6.4.16

Sotto il Sole di Mezzanotte


Facendo propria un'eredità così pesante come quella di Corto Maltese, ci sono solo due modi per portarla avanti: o ripercorri pedissequamente la strada tracciata dal suo autore originale o decidi di ripartire da zero, con sommo rispetto di quanto già fatto, ma aggiungendo tasselli nuovi all'opera.
In Paesi come l'Italia o la Francia, il peso della tradizione è un fardello imponente (non che sia sbagliato tenerne conto) ed era chiaro che si decidesse di prendere più o meno la prima strada (ma quanto sarebbe stato bello leggere la storia di Joann Sfar e Christophe Blain?).

Sommariamente, Sotto il Sole di Mezzanotte nasce con questi auspici.

Nelle note al volume, lo scrittore madrileno Juan Dìaz Canales dice di aver voluto in realtà dare la propria interpretazione di Corto, cercando di aggiungere cose nuove anziché usare solo quelle che aveva a disposizione. E che nella scelta del cartoonist è stato naturale confermare, alla fine di un percorso di ricerca, il suo amico e connazionale Rubén Pellejero.
Benché Pellejero abbia citato inevitabilmente Hugo Pratt tra le sue influenze (e quelle che a sua volta erano dello stesso Pratt, come Milton Caniff), anche lui afferma di aver scelto di lavorare all'albo, NON volendo ripercorrere troppo rigidamente il sentiero tracciato del Maestro di Malamocco.

Per quanto decise possano essere sembrate le loro intenzioni, però, i due autori spagnoli non sono riusciti propriamente negli intenti che si erano prefissati. In particolare Pellejero che, oltre a riprendere la struttura della tavola tipicamente prattiana (le quattro strisce orizzontali), spesso ha riproposto anche i "vezzi" più classici dell'autore, dalla postura dei personaggi a certe inconfondibili inquadrature.


Canales, che è sceneggiatore valente e assai capace, autore di quel piccolo capolavoro che è Blacksad, sapeva di dover fare i conti prima di tutto con l'idea romantica che Corto Maltese ha da sempre suggerito ai propri lettori. Spedirlo dove aveva già lasciato il segno sarebbe stato come tirarsi una zappa sui piedi. Di conseguenza decise di mandarlo in posti dove non aveva mai messo piede prima, ovvero tra gli Stati Uniti del nord e l'Alaska. E visto che i rimandi alla letteratura con i quali Pratt infarciva le sue storie sono sempre piaciuti (in particolare anche a chi notoriamente al fumetto prestava poca attenzione), Canales farà pervenire a Corto una lettera firmata dal suo amico Jack London (QUEL Jack London), dove questi gli chiede un ultimo favore: Corto dovrà consegnare a sua volta una lettera ad un amore di gioventù dello scrittore americano per poi dirigersi nel suo cottage in Alaska per ritirare il suo "regalo". Inutile dire che le cose non saranno per niente facili.


In ogni caso, per far accadere tutto ciò Canales doveva ambientare la sua storia nel 1915 (l'anno prima della morte di London, quando lo scrittore soffriva di dolori atroci per via della sifilide) per piazzarla sugli stessi percorsi che fino a qualche anno prima avevano visto la disperata corsa all'oro canadese (si, proprio quella del Klondike durante la quale lo stesso London ambientò uno dei suoi romanzi più celebri, Il richiamo della foresta). E tutto questo "mentre in Europa divampano i primi fuochi della Grande Guerra".
Per amor di precisione, cronologicamente questa avventura di Corto Maltese si colloca quindi tra Una ballata del mare salato, in giro per l'Oceania e sull'Oceano Pacifico, e Il segreto di Tristan Bantam in sud America (anche se una piccola incongruenza, o forse no, vede Corto Maltese desiderare, nella storia di Canales, di raggiungere immediatamente l'Europa).

