diciamo che mi sono preso una licenza poetica. Anche un po' forzata, se vogliamo.
La cosa, quanto meno, è servita per parlare qui di fotografie, New York e ponti di Los Angeles :)

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