La Fanucci è una casa editrice che più di altre, in Italia, ha saputo restituire a molti classici della fantascienza il rispetto e l'attenzione che meritano. Un lavoro certosino di valorizzazione, ad esempio, è stato reso all'opera omnia di Philip Kindred Dick, del quale hanno pubblicato tutto (qui il catalogo completo), con una cura editoriale invidiabile e senza trascurare nessun aspetto, a partire dalla confezione con le cover realizzate dal bravissimo Antonello Silverini (del quale, naturalmente, prima o poi parlerò). Per tacere degli altri autori di genere che l'editore ha in catalogo, tra i quali spiccano Richard Matheson, China Miéville, George Martin, Terry Goodkind, James Ballard, Michael Moorcock e via discorrendo.
Qualche mese fa, poi, ha ripubblicato in versione economica anche il ciclo de I Canti di Hyperion, vincitore del premio Hugo e pilastro della fantascienza moderna, miglior opera dello scrittore americano Dan Simmons. I libri che compongono il ciclo sono quattro: Hyperion, La Caduta di Hyperion, Endymion e Il Risveglio di Endymion. Il primo, di oltre 460 pagine, in offerta lancio a 4 euro e 90, tutti gli altri a 9 e 90.
Chi non ha mai avuto sotto mano i libri di questa saga (originariamente pubblicata in Italia sugli Oscar Mondadori negli anni '90), potrebbe cogliere la palla al balzo e procurarsi almeno il primo volume. Io l'ho letto nel 2000 e ricordo l'esperienza di lettura come una delle più affascinanti. Di cosa parla Hyperion?
Nel 2700 gli esseri umani, grazie allo sviluppo della tecnologia dei teleporter, si spostano istantaneamente nella galassia, ma un terribile esperimento, il Grande Errore, ha causato la distruzione della Terra e la diaspora dell’uomo nello spazio, dando vita così a una nuova federazione che unisce tutti i mondi abitati: l’Egemonia dell’Uomo. Alla vigilia dell’Armageddon, sette pellegrini affrontano un ultimo viaggio verso Hyperion, in cerca delle risposte agli enigmi della loro vita. Ognuno di loro deve raccontare agli altri la propria storia, per farsi conoscere e dimostrare di non essere una spia. I racconti dei sette ruotano intorno ai mondi e alle difficoltà che circondano lo spazio: dalla minaccia degli Ouster, discendenti dei primi coloni che fanno a meno della tecnologia, al ruolo della Chiesa Shrike, temuta da tutti. E in questi racconti, di una bellezza sfolgorante, sta la chiave che permetterebbe loro di salvare l’umanità.
Ma la Fanucci non si ferma qui e mette a segno un altro bel colpo. Era da anni infatti che non si ristampavano tutti e sei i libri della saga di Dune di Frank Herbert. E la casa editrice romana lo fa con le stesse modalità adottate per Dan Simmons. Il primo capitolo, Dune (ben 720 pagine), al prezzo lancio di 4 euro e 90. Tutti gli altri (in ordine: Messia di Dune, I Figli di Dune, L'Imperatorie-Dio di Dune, Gli Eretici di Dune e La Rifondazione di Dune) a 9 e 90.
Anche il primo libro della saga di Dune ricordo di averlo letto una decina di anni fa, subito dopo aver messo da parte Il Signore degli Anelli dopo pagina 90 (non me ne vogliano gli appassionati di Tolkien ma, caldamente consigliatomi da amici, ahimè, il libro non riuscì ad attecchire per nulla ai miei neuroni e il passaggio da questo a Dune fu un autentico fulmine a ciel sereno). Avevo già visto il film di David Lynch che però, dovetti ammettere a malincuore, non restituiva per nulla il sapore, la bellezza delle ambientazioni, l'esotismo e l'affresco narrativo costruito da Herbert. Ma di certo non per colpa del grande regista*.
Se non per la presenza, s'intende, di Kyle McLachlan (futuro ispettore Cooper a Twin Peaks), di uno psicosociopatico Sting in vesti avverse (a un anno appena dal suo debutto come solista con il bellissimo The Dream of the Blue Turtles) e di un ancora giovane, ma già uguale a se stesso, Patrick Stewart (futuro indimenticabile Capitano Picard della Next Generation).
