E' arrivata a conclusione la collana che la Gazzetta, in collaborazione con Panini Comics, ha dedicato a Thorgal, opera tra le più note dello scrittore Jean Van Hamme, impreziosita, e non poco, dalla quarantennale devozione grafica del disegnatore polacco Grzegorz Rosinski.
E' stata una lunga e affascinante lettura che mi ha tenuto compagnia per un anno intero ed è stato anche l'unico appuntamento che ho portato avanti nella lettura, settimana dopo settimana, senza mettere pause tra un albo e l'altro. E mi dice più questo, rispetto alla serie, che non le tante parole che potrei spendere per descrivere la lunga saga della famiglia Aegirson.
Considerato come uno dei più grandi classici della bande dessinée, Thorgal fa il suo esordio nel lontano 1977, grazie anche alle edizioni Le Lombard, e per i lettori fu subito chiaro che quella che avevano sotto gli occhi non era una serie come le altre e che, cosa ancor più gradita, riusciva a sfuggire facilmente ad ogni tentativo di apporre un'etichetta o un genere.
In Thorgal, infatti, ci puoi trovare storia, tragedia, heroic fantasy, mitologia, fantascienza, avventura, romance, guerra e parecchie altre cose.
La storia principale è quella della famiglia Aegirson, appunto, composta dallo stesso Thorgal, dalla moglie Aaricia e dai figli Jolan e Lupa, destinati come il padre ad avventure più grandi di loro, al cospetto di demoni, dei nordici, mondi fantastici e dimensioni alternative.
Le cose più interessanti della serie sono le trame (e trattandosi di Van Hamme, su questo non avevo molti dubbi) e la capacità del suo autore di amalgamare generi e stili diversi tra loro, dove il lettore non ha mai l'impressione di leggere un pastiche, ma anzi si trova di fronte ad un nuovo, atipico affresco narrativo, originale in quanto a tematiche e trattamento. Tanto da sfiorare il capolavoro, come nel caso del ciclo del Paese di Qa e di Black Zarith o di alcune storie singole che giocano sui paradossi temporali.
Per non parlare di un Rosinski mai sotto tono e della sua continua ricerca, che dura ancora oggi, verso uno stile definitivo. Lungo i 35 albi, il disegnatore polacco è partito da uno stile acerbo e più "americano", per passare a tavole descrittive impreziosite da un affascinante tratteggio dal sapore squisitamente europeo (stile che personalmente ho preferito tra tutti), per finire poi, nell'arco degli ultimi dieci anni, ad uno stile realistico pittorico dietro il quale si cela un lavoro impressionante (Rosinski ha disegnato diversi albi dipingendo ogni vignetta in grande dimensione, trattando ognuna di esse come un quadro indipendente).
Le serie spin-off, infine, Kriss di Valnor, La Giovinezza di Thorgal e Lupa, vivono di vita propria ma rappresentano allo stesso tempo un compendio perfetto alla serie principale (ottima l'idea della Gazzetta di proporle in ordine cronologico). In particolare Kriss di Valnor, personaggio tra i più affascinanti e "carismatici" del fumetto francese, ha goduto degli ottimi testi di Yves Sente e dei meravigliosi disegni di Giulio De Vita.
Cose brutte? Non ne ricordo nemmeno una. L'accanimento con il quale Van Hamme (e Yves Sente e Xavier Dorison dopo di lui) fa scontrare la famiglia Aegirson con le grandi (e tante) tragedie umane e meno umane, non mi sembra una di queste, come invece asserisce qualcuno. E su vari forum si legge di come si siano rivelati "noiosi" alcuni degli albi spin-off.
Sono d'accordo sul fatto che spesso non c'è stato paragone rispetto alla serie principale, ma la questione è che, nonostante tutto, per quanto meno interessanti, si sono rivelati in ogni caso una lettura molto più stimolante di tanta altra roba sparsa in giro.
Un applauso, infine, va a Gazzetta e Panini che sono riuscite a portare in edicola 50 albi curati in ogni dettaglio (compresi una buona parte di extra e dietro le quinte) ad un prezzo (2 euro e 99) che chiamare ridicolo è poco.
