Ecco il perchè e il percome del mio sofferto e caldo agosto passato in città, senza la possibilità di staccare un minimo la spina dal lavoro e da mille pensieri opprimenti.
Lasciatemi raccontare per un attimo qualcosa di mio.
In pratica io e mia moglie sapevamo che a inizio mese un evento molto particolare avrebbe sconvolto le nostre vite. La faccio corta perchè non è il caso di dilungarsi troppo: il 5 agosto scorso sono diventato padre di un vorace e famelico esserino di sesso maschile che risponde al nome di Teo.
Eccolo in una mia rapida interpretazione:
Lasciatemi raccontare per un attimo qualcosa di mio.
In pratica io e mia moglie sapevamo che a inizio mese un evento molto particolare avrebbe sconvolto le nostre vite. La faccio corta perchè non è il caso di dilungarsi troppo: il 5 agosto scorso sono diventato padre di un vorace e famelico esserino di sesso maschile che risponde al nome di Teo.
Eccolo in una mia rapida interpretazione:
Apro una piccola parentesi: no, il nome Teo non è il diminutivo di Matteo e nemmeno di Teodoro. Il nome è solo Teo. Punto. Vuoi mettere la soddisfazione di vedere sul suo codice fiscale BCC TEO?
Teo è nato in piena salute, una salute da tre chili e quattrocento grammi. E mangia qualsiasi cosa si trovi a tiro, bavette, tovagliette, mani e mobili dell'Ikea, con la stessa voracità di un facocero a digiuno da mesi ed emettendo rantoli come il più incazzato dei ghiottoni (meglio noti con il nome americano di Wolverine).
In tutto questo, però, non era in programma che mia moglie dovesse fermarsi in ospedale per dodici giorni, per via di una serie di complicazioni post parto che hanno previsto anche una trasfusione di un paio di sacche di sangue e un'ulteriore visitina in sala operatoria. Sono stati dodici giorni molto lunghi, con picchi di panico e paura nei quali, come si suol dire in gergo da strada, ci è cresciuto tanto di pelo sul petto.
Naturalmente ometto tutti i particolari legati alla fatica di stare dietro a questa situazione e come unico spunto positivo di quel soggiorno malvoluto, mi viene da tenere quello per il quale, bruciando tutte le tappe, ho dovuto adattarmi ai ritmi e ai tempi di Teo divenendo un padre modello (o quasi) praticamente da subito, dovendo per forza far fronte a tutte le sue esigenze. Tra le quali anche quella di doverlo allattare artificialmente.
Fatto sta che ora siamo a casa e che la prima settimana di adattamento al piccolo, per me, si è rivelata un massacro. Se mi dici che stanotte dormo tre ore, mi metto l'animo in pace e dormo quelle tre ore senza fare troppe storie. Se il mio sonno viene spezzato due, tre o quattro volte, divento irascibile come un gatto al quale tiri lo scroto per diletto.
O almeno... "diventavo" irascibile. Perchè tempo pochi giorni e, come natura umana vuole, mi sono adattato anche a quei ritmi "disumani" :)
Arianna migliora a vista d'occhio e sta riprendendo quel colore che ho imparato ad amare. Certo, prova ancora qualche difficoltà, ma poca roba rispetto ad una che ha uno sbreco sulla pancia mica da ridere.
Quei giorni in ospedale, nei quali ormai tutti mi riconoscevano a vista, e alcune pause alle macchinette, bevendo caffè da solo in un reparto pressochè deserto, hanno portato davvero tante riflessioni e considerazioni. Ho pensato a tante cose e a quante la vita possa nasconderne dietro l'angolo.
Una delle più forti riguarda proprio l'essere diventato padre. Avete presente quella legge che impedisce di far comprendere ad un figlio che i suoi genitori, un tempo, sono stati ragazzi a loro volta? E, sempre quella, che al contrario impedisce ai genitori di capire che un figlio, ad un certo punto, è diventato un uomo?
Per quella stessa legge, da figli, ci siamo sempre ritrovati a pensare ai nostri genitori come a personaggi, più che altro entità, al di là di una barricata. Come se avessero combinato qualcosa di irrecuperabile che li costringesse a stare al di fuori della nostra campana di vetro. A pensare che loro sono già nati così e che non possono davvero aver sofferto le cose della vita come normali esseri umani. E non parlo di vecchiaia, badate bene.