Anche Dune, quindi, rimane uno dei pilastri fondamentali della storia della Science fiction. E chi non ha letto nemmeno questo, ora può correre ai ripari. Anzi, dirò di più, DEVE correre ai ripari. Non si può vivere una vita da lettore (soprattutto amante della fantascienza) senza aver letto almeno il primo libro.
Dune è stato scritto e pubblicato nel 1965 e anche quest'opera ha vinto il premio Hugo e Nebula, nonchè svariati altri premi che non hanno fatto che conferire prestigio all'opera. E per chi non conoscesse la trama (ma davvero c'è qualcuno tra voi che non sa di cosa parliamo?), eccola:
Arrakis è il pianeta più inospitale della galassia. Una landa di sabbia e rocce popolata da mostri striscianti e sferzata da tempeste devastanti. Ma sulla sua superficie cresce il melange, la sostanza che dà agli uomini la facoltà di aprire i propri orizzonti mentali, conoscere il futuro, acquisire le capacità per manovrare le immense astronavi che garantiscono gli scambi tra i mondi e la sopravvivenza stessa dell’Impero. Sul saggio Duca Leto, della famiglia Atreides, ricade la scelta dell’Imperatore per la successione ai crudeli Harkonnen al governo dell’ambito pianeta. È la fine dei fragili equilibri di potere su cui si reggeva l’ordine dell’Impero, l’inizio di uno scontro cosmico tra forze straordinarie, popoli magici e misteriosi, intelligenze sconosciute e insondabili. Con Dune Frank Herbert inaugura la serie di romanzi divenuti ormai di culto, che segneranno in maniera indelebile l’immaginario fantascientifico letterario e cinematografico degli anni successivi.
*Da wikipedia: Nel 1984 Lynch accetta di girare l'adattamento cinematografico del romanzo di fantascienza Dune di Frank Herbert, per conto del produttore italiano Dino De Laurentiis. Nonostante De Laurentiis speri di produrre un kolossal che ottenga grossi incassi, Dune è un fiasco sia al botteghino che per la critica: costato 45 milioni di dollari ne recupererà soltanto 27,4. Il montaggio del film è alterato da numerosi tagli e la versione cinematografica di 137 minuti viene ottenuta tagliando la versione originale di Lynch della durata di tre ore e mezzo, tanto da renderne la trama quasi incomprensibile. Anni dopo lo studio di produzione rilascerà una versione allungata per la televisione, reinserendo alcune scene girate da Lynch e inizialmente eliminate. In ogni caso, questa seconda riedizione continuerà a non essere il film ideato da Lynch, ma sarà nient'altro che un'altra versione, tagliata dai produttori nel tentativo di rendere più comprensibile la trama. Lynch si opporrà a questa operazione e non riconoscerà come propria tale versione estesa, che riporta quindi accreditato come regista "Allen Smithee" (uno pseudonimo utilizzato da vari registi quando non concordano con l'intervento della produzione sul loro lavoro). L'esperienza di Dune è un trauma per Lynch, che non appena si era reso conto di non avere il controllo sul montaggio aveva perso ogni entusiasmo per la realizzazione. Da allora pretenderà il final cut da tutti i produttori con cui lavorerà.
10 commenti:
Ho visto che anche la trilogia di Valis è in giro a prezzo stracciato, bei consigli. Grazie.
Lunga vita alla Fanucci! :)
Dune è un punto fermo (ho rivisto il film un paio di settimane fa e non ha perso il suo fascino, nonostante i suoi tanti problemi). Invece mai letto Hyperion (solo l'omonima rivista a fumetti). Penso che coglierò l'occasione.
@ Dario:
Te la raccomando, quella. Un altro pezzo da 90. Tutta roba da leggere. E ne avresti per mesi :)
@ Giovanni:
Lunga, si. Quanto rimpiango il semestrale che mi mandavano a casa con recensioni e interviste sulla letteratura sci-fi qualche anno fa. Non ricordo più nemmeno come si chiamava. Mondo Futuro? Boh.
