12.5.11

Perchè odio Mark Millar

Che in realtà non è vero. Io non odio. Ne sono incapace, a meno che non sia strettamente necessario. Allora si. Ma il titolo di questo post è sensazionalistico e costruito in modo da suscitare stupore e costernazione fine a sé stessa, esattamente come i fumetti scritti dal prode sceneggiatore scozzese, autore ormai di tutto e di nulla e nelle cui mani, insieme a quelle di Bendis, versa tutto il destino della maggior parte delle serie della Casa delle Idee.



Allora. Premetto che Mark Millar non mi dispiace, in alcuni casi. Ad esempio quando ha scritto storie slegate dai principali personaggi del fumetto mainstream a stelle e strisce. Quindi si, al Millar di Chosen o di Wanted (per quanto gli argomenti trattati in quest'ultima opera non hanno suscitato in me il benchè minimo interesse). Kick-Ass non l'ho ancora letto. E se dobbiamo rientrare nel mainstream di cui sopra, non mi sono dispiaciute nemmeno la sua run su The Authority, la sua seconda serie sugli Ultimates e 1985. Da qui a gridare al miracolo ce ne passa, in ogni caso.




Principalmente c'è da dire che Millar non ha inventato assolutamente nulla con gli Ultimates. La tanto vociferata reinterpretazione degli eroi secondo i canoni moderni, si è rivelata una farsa senza precedenti che ha portato come risultato solo la conseguente, inutile e scialba, stigmatizzazione di quelli classici. Basti dire che, secondo una strana selezione naturale operata dall'autore stesso, per appartenere agli Ultimates, basta essere alcolizzati o mezzi fascisti o bastardi che staccano le teste o picchiatori tamarri o sospettati di incesto. In ogni caso aspetti che se sembrano convogliare in una sfera di realismo più allineato ai nostri tempi, lo si deve solo a chi ha portato in passato tali temi in una revisione sistematica al passo con i tempi nei fumetti americani. Ad esempio Warren Ellis con la sua prima Authority.


Si. Gli Ultimates di Millar, possiamo girarci intorno quanto volete, non sono nient'altro che l'Authority di Ellis. Nella prima serie dei Vendicatori Ultimatizzati di Millar, la trama entra sul retro di un francobollo:

"Hulk si incazza, gli Ultimates devono fermarlo".

Poi, per carità, qualcos'altro sul fuoco Millar ce lo mette. Ma è in occasione della seconda serie che imbastisce qualcosa di quantomeno leggibile. Qualcosa che possa sembrare "figo", insomma. Come cerca di far apparire tutte le cose che scrive: "fighe". E probabilmente, con un quindicenne come lettore centra il bersaglio in pieno.

Se però mi metto ad esaminare le altre sue opere, non mi viene in mente davvero nulla di particolarmente buono, se non episodi sporadici. Tutto il resto tende ad affossare l'universo Marvel in generale.

Quello che cerca di fare Millar nei suoi fumetti, è arrivare sempre agli stessi risultati senza dover per forza scendere a compromessi (di questo bisogna dargli merito). Stupire, sconvolgere, stravolgere chi legge con trovate roboanti, colossali esasperazioni della trama e dei temi trattati. Come se volesse colpire il lettore allo stomaco, ma con dei pugni di plastilina. Che si fottano il realismo, la continuity di decine d'anni e pure i valori che sono sempre stati presenti in quei fumetti (e per valori non intendo certo quelli puritani in stile "lieto fine"). Ci basti vedere tanti lividi, tanto sangue e qualche dipartita improvvisa. Soprattutto queste ultime. In tutte le sue opere ci sono morti eccellenti che poi non lo sono.

Cos'altro ha scritto?


Marvel Knights Spiderman: Non esiste trama, qui. Peter Parker nei panni di Spiderman le prende seriamente sempre e da chiunque. Botte da orbi, lividi, ospedali. L'incipit dell'opera era "L'Uomo Ragno come non l'avevate mai visto". E per tenere fede a questo incipit, riempiamo di mazzate Spiderman. Non fa una grinza. Niente storia. Un videogioco e nient'altro.


