22.4.16

Sbagliando s'impara, disse l'edicolante. E di come mi sono portato a casa 400 e passa pagine di Justice League America grazie ad una misteriosa donna inadempiente


In una recente sortita in edicola, un giovane edicolante, un gentile trentenne, sapendo che mi piacciono i fumetti si è voluto sincerare che mi piacessero in particolare i super eroi. Dipende, ho risposto.
Perché, mi spiega pazientemente, c'era questa signora che all'epoca gli aveva chiesto esplicitamente di tenergli da parte dei volumi a fumetti che poi, come spesso accade, non è mai passata a ritirare. Gliene ha messi da parte più di una decina e adesso non sa cosa farsene.
Aiaiai, l'ho apostrofato io, non si fa. Gli edicolanti che conosco io, quando ricevono una richiesta del genere da qualcuno che non è un cliente abituale, intimano quella persona di passare a prendere la "merce" ogni due o tre uscite al massimo. E se non passano, non tengono più nulla da parte. Solo così evitano di ammonticchiare roba su roba e tenersela sul groppone.

E lo so, mi fa lui sapendo di dovermi dare ragione per forza, ma sbagliando s'impara. E chiude il discorso con un sussurro appena percettibile, foriero di una grande promessa: ma col cazzo che sbaglio la prossima volta, dice.
I volumi costano otto, mi fa, ma se ti interessano te li vendo a tre euro al pezzo. Volente o nolente, a sentire quel prezzo mi si allungano le papille gustative e gli chiedo di mostrarmi di cosa stiamo parlando.

Si tratta della collana DC Comics Story che la RW Lion mandò in edicola un paio di anni fa in collaborazione con Il Sole 24 Ore. Questa qui:


Ma non farti trarre in inganno dal primo volume in bella vista con il Kingdom Come di Alex Ross. Tutti gli altri volumi raccoglievano una serie di robe datate come da programma (in particolare, tutte le 24 uscite le trovi QUI).
Tra i volumi che rimanevano ancora a disposizione all'edicolante (che aveva cominciato a darli via da qualche giorno), c'era roba che andava dagli anni '60 agli anni '90. Certe cose ce le avevo già (il Batman e il Lanterna Verde/Freccia Verde di Neal Adams o il Lanterna Verde classico di John Broome e Gil Kane), altre erano cose abbastanza indigeste (su tutte, il Batman di Marshall Rogers che non sono mai riuscito a digerire, giuro) e altre ancora semplicemente poco interessanti.


Tra tutti, però, spiccavano un paio di volumi della Justice League America. Sfogliandoli velocemente ho realizzato che per entrambi si trattava proprio delle origini del gruppo, quelle di inizio anni '60 le cui storie vedevano implausibili villain quali Starro il Conquistatore o Tornado Tyrant. Tutto graziosamente scritto dal veterano Gardner Fox e disegnato da Mike Sekowsky, solare e sottovalutatissimo cartoonist, all'epoca già noto (e ancor di più lo sarebbe stato negli anni successivi) per aver lavorato ad una marea di personaggi Marvel e DC Comics (la Torcia Umana, Captain America, Namor, Wonder Woman, Lanterna Verde).

Sekowsky trae ispirazione dalla modella Joyce Miller per la sua Wonder Woman.

Si tratta di storie dall'indiscusso sapore nostalgico, modellate proprio nel mezzo della silver age, ma qualche mese prima dell'avvento Marvel (con il primo numero dei Fantastici 4 distribuito nel novembre del '61) che oggi erroneamente si tende a considerare come l'inizio ufficiale di quel bellissimo periodo "creativo". Ed è così, per carità, ma solo ideologicamente.

Questa insomma è la JLA delle origini, dove Batman e Superman, almeno all'inizio, fungono solo da guest star lasciando ampio spazio agli altri membri del gruppo e dove le storie avevano quel respiro ampio e vigoroso (per l'epoca) che hanno cresciuto un sacco di ragazzini ai tempi in cui i fumetti si vendevano a pacchi perché c'era poco altro a cui pensare.


