8.1.15

La fine di Bouncer (per ora)


Con questo quarto albo, a distanza di quasi un anno dal terzo, l'Editoriale Cosmo mette fine (per ora) alla meravigliosa epopea di Bouncer (nove volumi in tutto, prodotti in Francia dal 2001 al 2013 da Les Humanoïdes).

Che fosse un capolavoro annunciato, non ho mancato di segnalartelo più volte. La maestria di Alejandro Jodorowsky nel raccontare disadattati, menomati e deformi, supera i limiti imposti da tematiche e generi. Quel che ne viene fuori è un western mostruoso e terribile, dove dietro ogni angolo si celano assassini senza scrupoli. Un western aspro e corroso dagli archetipi classici del lontano ovest americano (polvere, sangue e proiettili) ma sempre trattati con leggiadra sapienza e una buona dose di originalità. Allo stesso tempo viene quasi difficile, invece, pensare a qualcuno che avrebbe potuto fare un lavoro migliore di Francois Boucq, un autentico genio del disegno. Nonostante il bianco e nero e la riduzione forzata delle tavole di questa edizione, i suoi volti esprimono un realismo senza pari e i suoi scenari tolgono quasi il fiato, giuro.


In Bouncer, però, sovente viene fuori anche una figura di donna "padre padrone" spietata e perversa (e che ogni volta sembra attecchire sul malcapitato buttafuori dell'Infierno, preda degli effluvi dell'alcol e volentieri innamorato perso della persona sbagliata). Spesso protagonista vera e propria, questa sorta di matrona dominatrice (cambia il nome e l'aspetto, ma l'animo è più o meno sempre quello) non manca nemmeno in questo doppio episodio conclusivo.


A Barro City qualcuno ha barbaramente assassinato Sakajawea, la moglie indiana di Jobs, il nano barista dell'Infierno e amico di vecchia data di Bouncer. Quest'ultimo, preso dall'ira e dalla febbre dell'assassinio, scopre che l'autore del crudele gesto è Pretty John, figlio prediletto (ingobbito e deforme) del terribile direttore di un penitenziario dall'infernale fama che sorge maestoso nel deserto poco dopo la cittadina di Las Tarantulas. Bouncer partirà alla volta del penitenziario in compagnia del fedele Mocho (il suo cane, come lui privo di una "zampa") per sottrarre lo spietato assassino ai suoi genitori e riportarlo in città per un giusto processo.
Presto, però, l'inviolabile fortino non si rivelerà un semplice penitenziario, ma un paradiso per criminali e assassini di ogni risma e un vero e proprio inferno per il nostro eroe che dovrà fare i conti con la vera mente dietro il mostruoso covo criminale, la moglie del direttore definita dalle sue stesse vittime come un'avida mantide religiosa.


Lungo il percorso, come spesso accade in queste storie di Jodorowsky, sboccia e prende piede la vera storia, dove il protagonista incontra pittoreschi personaggi come Panchita, una ragazzina indiana dal volto tatuato, figlia di uno dei veri prigionieri del penitenziario, Falco Nero e suo figlio Piccola Luna, due indiani soccorsi da Bouncer (che lo battezzeranno con il nome indiano "solo-un-braccio"), i mostruosi e temibili Skull dalla faccia scheletrica, guardia personale di Ugly John, e Goyathly, un vecchio indiano muto che sa resistere come nessun altro alle insidie del deserto.
In definitiva, quello di Bouncer è un western sconfinato, crudelissimo e sconfortante, ma allo stesso tempo capace di raccontare storie ricchissime di umanità e sentimenti belli e brutti: disperazione e morte, ma anche amore e altruismo.

Senza troppa paura di essere smentito, insomma, non mi stancherò mai di ripeterti che Bouncer si candida tranquillamente come una delle migliori serie a fumetti western di sempre. E da queste parti si spera vivamente che i due autori possano rimettere mano sul personaggio quanto prima.

4 commenti:

La firma cangiante ha detto...

Come dicevo pochi giorni fa dalle mie parti, sono rimasto un po' indietro con la lettura (mi ero perso il primo numero e solo da poco sono riuscito a recuperarlo, pagandolo tipo un euro tra l'altro) ma già annuso il capolavoro.

Personaggi così merde raramente si vedono nelle edicole, un west spietato e avvincente. Spettacolo.

Gripa ha detto...

"...la riduzione forzata delle tavole di questa edizione..."
Tema interessante Luigi.

Mi ha sempre fatto un po' soffrire
l'implacabilità delle leggi del formato,
o meglio, del mercato.
Purtroppo, sono scelte editoriali frequenti nei (così detti) prodotti seriali da edicola.

Un limite da lettore per me quasi insuperabile.
Grazie della segnalazione.





michele petrucci ha detto...

concordo. una delle pochissime serie western che mi ha appassionato.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Dario:
Ti consiglio la totale immersione nell'opera, senza stacco tra un albo e l'altro. Stupenda.

@ Alessandro:
Argomento spinoso che mi trova d'accordissimo con te. Anche se piuttosto che non leggere una determinata opera, preferisco leggerla in quelle condizioni. A parte rare e pressoché illeggibili edizioni dove proprio devi mettere alla prova la tua vista. Quello è un sopruso :)
Fortunatamente di Bouncer esistono anche i volumi integrali di grande formato e a colori della Magic Press. Ma anche il prezzo è un altro.

@ Michele:
Mi sarò sbilanciato, alla fine del post, ma credo davvero sia una delle più belle in circolazione.
Un abbraccio, Michele.

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