E adesso, magicamente, dall'altra parte della barricata mi ci ritrovo io.
Bizzarro.
E non vedo l'ora che cresca, Teo. Al contrario di tutti quelli affetti dalla Sindrome dei Cuccioli Cercamici, come la chiamo io, che ti dicono di goderti un bambino quando ha pochi mesi, che poi crescono velocemente. Ho imparato già a diffidare seriamente di questa sindrome che costringe squinternati e inebetiti giovani genitori che si fanno prendere dalla dolcezza di uno sguardo di un bimbo di un mese e fargli ghiroghiro sul pancino, mentre il bimbo, in realtà, capisce solo di voler mangiare, dormire e rovinare pannolini immacolati. E costosi, cazzo!
Io me lo voglio godere anche adesso, si. E infatti gli racconto sempre di come lo cucinerò in casseruola al forno, con un filo d'olio e un paio di rametti di rosmarino. Ma non vedo l'ora che cresca per leggergli tante di quelle cose che ho in testa, che non so se ci sarà il tempo per tutte.
E aspettare giusto tre o quattro anni affinché capisca di cosa parliamo, per salire con i piedi sul tavolo con una maschera di Darth Vader sulla faccia e dirgli finalmente:
Teo! Sono tuo padre...
Teo è nato in piena salute, una salute da tre chili e quattrocento grammi. E mangia qualsiasi cosa si trovi a tiro, bavette, tovagliette, mani e mobili dell'Ikea, con la stessa voracità di un facocero a digiuno da mesi ed emettendo rantoli come il più incazzato dei ghiottoni (meglio noti con il nome americano di Wolverine).
In tutto questo, però, non era in programma che mia moglie dovesse fermarsi in ospedale per dodici giorni, per via di una serie di complicazioni post parto che hanno previsto anche una trasfusione di un paio di sacche di sangue e un'ulteriore visitina in sala operatoria. Sono stati dodici giorni molto lunghi, con picchi di panico e paura nei quali, come si suol dire in gergo da strada, ci è cresciuto tanto di pelo sul petto.
Naturalmente ometto tutti i particolari legati alla fatica di stare dietro a questa situazione e come unico spunto positivo di quel soggiorno malvoluto, mi viene da tenere quello per il quale, bruciando tutte le tappe, ho dovuto adattarmi ai ritmi e ai tempi di Teo divenendo un padre modello (o quasi) praticamente da subito, dovendo per forza far fronte a tutte le sue esigenze. Tra le quali anche quella di doverlo allattare artificialmente.
Fatto sta che ora siamo a casa e che la prima settimana di adattamento al piccolo, per me, si è rivelata un massacro. Se mi dici che stanotte dormo tre ore, mi metto l'animo in pace e dormo quelle tre ore senza fare troppe storie. Se il mio sonno viene spezzato due, tre o quattro volte, divento irascibile come un gatto al quale tiri lo scroto per diletto.
O almeno... "diventavo" irascibile. Perchè tempo pochi giorni e, come natura umana vuole, mi sono adattato anche a quei ritmi "disumani" :)
Arianna migliora a vista d'occhio e sta riprendendo quel colore che ho imparato ad amare. Certo, prova ancora qualche difficoltà, ma poca roba rispetto ad una che ha uno sbreco sulla pancia mica da ridere.
Quei giorni in ospedale, nei quali ormai tutti mi riconoscevano a vista, e alcune pause alle macchinette, bevendo caffè da solo in un reparto pressochè deserto, hanno portato davvero tante riflessioni e considerazioni. Ho pensato a tante cose e a quante la vita possa nasconderne dietro l'angolo.
Una delle più forti riguarda proprio l'essere diventato padre. Avete presente quella legge che impedisce di far comprendere ad un figlio che i suoi genitori, un tempo, sono stati ragazzi a loro volta? E, sempre quella, che al contrario impedisce ai genitori di capire che un figlio, ad un certo punto, è diventato un uomo?
Per quella stessa legge, da figli, ci siamo sempre ritrovati a pensare ai nostri genitori come a personaggi, più che altro entità, al di là di una barricata. Come se avessero combinato qualcosa di irrecuperabile che li costringesse a stare al di fuori della nostra campana di vetro. A pensare che loro sono già nati così e che non possono davvero aver sofferto le cose della vita come normali esseri umani. E non parlo di vecchiaia, badate bene.