Personalmente, come ho già avuto modo di dirti, da questa storia non mi sono mai aspettato una storia del Corto Maltese di Pratt, anche perché, come ben sai anche tu, Pratt è morto. E se voglio rileggere le sue cose, mi piazzo davanti agli scaffali della mia libreria e non ho che l'imbarazzo della scelta.
Quel che mi aspettavo era una storia rispettosa del personaggio. E che non fosse una brutta storia da leggere. Nient'altro. Un piccolo viaggio che mi riportasse alla mente le vecchie storie, magari, ma che mi suggerisse anche qualcosa di nuovo, senza pretendere troppo da questi nuovi autori che avrebbero di certo tirato fuori qualcosa di diverso da quello che avrebbe fatto Pratt. Com'era giusto che fosse, tra l'altro. 


Una puntualizzazione sulla verve narrativa di Pratt che sembra fare così tanto la differenza. I punti salienti sono nei particolari: quei momenti assurdi in cui i suoi personaggi parlano per monosillabi, quegli sterminati silenzi e quegli sguardi a cui non c'è mai stato bisogno di aggiungere una sola parola scritta, quei profili di Corto all'orizzonte, con il mare davanti e mille tragedie greche alle spalle. O semplicemente momenti come questi.
Sapessi quante volte, da ragazzo, mi sono chiesto come leggere e interpretare quel "Ah, si... si..." all'inizio di ogni frase di Bocca dorata. Solo Pratt poteva saperlo (e con quanta sorpresa ho accolto la sensuale versione adottata dalla serie animata del regista Pascal Morelli).

Detto questo, e volendo finalmente tirare le somme, c'è da chiedersi: Sotto il Sole di Mezzanotte di Canales e Pellejero è una storia riuscita?
Tenendo conto di quanto detto sopra, e che nessun autore al posto loro sarebbe potuto andare oltre, si, lo è. E una buona storia godibile con un Corto Maltese forse un po' formale, ma romantico e disincantato allo stesso tempo, così come Pratt amava dipingerlo.


Speriamo ce ne possa essere presto un altro da mettere accanto a quelli di Pratt. Magari anche quello di Sfar e Blain.

6 commenti:

Luca Lorenzon ha detto...

Anche a me è piaciuto, sicuramente gli autori sono stati sin troppo fedeli allo stile di Pratt.
Non sapevo del caso Sfar-Blain. Peccato, da quel che ho visto poteva venirne fuori qualcosa di molto interessante.

davide garota ha detto...

Bellissima recensione, Luigi. Io adoro Canales e Pellejero ha uno stile grafico incredibile, peccato vederlo tradirsi adattandosi allo stile di Pratt.
Comunque la storia mi è piaciuta molto e sembra davvero di leggere un Cortomaltese autentico. Personalmente avrei pero' preferito il Cortomaltese di Sfar-Blain, a priori, ad occhi chiusi, con una scelta di pancia. A proposito, consiglio a tutti di leggere GUS di Blain, un gran western !!!

LUIGI BICCO ha detto...

@ Luca:
Guarda, non vorrei dire una castroneria, ma mi sembra di aver capito che la storia di Sfar e Blain, alla fine si porterà avanti, forse parallelamente alla linea classica tracciata da Canales e Pellejero. Lo spero tanto.

@ Davide:
E' un buon Corto Maltese, indubbiamente, ma anch'io continuo a sperare in quello di Sfar e Blain.
E' una vita che mi riprometto di recuperare Gus. E devo pure sbrigarmi perché a quanto ne so è appena uscito il terzo volume. Non tanto per il titolo, eh, ma semplicemente perché sarebbe da recuperare TUTTO quanto scrive o disegna Blain :)

La firma cangiante ha detto...

Beh, tutto sommato per essere stato il primo tentativo di metter mano a un personaggio quasi intoccabile mi sembra non sia andata poi male, io comunque ho molto da recuperare dell'originale e quindi... :)

LUIGI BICCO ha detto...

Mettiamola così. Avrai qualcos'altro di interessante da leggere, dopo aver fatto fuori le prime ventinove storie scritte e disegnate da Pratt :)

groupalia contatti ha detto...
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