13.1.12

E alla fine arriva Jobs



Si. Alla fine, inevitabilmente, sentivo in qualche modo di dovermi confrontare con Steve Jobs. E' accaduto, come di consueto, sul numero di Internazionale da oggi in tutte le edicole. Due illustrazioni a corredo di un articolo firmato dal giornalista canadese Malcolm Gladwell per il New Yorker. L'articolo è semplicemente una recensione del libro Steve Jobs di Walter Isaacson. Quello con in copertina il primo piano di Steve su fondo bianco che ormai te la ritrovi pure al banco macelleria dell'ipercoop, hai presente?

Devo ammettere di non essermi proprio sentito a mio agio. Per quanto semplice potesse sembrare, realizzare un'illustrazione su questo personaggio, per chi ha un minimo di coscienza e amor proprio, è compito ben arduo. Quante cose sono state realizzate e viste su di lui, dalla sua morte? Quante illustrazioni, tributi, omaggi? Troppi. Allora mi sono limitato ad un suo primo piano particolare, per il quale ho ripreso la tecnica con la quale avevo realizzato il ritratto di LeBron James, dove l'effetto finale voluto era proprio quello di vederlo come se fosse ricoperto da una texture poligonale.


Mentre nella seconda mi sono limitato a reinterpretare il peccato originale, il passaggio del frutto proibito da una mano all'altra. Tutta la produzione apple come oggetti del desiderio, insomma.


Ah. Non che io la pensi in questo modo, però, eh. Ho interpretato, credo, quello che dovrebbe essere il pensiero comune. E anche stavolta, la mia coscienza ne è uscita pulita. Il mio piccolo piccolo ce l'ho messo.

7 commenti:

La firma cangiante ha detto...

Bello il concetto dietro la seconda immagine, la preferisco alla prima.

Non che la prima sia brutta eh, però la faccia di Jobs ormai la stampano pure sulla carta igienica, non se ne può mica più :)

PS: dove vado io il libro è tra la verdura e lo scaffale dell'olio.

Gripa ha detto...

L'irrefrenabile e schizofrenica abbondanza riversata
ovunque dalla setta dei media, sull'evento
"Morte di Steve Jobs", rende sicuramente difficile
realizzarne una propria interpretazione.

...anche se,
scavare nel proprio immaginario,
prevede sempre un lavoro di scrematura
e decontaminazione da simboli e codici esterni.

Dalla ricerca estetica del ritratto,
a quella più concettuale per il secondo lavoro,
anche questa volta è stato interessante
osservare il tuo lavoro.

Buona continuazione.

Gripa ha detto...

...dimenticavo!
Grazie per gli auguri Luigi.

Ho sentito Luca.
Ed è stata una piacevole conversazione.

Alessandro Gripa

CyberLuke ha detto...

Ormai le texture poligonali sono il tuo marchio di fabbrica. ;)
Ed è un trattamento interessante, come ho già avuto modo di dirti.
Tutto l'insieme impaginato è coerente ed elegante, e merita la visibilità che una testata stimata come L'Internazionale possiede.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Dario:
Si. Diciamo che c'è effettivamente più concetto, dietro la seconda.
Io il libro in questione (e non sto scherzando) l'ho visto anche al banco della posta.

@ Alessandro:
Di nuovo grazie per le tue attente e colte analisi. Ricordo una serie di tre tue illustrazioni molto affascinanti sul tema.
Come scrivevo anche sul blog di Luca, mi fa davvero piacere sapere di queste collaborazioni. Spero di poterne gustare ii frutti a lavoro finito. Gli auguri sono il minimo.

@ Luca:
Grazie mille, Luca. Il reparto editoriale della rivista è davvero di buona qualità. Diciamo che non si fanno mancare nulla.

Gabriele Russo ha detto...

Finalmente un'interpretazione diversa da quelle viste finora!

Ps: la parola qui sotto da inserire per postare il commento è "MURISTI".

Io mi sto toccando, così per scaramanzia..

LUIGI BICCO ha detto...

@ Gabriele:
Ahahah. Non scriverla, non scriverla. Ach! Troppo tardi :)
Grazie, comunque, Gabriele. Mi fa piacere che qualcuno ci legga qualcosa di nuovo.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...