E adesso, magicamente, dall'altra parte della barricata mi ci ritrovo io.
Bizzarro.
E non vedo l'ora che cresca, Teo. Al contrario di tutti quelli affetti dalla Sindrome dei Cuccioli Cercamici, come la chiamo io, che ti dicono di goderti un bambino quando ha pochi mesi, che poi crescono velocemente. Ho imparato già a diffidare seriamente di questa sindrome che costringe squinternati e inebetiti giovani genitori che si fanno prendere dalla dolcezza di uno sguardo di un bimbo di un mese e fargli ghiroghiro sul pancino, mentre il bimbo, in realtà, capisce solo di voler mangiare, dormire e rovinare pannolini immacolati. E costosi, cazzo!
Io me lo voglio godere anche adesso, si. E infatti gli racconto sempre di come lo cucinerò in casseruola al forno, con un filo d'olio e un paio di rametti di rosmarino. Ma non vedo l'ora che cresca per leggergli tante di quelle cose che ho in testa, che non so se ci sarà il tempo per tutte.
E aspettare giusto tre o quattro anni affinché capisca di cosa parliamo, per salire con i piedi sul tavolo con una maschera di Darth Vader sulla faccia e dirgli finalmente:
Teo! Sono tuo padre...
26 commenti:
Per prima cosa auguroni, essendo papà anche io so la felicità che la cosa possa dare.
Occhio alla Sindrome dei cuccioli ceramici perché è un fenomeno dalle due faccie.
Tuo figlio te lo godrai sempre e comunque, ad ogni età e in ogni situazione. Almeno fino ai 5 anni, al momento la mia ha questa età e più in la non posso garantire.
L'amore che provi per lui e il fascino della scoperta di ogni cosa (ma proprio ogni) ti riempirà comunque il presente di soddisfazione (e anche orgoglio).
Piccola nota: i bambini anche piccoli sanno quando stai facendo il cretino, occhio a salire sul tavolo :)
Però è vero che crescono in fretta, il dramma sarà rivedere i filmini di una bimba bellissima di due anni che parlava di se stessa in terza persona e iniziare a fare sempre più fatica a ricordare tutti quegli attimi, quei comportamenti e sembrerà passato un tempo infinito che mentre passava invece era rapidissimo.
Certo ci sarà sempre la bimba (/o nel tuo caso) di cinque anni che ti riempirà la vita sempre più, ma la sindrome qualche pensierino te lo farà fare.
Comunque e la cosa più figa al mondo, per metterla giù in maniera matura.
Ancora auguri e un bacio al piccolo che stanotte non ti farà dormire. E domani notte neanche. E quella dopo nemmeno.
E so anche che è verbo si scrive con l'accento solo che a volte non rileggo.
Le prime notti non riuscivo a dormire, troppo concentrato sul suo respiro. La mia però è stata un angelo, di notte non si svegliava mai, salvo naso chiuso, una vera sciagura.
Benvenuto Teo!
Ciao Teo, benvenuto! Auguri fortissimi per una vita bellissima, lunga e intensa. Auguri forti e affettuosi ai tuoi splendidi genitori!
Tutto è bene ciò che finisce bene, quindi sincere congratulazioni. E che la forza sia con Teo.
Benvenuto a Teo! Son felice per te, Luigi e per la mamma, che non conosco, ma a cui auguro una prontissima e completa ripresa. E non dimenticare di proporre a Teo, in età debita, il nostro Ken. Magari partendo dalla storia Cuccioli :-)
caro il mio novello papà,
non posso far altro che complimentarmi con te (e consorte)...
auguri sinceri e vivissimi con una punta d felicità
m
Complimenti vivissimi ai due neo genitori!
Un neonato vettoriale riesce a fare tutte quelle cose?
Incredibile!
Auguroni!
Beh, sono felice per te, anzi, per voi, visto che è stato un lavoro di squadra. ;)
Comincia a mettere da aperte i quattrini per quando ti chiederà il suo primo iPhone 15, o l'iPad 9. :D
Grazie di cuore a tutti dalla mamma.
Auguri anche da me, da Chiara e dalla piccola Pilla!!!^^
Signori. Un grazie di cuore per la partecipazione, da parte mia e di mia moglie (che ci ha già pensato due commenti più sopra).