Vi ricorda qualcos'altro? Wolverine: Nemico Pubblico. Un'altro grosso videogiocone pieno di mazzate sonore. Wolverine contro Elektra, Wolverine contro Capitan America, Wolverine contro i Fantastici 4, Wolverine contro Devil e via discorrendo (due coglioni lunghi lunghi). E le prende da tutti, guarda un po'. "Un Wolverine come non l'avevate mai visto". Vabbè.

Intanto qui ci rendiamo conto che Millar la lezione l'ha imparata come si deve. Trova spazio alla Marvel e chiede di collaborare solo con i più grandi (ovvero coloro che già da soli fanno vendere copie a prescindere). Quindi dopo aver chiesto Terry Dodson per Spiderman, qui troviamo John Romita Jr e poi quelli che, di volta in volta, si confermeranno essere sotto la luce dei riflettori al momento.

E poi voglio farla breve:



Civil War scorre bene ed è piaciuta a tanti. Io trovo che per quanto sia scritta bene, si regge in equilibrio precario su presupposti tirati a cazzo. Quello che non posso proprio perdonare a Millar è di aver trasformato (senza nessuna ragione ma solo a suo uso e comodità) Tony Stark in un avvinazzato, arrogante, presuntuoso signorotto del nulla, l'Uomo Ragno in un imbecille e basta, Reed Richards in un terrorista assassino senza più una morale. A questo punto preferirei che i fumetti li scrivesse Bret Easton Ellis (e ci mancherebbe pure).


La sua prima run su Fantastic Four in coppia con Bryan Hitch è impareggiabile. Non ha un senso che sia uno. Un robot scappa da un laboratorio da qualche parte e i Fantastici 4 devono fermarlo. E' solo un cazzo di robot, ma per renderlo una minaccia, Millar lo fa incontrare con tutti (tutti!) gli eroi Marvel, Vendicatori, X-Men e via dicendo, che usciranno dallo scontro tutti morti e mezzi morti. E il robot continua imperterrito per la sua strada. E poi arrivano i Fantastici 4 e lo mettono KO. E io, di nuovo, avrei preferito leggere una run scritta da qualcun altro. Magari Gianni e Pinotto.


Wolverine: Old Man Logan non l'ho letta e non la leggerò. Magari mi sono perso la sua opera migliore, non ne ho idea. Anzi, se l'avete letta voi, fatemi sapere.


Per il resto dell'Ultimate Universe, di Ultimate Comics: Avengers mi è capitato di leggere solo i primi due numeri. Con questi ho finito di comprare tutta la serie e tanto basti. Non aggiungo più nulla. La prima serie di Ultimate Fantastic Four non mi era dispiaciuta e per quanto riguarda gli Ultimate X-Men, dopo aver letto anche qui la prima serie, ho pensato che fosse più adatto ad un pubblico giovane, visto che i ragazzi x sono dipinti come adolescenti disturbati, schizofrenici, cocainomani e minchioni. Poi ci sono tutti i suoi nuovi progetti in corso di serializzazione negli USA, intorno ai quali è stato bravo nel creare e scatenare hype a profusione. Robe tipo Nemesis e Superior o Kick-Ass 2.
Conclusione.
Questo sarebbe l'autore che ha riscritto i supereroi Marvel e non? Cosa deve fare un bravo scrittore di fumetti? Se mi chiedono di scrivere Tex e scrivo una bella storia ma con un Tex fetente (ammesso che me la facciano scrivere), ho fatto bene il mio lavoro? Oppure ho scritto il cazzo che mi pareva usando il personaggio principale solo come pretesto? E se mi piace scrivere solo il cazzo che mi pare, perchè non scrivo solo quello invece di impelagarmi in cose di altri?
Perchè altrimenti non salgo alla ribalta tanto agognata.E per soldi, ovviamente.
E non dico che non siano motivi sufficientemente validi.

