3.12.14

#Riletture: Dixie Road


Succede spesso che te ne resti in piedi davanti alla tua libreria con l'insano intento di scavare con le unghie tra le cose vecchie in cerca di qualcosa di preciso e poi ti siedi invece in un cantuccio nei paraggi (con le mani irruvidite dalla polvere di carta) rimirando la copertina di un altro albo, sempre pescato a caso, che avevi completamente dimenticato di avere.

E così che ho ripescato un vecchio cartonato Euramaster Tuttocolore, il 49, il primo che l'Eura dedicò a Dixie Road, serie di 4 albi in totale scritta dal veterano Jean Dufaux (Djinn, Jessica Blandy, Murena, Rapaci) e disegnata da Hugues Labiano (Black-Op, Les Quatre Coins du Monde).


Per tutti è Dixie Road. Perché vive nel profondo sud degli States e perché ama la strada e tutto ciò che sulla strada vive. Una ragazzina nell'America della grande depressione, un'adolescenza vissuta su quelle strade. Con quei genitori così innamorati eppure così diversi. E tutto intorno, la violenza di una società troppo spesso ingiusta dove vige la legge del più forte.


La bella Nadine, sua madre, è operaia e abilissimo meccanico, ma non riuscirà a nascondere a lungo le sue nobili origini né riuscirà a tenere a distanza le ripugnanti attenzioni del figlio del suo capo. Tutto si complica presto e prende una tragica piega da cui sarà molto difficile scappare. Ma inaspettato, un bel giorno, tornerà anche Jones, marito di Nadine e padre di Dixie, e tutti e tre si lanceranno in una fuga disperata cercando di rimettere a posto i pezzi delle proprie vite.
"Un grande, efficace affresco storico per un fumetto che è autentico capolavoro. Nel vigoroso testo di Dufaux e negli splendidi disegni di Labiano, l'affresco di un'epoca che gli Steinbeck, i Faulkner e i Caldwell hanno reso mitica."
Dixie Road è una buona serie a fumetti che tocca temi quali razzismo, rivalsa e vendetta. Temi che vengono trattati con toni delicati e allo stesso tempo violenti. Una lettura meritevole senza dubbio, impreziosita dalla capacità di Dufaux, bravo a tratteggiare i drammi umani e la ricerca di una normalità agognata, e dal particolare stile grafico di Labiano.

"E poi, la strada... quella strada che doveva diventare la mia sola amica, il mio unico rifugio. Quella strada che correva dritta verso dei miraggi ai quali migliaia di persone come noi cominciavano a credere. Un miraggio è come una mela d'oro che rifiuta di cadere dall'albero, mi ha detto mia madre... Io non ci credo. Io sarò sotto l'albero. E le mele cadranno..."

Dixie Road #1-4, Eura Editoriale
Euramaster Tuttolore (numeri 49 - 53 - 59 - 66)
52 pp a 9 euro cad.

4 commenti:

Luca Lorenzon ha detto...

Mai apprezzato particolarmente Jean Dufaux, e credo che Dixie Road sia un po' sopravvalutato nonostante abbia dei buoni spunti. Ho trovato la narrazione assai lenta e in alcuni punti inverosimile ("larger than life" come solo Dufaux sa essere): vedi il sicario anziano col rasoio.
E i disegni di Labiano, per quanto curati, proprio non mi sono andati giù! Quei colli così lunghi, quei menti giganteschi...
Avrebbe fatto molto di meglio altrove, secondo me, o forse i suoi altri fumetti erano più in sintonia col suo stile.

La firma cangiante ha detto...

Mai sentito nominare, ma sul fumetto franco belga ho lacune incolmabili. Magari prima o poi la Cosmo lo riproporrà... o i diritti sono ancora Aurea?

sartoris ha detto...

M'ispira tutto, tranne - la verità - quei menti e colli troppo lunghi già notati da Luca nel suo commento (sono quelle classiche caratterizzazioni franco-belga che un po' mi disturbano). A naso dovrei/vorrei darci comunque un'occhiata... si trova con facilità?

(mi metto a googlare un po')

LUIGI BICCO ha detto...

@ Luca:
Con me spari sulla croce rossa. Mi rendo conto che suonerà come una bestemmia, ma quando si parla di fumetto francese, raramente sono riuscito a leggere qualcosa che narrativamente non fosse "lento". Dixie Road non è certo la miglior serie del secolo, ma non mi sembra sopravvalutata, anzi. In rete non ci sono né notizie né recensioni. Sul fatto che ci siano dei buchini nelle cose di Dufaux, sono d'accordo. Su Jessica Blandy ce ne sono a carrettate, anche se rimane una serie "godibile" da leggere. Vera anche la questione dei "difetti" di Labiano. Io trovo anche troppo strette le sue teste quando sono viste di profilo :)
Continua a non dispiacermi, però (soprattutto quando lavoro sui campi lunghi). A volte mi ricorda addirittura il nostro Giancarlo Caracuzzo.

@ Dario:
A quanto ne so i diritti sono ancora Aurea. Ma ci sarebbero tante di quelle cose da pubblicare che vedo improbabile un interesse per questa serie in particolare. Se hai delle lacune in questo senso, ti consiglio il bellissimo blog di approfondimento Zona BéDé.

@ Omar:
Immaginavo ti potesse ispirare una roba del genere. Anche solo per via delle citazioni di Steinbeck e Faulkner. Non so quanto siano disponibili i vecchi cartonati dell'Eura. Di sicuro si posso acquistare on line sul sito dell'editore, QUI.
Appena riesco, ti scrivo una mail per informarti meglio.

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