11.11.16

Nathan Never Anno Zero

Lo hanno già detto in tanti, ma vale la pena ribadirlo. Quello che trovi all'interno della miniserie di sei numeri Anno Zero, è il Nathan Never che potrebbe piacere a tutti i vecchi aficionados.
Quello orchestrato da Bepi Vigna è un Agente Speciale Alfa scritto e dedicato ai nuovi lettori, si, ma soprattutto a quelli che "eh (sospirone), ma il Nathan Never dei primi venti numeri...".
Una revisione certosina da un punto di vista quantomeno interessante. Una riscrittura molto particolare che in casa Bonelli, a memoria, non era mai stata fatta. Non credo di farti un torto (o di fare spoilerùme vario) se ti dico che il Nathan che troverai tra queste pagine, insomma, è quello che potrebbe essere esistito per davvero, mentre quelle che hai imparato a conoscere negli ultimi 25 anni sono le gesta che ci sono state riportate da terzi.


La storia comincia ai tempi in cui Nathan Never era un semplice sergente della polizia metropolitana e finisce nel momento in cui Solomon Darver prende il posto di Edward Reiser alle redini dell'Agenzia Alfa. Ma il nocciolo degli eventi sta tutto nel mezzo, ovvero nella famigerata ricostruzione dello straziante omicidio di Laura, la moglie di Nathan, e della "perdita" della figlia Ann, raccontatata per la prima volta alla fine del 1992 negli indimenticabili albi 18 e 19 ("L'Abisso delle Memorie" e "L'Undicesimo Comandamento"), episodi scritti magistralmente da Michele Medda e disegnati divinamente da un inarrivabile Nicola Mari.

Ciclo di storie che la Bonelli ha ristampato per l'occasione
proprio in questi giorni in un elegantissimo volume da libreria.

Rispetto a quello che i vecchi lettori sanno, che cosa è davvero accaduto quella notte? Qual era il ruolo del Professor Hicks? Come si è formata davvero l'Agenzia Alfa e con quali scopi? Cosa si nasconde nelle sue fondamenta? Chi è Edward Reiser? Qual è stato il ruolo della procuratrice Sara McBain? Chi era il pluriomicida Ned Mace? Cosa ha distrutto la mente di Ann? E Nathan Never è davvero colpevole di quanto successo la notte in cui ha perso la sua famiglia? Riuscirà a recuperare i pezzi dei suoi disgraziati ricordi? ("NATHAN NEVER LO SA! Da giugno Nathan Never in edicola!").

Insomma, nel caso tu te le sia mai fatte, avrai una risposta a tutte queste domande. Vigna mette sul piatto parecchia carne al fuoco e soprattutto strizza l'occhio di continuo a quel vecchio, vetusto lettore che vuole sentirsi al centro dell'attenzione. Chicche, quisquilie, per carità, ma tutto fa brodo L'Ispettore Ishimori, l'androide Mac e il suo negozio di anticaglie, la Dottoressa Leyla Duchateau, Legs in carcere per l'omicidio dell'ex marito, le origini di Sigmund, le vicine di casa e il loro disastroso Klontz (si, ho anche quell'albo, da qualche parte). Manca solo l'imponente figura di Aristotele Skotos, ma mi rendo conto che da solo avrebbe riempito pagine e pagine.


Ma al netto degli intenti, questo Anno Zero mi è piaciuto si o no? La risposta è yessa, ma con accorta moderazione.
Forse sei albi sono troppi. In questo modo la vicenda respira il giusto, ma al centro ne prende sin troppa, di aria. E per quanto sia scritto benissimo (sapevamo già che Vigna è tipo attento a non cadere nelle facilonerie), è privo di pathos dove meritava e i colpi di scena, che ci sarebbero anche, vengono annacquati da una scrittura forse troppo lenta e meticolosa (molto forte, però, quello finale su Laura).
Roberto De Angelis non l'ho ancora citato. Lo faccio adesso per dire che un uomo che si carica sul groppone sei numeri alla volta, è un uomo coraggioso. Che le sue tavole sono belle. Forse un pelo meno del suo standard altissimo, ma immagino che abbia dovuto anche correre. E non poco. Il suo Nathan Never è IL Nathan Never per eccellenza. Tranne sulle copertine. Quelle non mi sono piaciute (e nemmeno i colori). Non tutte, almeno. Pace.

Unico appunto: tra l'ultimo Nathan Never di Antonio Serra (#301-303) che forse appartiena ad una realtà alternativa e quello di Vigna, quello "reale" letto in questa miniserie, mi chiedo però se a questo punto non si sia generato un pelo di confusione nel lettore e se sia opportuno dare seguito a queste storie (anche se mi è sembrato di capire che Vigna ha lasciato aperto uno spiraglio per un eventuale seguito di Anno Zero).


Personalmente quello che mi mancava era proprio il Nathan Never più urbano, quello più "bladerunneriano". Con i livelli di Città Est spesso protagonisti o gli elementi fantastici che non sfociavano mai (o quasi mai) in altri generi, rimanendo nei canoni classici di scienza e fantascienza.
E anche se di fantascienza vera e propria in Anno Zero ce n'è poca (siamo più nel campo del thriller e del giallo investigativo) e che non si tratta di una storia per cui strapparsi i vestiti (ma chi l'ha detto poi che una storia deve portare sempre a cambiare guardaroba?) devo ammettere che mi piacerebbe continuare a leggere storie di questo stampo.

3 commenti:

CyberLuke ha detto...

Toh! Ecco una cosa che non avevo notato: le sei copertine, accostate, formano un disegno unico.
Carino!
Per il resto, condivido, più o meno parola per parola, le tue impressioni: e, una volta di più, oziosamente mi chiedo come verrebbe fuori una trasposizione live action cinematografica del buon Nathan, come tanto è di moda nell'ultimo decennio.
Però poi penso a quella sequela di errori commessi col film di Dylan Dog, e penso: naah, meglio così.

LUIGI BICCO ha detto...

Mah. Non so come verrebbe fuori un film. Di pellicole con gli stessi temi e le stesse atmosfere ce ne sono parecchie e forse ne verrebbe fuori qualcosa di già visto.
Magari una serie tv. Anche se questo vorrebbe dire un grosso dispendio economico che solo in America potrebbero sobbarcarsi. Insomma, ho i miei dubbi che la cosa possa mai concretizzarsi. Mai dire mai, per carità. Nessuno si sarebbe aspettato un "recupero" come quello di Dylan Dog. Ma come sottolinei anche tu, piuttosto che vedere uno scempio del genere, preferisco che non se ne faccia niente.

Fortunatamente non ci mancheranno cose sci-fi da vedere, nel prossimo periodo, tra il film di "Ghost in the Shell" (speriamo!) o le serie tv "Dirk Gently's Holistic Detective Agency" e "Legion".

LUIGI BICCO ha detto...

Ovviamente ho citato Ghost in the Shell perché ho appena visto il primo trailer fresco fresco di pubblicazione:

https://www.youtube.com/watch?time_continue=145&v=hxeR9Nu0nQs

Ma boh. Non so cosa dire.
O film interessante o ennesima bufata.

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