2.12.16

Il Mastino dei Baskerville

In una lettera indirizzata al suo editore, Arthur Conan Doyle appariva letteralmente scioccato alla scoperta delle edicole di Londra prese d'assalto la mattina (dell'agosto 1901) in cui venne distribuito ufficialmente il numero di The Strand Magazine con il primo capitolo de Il Mastino dei Baskerville.
Questo giusto per sottolineare quanto seguito popolare generassero le avventure di Sherlock Holmes o quanto lo stesso Doyle non fosse ancora abituato a quel tipo di successo, nonostante la sua creatura di carta più celebre avesse ormai ampiamente superato il giro di boa.
Ovviamente c'è da dire che la curiosità dei lettori fu ampiamente solleticata da un'attesa durata ben otto anni. Nel dicembre del 1893, infatti, Doyle fece precipitare il suo personaggio verso morte certa tra le cascate di Reichenbach in compagnia del suo mortale antagonista, nel racconto L'Ultima Avventura (te ne avevo parlato qui). E fu proprio con il Mastino dei Baskerville che lo scrittore decise di riportarlo in vita (ma qui solo in modo postumo, attraverso una storia avvenuta prima del suo decesso) in seguito alle ripetute insistenze dei lettori, del suo editore e, leggenda vuole, della stessa madre di Doyle.


Prendendo spunto da una vecchia leggenda inglese narratagli da un amico, Doyle scrive una storia ambientata nella nebbiosa brughiera del Dartmoor, nel Devon, dove l'anziano sir Charles Baskerville viene trovato morto nel cortile della sua villa, apparentemente ucciso da un grosso spavento. Il suo medico personale e amico, James Mortimer, è invece convinto che il responsabile della morte dell'uomo sia un'orribile creatura, un gigantesco mastino, che sembra perseguitare gli eredi maschi della famiglia Baskerville in seguito ad una lunga maledizione.
Per risolvere il mistero e proteggere il giovane sir Henry, erede di sir Charles, giunto in Inghilterra per prendere possesso delle proprietà dello zio appena deceduto, il dottor Mortimer chiede aiuto a Sherlock Holmes, il quale rifiuta ovviamente l'idea di una maledizione ma, attirato dall'intrigante vicenda, decide di occuparsi del caso.


Nella mia regolare rilettura dell'opera di Doyle, Il Mastino dei Baskerville si pone probabilmente come il romanzo più avvincente del canone sherlockiano (di sicuro il più celebre, insieme a Uno Studio in Rosso), intriso com'è di elementi soprannaturali, nati però più per essere puntualmente smascherati dal detective più famoso del mondo.
Stiamo appunto parlando di uno dei più grandi classici della letteratura di genere del secolo scorso, nonché di un caso editoriale tra i più clamorosi. Un romanzo che influenzerà decine di altri standard investigativi e ispirerà una moltitudine non indifferente di adattamenti cinematografici, riconosciuti e non, che per la maggior parte delle volte hanno forse preferito dare più spazio agli elementi soprannaturali della vicenda (tra quelli più rispettosi dell'opera originale, va invece segnalata l'oscura e tetra versione in bianco e nero del 1939, interpretata da Basil Rathbone).

Un gran bel romanzo.

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