@ Michele:
Il Dune cinematografico conserva comunque un certo qual fascino. E non ho parlato delle due serie televisive abbastanza riuscite. E per Hyperion non posso che rinnovare l'invito a leggerlo. La rivista della Star che citi la ricordo benissimo. Credo che il nome fosse proprio un omaggio a Simmons, anche se le serie a fumetti all'interno non avevano nulla a che spartire con le sue opere. Bella però :)
Le copertine sono carine, ma col post ancora fresco di Chip Kidd, mi sembrano poco più che scolastiche! :D
E – so che da questo momento non mi rivolgerai più la parola – con Dune ho avuto sempre un rapporto difficile: iniziai secoli fa il libro, trascinandomi per una quarantina di pagine.
Non lo ripresi in mano mai più.
Il film lo vidi, e mi sembrò una stron*ata spaziale.
E poi, lo sai, ho problemi anche a digerire Lynch. ;)
@ Luca:
Vabbe, i tuoi problemi con Lynch li ricordavo. E non credo nemmeno tu sia il solo :)
Però un'occhiata a Hyperion puoi sempre dargliela. Sulla qualità delle cover non ho disquisito per nulla. Sono oneste, senza bu e senza ba. Niente di eccezionale. Evidentemente in versione economica devi essere disposto a scendere a compromessi :)
Ciao Luigi.
Grazie per i consigli. Annoto nella mia lista ormai senza fondo di "cose da leggere". Mi piacciono troppe cose e purtroppo non riesco mai a focalizzarmi su una in particolare, così compro tonnellate di libri che spizzico e non riesco mai a finire. Il mio comodino è una sorta di Torre di Pisa di carta. La narrativa di fantascienza è in assoluto una delle mie letture preferite, quindi mi sa che questi due cicli prima o poi si andranno ad aggiungere in cima alla torre. Per Dune, superfluo dire che conosco piuttosto bene il film, grazie al nostro amico Davide Lincia, mi han in realtà sempre consigliato di non spinegrmi oltre il primo volume, confermi?...
A proposito della Fanucci, mi vengono in mente racconti di persone politicamente schierate a sinistra (per usare un eufemismo) negli anni '60-'70 e dei problemi che avevano innanzi tutto a recuperare le opere di questa casa editrice, per lo più distribuite solo su territorio romano, e poi a nasconderle ai loro "compagni" di scorribande, vista invece la posizione politica a loro opposta della stessa Fanucci. Ecco, forse uno dei pochi vantaggi che abbiamo acquisito col passaggio di questi 40 anni è una leggera apertura mentale verso prodotti artistici, sian questi film, dischi, quadri o libri, che prima, come ogni altra cosa, erano etichettati da una forte connotazione politica e mostrare di apprezzarli significava prendere una netta posizione all'interno dello scontro tra destra e sinistra, con conseguenze tutt'altro che di poco peso, se non addirittura pericolose.
@ Viktor:
Whoa! Se non è un commento di carattere questo, non so quale possa esserlo.
Ma andiamo con ordine.
Questione torre di Pisa sul comodino: purtroppo credo sia un problema noto ai più. Sicuramente io condivido con te questa pila di carta multistrato che a guardarla da sotto spaventa e non poco :)
Però certe cose salgono o scendono di un piano, nella pila, a seconda del momento e dell'ispirazione. Il ciclo di Dune è una bella saga. Almeno i primi tre meritano e anche molto, ma naturalmente il primo in particolare ha un fascino tutto suo. Quando finii di leggerlo avrei avuto voglia di leggere di fila anche gli altri cinque. E questo la dice lunga.
Questione Fanucci: onestamente non ne sapevo granché, ma mi hai fatto venir voglia di documentarmi. So che è stata fondata da Renato Fanucci nel '71 proprio per via della sua passione per la letteratura fantastica (si dice avesse un pallino particolare proprio per Philip Dick). Per il resto posso dire che la fantascienza non ha mai avuto vita facile in quegli anni e che ancora oggi raramente venga trattata con il rispetto che meriterebbe. Molto, per esempio, dobbiamo a Fruttero e Lucentini che nel ventennio nel quale si occuparono della direzione di Urania, restituirono al genere una dimensione e un ritegno fino ad allora impensabili.
Ma noi ce ne freghiamo.
Lunga, lunghissima e prosperosa vita alla fantascienza. Quella bella intendo, eh :)
Ciao Luigi, ti segnalo che dalle mie parti ti aspetta un piccolo ma meritatissimo premio :)
Corro
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