8 commenti:

Fabio di Campli ha detto...

penso che Millar sia un valente sceneggiatore, ma ha comunque sempre ragione sir Moore.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Luca:
Non è tanto un'incazzatura quanto un chiarimento con chi ogni volta che esce qualcosa firmato da Millar (e sono tanti) urla al miracolo. Non ci ho mai letto tutta questa innovazione che gli si attribuisce.

Come dicevo, anche a me non sono dispiaciute le prime due serie degli Ultimates. Soprattutto per la resa dei personaggi che, per quanto negativa io possa considerarla, ha comunque suscitato riflessioni. Non dico che dei supereroi debbano per forza essere buoni (è molto più comodo che sia il contrario o che la cosa sia velata e indefinita) ma l'impressione di aver guardato dei disadattati che sfilano su una passerella, è rimasta.

Le forzature delle quali parli, non le hai notate solo tu, tranquillo. Ce ne sono in un po' tutte le sue storie. E sono d'accordo con te sulla situazione prettamente grafica. Come dicevo Millar ha capito bene che deve sempre lavorare con i migliori. Anche a me piacciono i vari Terry Dodson e (anche) John Romita Jr. Ho amato Bryan Hitch, anche se ho notato che dopo i cicli su Ultimates, è calato davvero tanto (vedi "Cap America: Rinato").

Non so, è che mi sembra che considerare Millar un assoluto must have per tutti gli appassionati di comics, mi sembra irrispettoso per tutti quegli autori che si sono fatti il culo rispettando le ideologie di fondo (alcune delle quali fondamentali e necessarie) dei vari personaggi dei quali hanno scritto le gesta.

Però, e qui chiudo, probabilmente è sbagliata la mia generazione o forse solo per via del fatto che non leggo più tanti comics americani, non sono il target adatto sul quale Millar possa attecchire appieno.

Grazie per il lungo commento, Luca :)

LUIGI BICCO ha detto...

@ Fabio:
Ciao Fabio. Alan Moore? Ad esempio, si. Tanto per fare un nome di uno che quando si è messo a scrivere su personaggi mainstream (a parte il suo ciclo sui Wildcats di Jim Lee) è sempre riuscito a tirarne fuori piccoli gioielli senza stravolgere "ad minchiam" le cose, come si suol dire :)

E questo non perchè Alan Moore è Alan Moore. Ma perchè le sue storie che ho letto (quasi tutte, mi sembra) effettivamente girano come Dio comanda. E non ha mai avuto bisogno di grossi nomi che lo accompagnassero nella parte grafica. E non ha mai avuto bisogno di far morire personaggi. E non ha mai avuto bisogno di un sacco di altre cose.

Ma considero Moore un'eccezione alla regola, uno scrittore sopra le parti, e sarebbe ingiusto confrontarlo con altri nomi.

Mirko ha detto...

Bel post, per quello che ho letto condivido in pieno. Wanted mi piaceva (peccato sia invecchiato cosi in fretta).

LUIGI BICCO ha detto...

Ciao Mirko. Si, anch'io credo che Wanted non sia "durato" granché. Poi alcune scene del film (che non ho visto), l'hanno affossato ancora di più :)

Alberto Camerra ha detto...

Per quanto mi riguarda, l'universo ultimates mi fa lo stesso effetto di quello amalgam (l'incrocio tra dc e marvel per far saltar fuori un ibrido di questo e di quello), ovvero; mal di stomaco.
Solo su una cosa non sono in accordo con te; a me i suoi Fantastici Quattro sono piaciuti. Sarà stato per l'apporto grafico, sarà stato perchè il quartetto, da tempo immemore, non ha avuto autori degni di questo nome (e sono costretto a comprarli solo per affetto dal primo numero star, e ancora prima corno, stendo un velo pietoso sui comprimari), comunque ho letto davvero di peggio su Reed & co.
L'ultimo grande innovatore che ho visto alla Marvel è stato Peter David (e sotto certi aspetti anche Kevin Smith).

CyberLuke ha detto...