Ringrazio Ale, Gianni, Luca (si, ma che la forza sia anche con meo :), i due Micheli con la "i" e Fabrizio.
@ Dario:
Sapevo che la storia dell'essere padre avrebbe tirato in ballo un tuo bellissimo intervento. E' vero. Ora sono quasi felice di dormire a singhiozzo. E sulla questione del riempire la vita, non posso che darti ragione. Spero di non dimenticare questi giorni, perchè sono una grande palestra di vita.
@ Alessandro:
Come potrei mancare ad un così importante compito? KEN sarà tra le sue letture. Forse non proprio tra le prime prime, ma non mancherà di certo :)
@ Angelo:
Le vie del vettoriale sono effettivamente infinite, Angelo :)
@ Luca:
Mettere da parte i quattrini in questo momento mi sembra cosa abbastanza ardua, tra latte artificiale e pannolini. Ma conto di iscrivere Teo al collocamento il più presto possibile, così si comprerà l'iphone da solo. Se proprio deve, eh :)
anche no! :)
Che dire? Congratulazioni e vivissimi auguri :)
@ Ari:
Anche no, in effetti :)
@ Giulio:
Grazie vivissimamente, Giulio :)
sono fuori tempo massimo??? Voi già lo sapete che vi voglio bene e che ora siete per me dei miti! mi piace vedervi rilassati (anche se dentro non lo siete per niente), giocosi (anche se siete stanchi morti), gentili (anche se mandereste a cagare tutti subito)...
Grazie! La Zia V
Ho letto questo post praticamente che lo avevi appena pubblicato, ma, per la solita cronica mancanza di tempo ma anche per una sorta di timido riguardo verso una notizia tanto felice, lascio solo ora le mie sincere felicitazioni a mamma e babbo.
:)
Ma augurissimiiiiiiiiiiii! Bellissimo post, mi ha commosso...!
Benvenuto Teo!!! Vi auguro tantissima felicità!
Gabry :)
@ Zia Wale:
Buona parte del nostro bel pragmatismo e del nostro savoir faire, si deve anche alle persone che frequentiamo, mia cara zia. Quindi... specchio riflesso.
@ Alberto:
Grazie Alberto :)
@ Gabriele:
Addirittura? Beh, Teo ringrazia sentitamente :)
Auguri!
Ciao
Paolo
Grazie, Paolo ;)
MA ZIO BILLY!!!! (per non dire altro)
BICCO!!! Ma che combini?!?!!
Mi sforni un pargoletto cosi?! ma.. ma io.... oddio un piccolo bicco in giro per il mondo...
Io vi faccio i miei migliori auguri e ve li faccio pubblicamente.
Auguro al piccolo Teo tutto ma tutto tutto tutto il bene del mondo. Gli auguro fantastiche scoperte, gli auguro di imparare con gioia tutto quello che gli gusta, gli auguro di trasmetterlo altrettanto a chi avrà la fortuna di incontrarlo. Insomma sono felice veramente per voi. E per lui. So che sarà amato.
Marco Giudice
Marco!!!
Hai visto come cambiano le cose. Un momento ti giri e il momento dopo... siluuuuuummmmm... ti sforno un pargolo nuovo nuovo di zecca.
Sarà amato si, caro mio, altrochè.
E grazie per le tue belle parole. E scrivimi una mail che è sempre quella (la trovi anche sul mio sito), mentre invece io non se nemmeno se tu sei ancora a Verona.
Un abbraccio forte fortissimo.
Ogni tanto giro nel tuo blog a leggere le cose che mi sono perso - e sono tante perché hai prodotto senza soste - e oggi ho riletto questo e mi è piaciuto tanto tanto tanto.
Dietro l'illustratore pulitissimo (apparentemente algido) c'è un cuore bruciante e selvaggio che chiede e risponde amore.
@ Zibibì:
Si, la passione brucia ogni cosa. E grazie a te ho riletto anch'io questo vecchio post. Sembrano passati anni, da allora. Invece sono solo 9 mesi. 9 mesi intensi dove tutto è cambiato, ma dove tutto sembra rimasto uguale. A parte Teo, intendo, che è alla soglia dei dieci chili e più vorace di prima :)
Grazie per aver letto e apprezzato.
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