Una gran bella esperienza di lettura che cercherò di portare avanti, sperando che la Panini continui a stampare i vari albi singolarmente.
Evviva Thorgal.
Considerato come uno dei più grandi classici della bande dessinée, Thorgal fa il suo esordio nel lontano 1977, grazie anche alle edizioni Le Lombard, e per i lettori fu subito chiaro che quella che avevano sotto gli occhi non era una serie come le altre e che, cosa ancor più gradita, riusciva a sfuggire facilmente ad ogni tentativo di apporre un'etichetta o un genere.
In Thorgal, infatti, ci puoi trovare storia, tragedia, heroic fantasy, mitologia, fantascienza, avventura, romance, guerra e parecchie altre cose.
La storia principale è quella della famiglia Aegirson, appunto, composta dallo stesso Thorgal, dalla moglie Aaricia e dai figli Jolan e Lupa, destinati come il padre ad avventure più grandi di loro, al cospetto di demoni, dei nordici, mondi fantastici e dimensioni alternative.
Le cose più interessanti della serie sono le trame (e trattandosi di Van Hamme, su questo non avevo molti dubbi) e la capacità del suo autore di amalgamare generi e stili diversi tra loro, dove il lettore non ha mai l'impressione di leggere un pastiche, ma anzi si trova di fronte ad un nuovo, atipico affresco narrativo, originale in quanto a tematiche e trattamento. Tanto da sfiorare il capolavoro, come nel caso del ciclo del Paese di Qa e di Black Zarith o di alcune storie singole che giocano sui paradossi temporali.
Per non parlare di un Rosinski mai sotto tono e della sua continua ricerca, che dura ancora oggi, verso uno stile definitivo. Lungo i 35 albi, il disegnatore polacco è partito da uno stile acerbo e più "americano", per passare a tavole descrittive impreziosite da un affascinante tratteggio dal sapore squisitamente europeo (stile che personalmente ho preferito tra tutti), per finire poi, nell'arco degli ultimi dieci anni, ad uno stile realistico pittorico dietro il quale si cela un lavoro impressionante (Rosinski ha disegnato diversi albi dipingendo ogni vignetta in grande dimensione, trattando ognuna di esse come un quadro indipendente).
Le serie spin-off, infine, Kriss di Valnor, La Giovinezza di Thorgal e Lupa, vivono di vita propria ma rappresentano allo stesso tempo un compendio perfetto alla serie principale (ottima l'idea della Gazzetta di proporle in ordine cronologico). In particolare Kriss di Valnor, personaggio tra i più affascinanti e "carismatici" del fumetto francese, ha goduto degli ottimi testi di Yves Sente e dei meravigliosi disegni di Giulio De Vita.
Le tre serie spin-off "I Mondi di Thorgal": "Kriss di Valnor", "La Giovinezza" e "Lupa".
Cose brutte? Non ne ricordo nemmeno una. L'accanimento con il quale Van Hamme (e Yves Sente e Xavier Dorison dopo di lui) fa scontrare la famiglia Aegirson con le grandi (e tante) tragedie umane e meno umane, non mi sembra una di queste, come invece asserisce qualcuno. E su vari forum si legge di come si siano rivelati "noiosi" alcuni degli albi spin-off.
Sono d'accordo sul fatto che spesso non c'è stato paragone rispetto alla serie principale, ma la questione è che, nonostante tutto, per quanto meno interessanti, si sono rivelati in ogni caso una lettura molto più stimolante di tanta altra roba sparsa in giro.
Un applauso, infine, va a Gazzetta e Panini che sono riuscite a portare in edicola 50 albi curati in ogni dettaglio (compresi una buona parte di extra e dietro le quinte) ad un prezzo (2 euro e 99) che chiamare ridicolo è poco.
Una gran bella esperienza di lettura che cercherò di portare avanti, sperando che la Panini continui a stampare i vari albi singolarmente.
Evviva Thorgal.