2.10.15

Chinaman


Buono e saporito il primo albo (di cinque) che la Collana Western della Gazzetta dedica alla serie Chinaman. Uno spaccato affascinante che se da una parte si colloca storicamente nel solito ventennio dei classici del western, dall'altra vede un protagonista interessante dalle origini inedite. Parliamo infatti del cinese Chen Long Anh, arrivato via mare a San Francisco per servire il padrone Wung Fei e seguire da vicino i problemi legati all'immigrazione dei propri connazionali, arrivati in massa dalla Cina per lavorare alla costruzione delle prime grandi ferrovie americane.
Fermato al suo arrivo in porto per essere registrato, il buon Chen è subito vittima degli sproloqui razzisti degli "autoctoni" che, vista la difficoltà nel trascriverne il nome, lo ribattezzano semplicemente John Chinaman tra l'ilarità generale. Risate grasse destinate a spegnersi qualche attimo dopo, in seguito ad una feroce stretta di mano e ad uno sguardo cattivo cattivo.


Accanto a Chen troviamo il suo fido compagno e collega di scorribande Chow, entrambi con un passato da mercenari alle spalle, entrambi profondi conoscitori delle arti marziali dopo lunghi anni di durissimo addestramento al servizio di Wu Fei.
Ora, inviati in America dai signori di Canton, i due dovranno fare pulizia e ordine negli affari cinesi e lo faranno, come da migliore tradizione del genere, con spade, calci che levati di torno e gente che rotola dai balconi. Ma il tutto confezionato con buon gusto e disincantato realismo, senza mai eccedere in sboronate gratuite.


In questi primi due episodi, La Montagna d'Oro e Ad Armi Pari, Chen verrà a conoscenza di un doloroso pezzo del proprio passato e, datosi alla macchia, cercherà di comprendere le regole del nuovo mondo destinato ad ospitarlo per lungo tempo, cercando di reinterpretarne a modo proprio usi e costumi. Sulla sua strada, manco a dirlo, uomini che mal sopportano le diversità o semplicemente votati anima e core alle ingiustizie.


Gli autori di questa bella sorpresa sono lo sceneggiarore francese Serge Le Tendre (Tirésias, Les Voyages de Takuan e il ciclo di Taï Dor in coppia con Rodolphe) e il cartoonist di origini vietnamite Olivier Ta (meglio noto solo come TaDuc). Le storie di Le Tendre sono intriganti e ben strutturate, i disegni di TaDuc sono puliti e dinamici il giusto, con una costruzione della tavola molto equilibrata (e cinematografica) e il suo tratto è rotondeggiante e ben definito (in certe cose mi ha ricordato il nostro Raffaele Della Monica).

Chinaman è una serie che all'epoca ha riscosso molto consenso in Francia e che si è chiusa nell'arco di nove albi, 4 con Les Humanoïdes dal 1997 al 2000 e 5 con Dupuis dal 2001 al 2007. In Italia, parte di queste storie è già stata serializzata prima dalla Comic Art in volumi monografici e poi dall'Aurea sul settimanale Skorpio a partire dal 2012.

Consigliatissimo (però in edicola ci trovi già il numero 2, eh).

3 commenti:

Luca Lorenzon ha detto...

Di Chinaman ho letto solo uno o due episodi su rivista francese. Mi sembra di ricordare che i testi fossero piacevoli e originali (beh, Le Tendre...) e i disegni molto belli.
Un po' di voglia di leggerlo c'era ma la spazio sta diventando un problema (sennò avrei preso di sicuro anche il precedente Jonathan Cartland) e soprattutto avrei dovuto mettermi in cerca di un'edicola in cui esce ancora la collana senza "abbonati" che hanno la precedenza su di me che compro un volume ogni tanto.

La firma cangiante ha detto...

Nelle edicole che bazzico io la collana non arriva più e recuperare gli arretrati per chi non li prende tutti è uno sbattone. Comunque problemi di spazio (e soldi) anche io e quindi nisba. Proprio ieri ho dovuto rivendere un'ottantina di vecchi Tex, per dare aria alla casa :)

LUIGI BICCO ha detto...

@ Luca:
E' scritto bene. Una lettura piacevole. E Le Tendre lo conoscevo pochissimo. Per il resto, personalmente continuo a rifornirmi alla stessa edicola che puntualmente mette a scaffale una copia della collana ogni martedì. Se una serie mi interessa, la prendo lì perché sembra non interessi a nessun altro.

@ Dario:
Per la questione edicole, il discorso è sempre lo stesso. Io ne ho una di riferimento (vedi risposta nel commento sopra). In ogni caso, Chinaman è un titolo interessante, ma nulla di imprescindibile, eh. Non è che ti sia perso un grandissimo capolavoro :)

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