Caspita, sei incazzato di brutto col vecchio scozzese (mai lette tante parolacce su un tuo post)!
Dirò subito che la mia conoscenza in fatto di fumetti sia una frazione rispetto la tua, e che, a torto o a ragione, mi capita solo in seconda battuta di guardare chi è l'autore della storia che ho appena letto.
In genere, mi faccio guidare dalla bontà del disegno (imprenscindibile, per il mio modo di vedere), da quello che riesco a intuire della storia sfogliandola in fumetteria, e se i personaggi appartengono a serie a me care.
È così, ad esempio, che mi sono portato a casa Wanted, superbamente disegnato ma con una storia probabilmente non all'altezza.
Poi, quando vedo qualcosa disegnato da Brian Hitch, capitolo quasi immediatamente e metto mani al portafogli.
È così che ho letto Authority, che, nonostante gli strombazzamenti della critica, non mi ha colpito più di tanto.
Idem dicasi per il ciclo dei Fab4: mi pascevo delle megatavole di Hitch, ma il sensazionalismo un po' artificioso di Millar si percepiva.
Civil War, beh, non è male, a patto di seguire parecchie altre storie collaterali (come voleva la Marvel), ma si sente un po' la puzza di trovata per risollevare le vendite fiacchine.
Di Kick Ass ho già detto: ho apprezzato il realismo portato all'estremo (dimentica la versione da tv dei ragazzi vista al cinema), e mi sono fatto piacere persino i disegni del poco amato John Romita jr.
Quanto a Wolverine, Marvel Knights, Old Man Logan, Ultimate X-Men non li ho mai letti, quindi non mi pronuncio.
Un paragrafo a parte lo dedico, invece, ad Ultimates.
Leggo che non ti è piaciuta la scelta di rileggere personaggi storici come Capitan America, Iron Man o Giant-Man come individui borderline e assai poco aderenti al concetto tradizionale di "eroe".
Ed è vero che non si tratta di una scelta nuovissima, ma io l'ho trovata funzionale.
Ho detestato Rogers fin da quando fa il saluto militare a Bush e si comporta da ottuso galletto imperialista per il resto della serie, ho simpatizzato subito col Thor new age e con l'umanissimo Henry Pym defraudato della mogliettina e ridottosi a far parte di un gruppo scalcinato di supereroi senza poteri come i Difensori.
E se la prima stagione era buona, la seconda l'ho trovata fantastica.
Coi dovuti però. Ci sono, in certi punti della storia, delle svolte (leggi: forzature) nella sceneggiatura inspiegabili, e tuttora mi chiedo se sono stato il solo a notarle.
Ma, te l'ho detto: di fronte quei disegni, sono disposto a perdonare un bel po' di cazzate.
Forse è per questo che la terza stagione non l'ho proprio digerita, con quei colossi inverosimili disegnati da Madureira, ne' i nuovi Ultimate Avengers (ma come, non si era rinunciato al nome Vendicatori?)…
ma credo che l'intera serie vada vista, ripeto, come un'alternativa all'universo classico.
Che poi sia un espediente per vendere, non dico di no.
Però, in taluni casi, funziona: alcune storie di Ultimate Spiderman non le ho trovate malvagie, e il crossover Ultimate: incubo con gli X-Men e la reinvenzione di Visione mi è parso veramente ottimo.
Poi, si sa, sono i nostri gusti in finale a farla da padrone. ;)

LUIGI BICCO ha detto...

@ Alberto:
Non mi espongo più di tanto sui suoi Fantastici Quattro perchè ho letto solo ed esclusivamente la prima serie di episodi che, appunto, non mi sono piaciuti per nulla. Il resto, magari, era meglio, anche se so che c'era in scena (dichiaratamente fin dall'inizio) la morte di Susan Storm.
Sono d'accordo con te su Peter David, uno degli ultimi a fare in grande lavoro di revisione. Ma credo che di altri autori "revisionisti" alla Marvel ce ne siano, solo che passano un po' più inosservati per via del loro "basso profilo" (Brubaker, Whedon, Carey, Milligan).

@ Luca:
Fortunatamente Blogger ha ripristinato il tuo lungo commento e mi fa molto piacere. La mia risposta era lunga e ragionata ma, a differenza della tua osservazione, è stata completamente cancellata.
Maledetto blogger >:[

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