Ciò non toglie che quelle stesse storie, solari proprio perché prive dei "super problemi" che a breve avrebbe introdotto Stan Lee (o chi per esso) nelle storie Marvel, risultano piacevoli e godibili ancora oggi. A patto che tu non sia uno scatenato sostenitore del realismo più estremo e che di conseguenza non ti dia troppo prurito la sospensione dell'incredulità.

Cose a cui non avresti badato troppo, ne sono sicuro, se anche tu avessi avuto la fortuna di portarti a casa 400 e passa pagine di questa Justice League ad un sestetto di euro appena, grazie ad una misteriosa, fantomatica donna inadempiente e ad un giovane edicolante forse troppo buono per fare quel mestiere (sempre di trincee si parla) che piuttosto che mandare tutto in vacca, decide di regalarle, quelle pagine, a qualche spicciolo o poco più.

9 commenti:

Luca Lorenzon ha detto...

Complimenti per il colpaccio, Luigi. Capitano di queste cose, ogni tanto. Io mi ricordo che dopo aver preso una multa per l'usura delle gomme (erano praticamente lisce, ero un cogione a guidare così) trovai un gommista che ne aveva di ordinate e mai ritirate e me le fece a metà prezzo.
Stando a quello che mi dicono in fumetteria (ma non credo che in edicola sia diverso, perché se non rendi la merce ti resta sul groppone) il problema delle persone che ordinano e poi non passano a ritirare può assumere veramente connotati drammatici.

La firma cangiante ha detto...

Confermo. Collaborando con una fumetteria negli ultimi tempi posso assicurare che il cliente che ordina e non ritira (o che ritira con parecchi mesi di ritardo) è una piaga quasi insanabile che insieme alla crisi del momento può farti chiudere il negozio (la causa principale, mi dispiace dirlo, rimane comunque lo Stato). Purtroppo anche noi si naviga in cattive acque e l'esperienza rischia seriamente di chiudersi quasi prima di cominciare.

Luca Lorenzon ha detto...

Con "noi" intendi la fumetteria? O, come spero, hai trovato un nuovo lavoro?

La firma cangiante ha detto...

Diciamo che c'è in piedi un progetto con un amico che gestisce una fumetteria/negozio di giochi, al momento collaboriamo in attesa di tempi migliori che però sembra siano ancora molto lontani, mentre tempi ancor peggiori potrebbero invece essere dietro l'angolo.

Luca Lorenzon ha detto...

Beh, dai, è comunque qualcosa. E' vero che in Italia tendono a strangolare le attività ma può essere un modo per rimettersi in gioco, soprattutto se non c'è altro all'orizzonte.
In bocca al lupo!

LUIGI BICCO ha detto...

@ Luca:
Credo che in fumetteria il problema sia anche più grave, perché non essendoci per nulla la resa, tutto ciò che prendi o lo vendi o ti rimane a scaffale. A me non era mai capitata una cosa del genere. Qualche volta ho trovato numeri uno a prezzi stracciati e che erano subito andati a ruba solo perché qualcuno non era passato a ritirarli, ma di sconti di questo tipo non me ne ricordo.
In ogni caso è un problema, perché se da una parte devi cercare di non tenerti materiali invenduti di qualche tipo, dall'altra non puoi nemmeno rifiutarti di mettere da parte titoli per possibili clienti.

@ Dario:
Di certo non è un buon periodo per le fumetterie. Se sei tanto capace e riesci a fidelizzare i tuoi clienti in un certo modo, puoi cercare di costruire qualcosa di solido con il tempo. Il discorso è un po' più facile per chi lavora sui grossi numeri e con i giusti distributori. Ma anche lì, nulla è dato per certo (e a Torino di casi de genere ce ne sono stati diversi).
Comunque mi unisco all'augurio di Luca, sperando che la tua collaborazione possa portare a qualcosa di fruttuoso (sarebbe bellissimo, poi, sapendo che di mezzo ci sono anche le proprie passioni).

unisalute numero verde ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
La firma cangiante ha detto...

Guarda, stare in negozio è divertentissimo, sia la gestione clienti che la mera gestione negozio. Purtroppo quello che manca, come sempre, sono i soldi.

LUIGI BICCO ha detto...

Immagino, si.
Speriamo in bene, dai.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...