Tra voi c'è chi è prodigo di consigli e mi ha suggerito cose da vedere che sono ancora lì da vedere ma che, presto o tardi, dovrò vedere per forza. Parlo di Utopia, Penny Dreadful, House of Cards, The Leftovers, Ray Donovan, Rectify e via discorrendo. Di roba da guardare ce ne sarebbe parecchia, ma se conto le ore che dovrei stare fermo davanti alla tv, o al monitor del pc, mi piglia la paura e il mal di testa e lascio perdere.
Spaventato da certe serie moderne (demoralizzato, per lo più, da un certo tipo di fotografia e da una narrazione spesso maculata da scempiaggini gratuite) e morso invece da una vorace nostalgia per le cose migliori, ho passato qualche serata a rivedere cose sulla quale bontà ero già sicuro. E cos'ho rivisto, ti chiederai, a parte il finale della terza stagione di Justified?
I Soprano, oltre ad essere una delle serie meglio scritte e più affascinanti in assoluto (almeno per gli amanti del genere), vanta anche uno dei pilot più interessanti di sempre. Lo avrai visto anche tu, presumo. E' quello che comincia con il boss della mala del New Jersey, Tony Soprano (interpretato dal compianto James Gandolfini, scomparso proprio nel giugno dello scorso anno, te lo rammento), che va dalla psicologa per via delle sue crisi di panico, iniziate quando uno stormo di anatre selvatiche, che coccolava nella piscina della sua villa, partono improvvisamente per migrare altrove.
Tutto merito del regista e sceneggiatore italoamericano David DeCesare, in arte David Chase, che imbastisce un inizio memorabile, ottimo preludio a tutte le cose che verranno. Il resto non te lo racconto, che tanto lo conosci. E se non lo conosci, trovi tutto il primo episodio in questa tracklist su Youtube.
Tutto merito del regista e sceneggiatore italoamericano David DeCesare, in arte David Chase, che imbastisce un inizio memorabile, ottimo preludio a tutte le cose che verranno. Il resto non te lo racconto, che tanto lo conosci. E se non lo conosci, trovi tutto il primo episodio in questa tracklist su Youtube.
Ho poi rivisto i primi quattro episodi della prima stagione di The Shield con la volontà, per nulla velata, di rivederla tutta e poi proseguire oltre. The Shield è un'altra di quelle serie "migliori di sempre" che merita tutte le attenzioni possibili (sempre da parte degli appassionati del genere).
All'epoca non sono mai riuscito a seguirla per intero e mi mancavano dei pezzi che meritavano invece di prendere il proprio posto. The Shield narra le vicende di Vic Mackey, detective di polizia di Los Angeles. Vic è corrotto, bugiardo e spietato. Cerca di fare il bello e il cattivo tempo e allo stesso tempo di contenere la violenza che dilaga tra le "sue" strade. Duro con i traditori, gli spacciatori e con chi cerca di fargli le scarpe e generoso e accomodante con i poveracci veri.
La serie è costellata di grandi personaggi che ruotano intorno al protagonista: il suo braccio destro Shane Vendrell (interpretato dal quel grande caratterista che è Walton Goggins), dagli altri uomini della sua squadra d'assalto, Curtis "Lem" Lemansky e Ronnie Gardocki, ma anche dagli agenti investigativi Wyms e Wagenbach e dagli agenti della stradale Sofer e Lowe. Inutile stare a dirti che Vic è interpretato da un grande Michael Chiklis che sembrava nato per quella parte. E infatti nel 2002 vinse pure un Emmy Award (non riusciva a parlare, te lo ricordi?). Nei primi quattro episodi, oltre a seguire il "caso del giorno", si mettono subito le cose in chiaro e assistiamo soprattutto alle ostilità con Aceveda, il capitano del distretto di Farmington, che nutre forti dubbi sulla moralità di Vic. Serie grande grande, anche questa.
All'epoca non sono mai riuscito a seguirla per intero e mi mancavano dei pezzi che meritavano invece di prendere il proprio posto. The Shield narra le vicende di Vic Mackey, detective di polizia di Los Angeles. Vic è corrotto, bugiardo e spietato. Cerca di fare il bello e il cattivo tempo e allo stesso tempo di contenere la violenza che dilaga tra le "sue" strade. Duro con i traditori, gli spacciatori e con chi cerca di fargli le scarpe e generoso e accomodante con i poveracci veri.
La serie è costellata di grandi personaggi che ruotano intorno al protagonista: il suo braccio destro Shane Vendrell (interpretato dal quel grande caratterista che è Walton Goggins), dagli altri uomini della sua squadra d'assalto, Curtis "Lem" Lemansky e Ronnie Gardocki, ma anche dagli agenti investigativi Wyms e Wagenbach e dagli agenti della stradale Sofer e Lowe. Inutile stare a dirti che Vic è interpretato da un grande Michael Chiklis che sembrava nato per quella parte. E infatti nel 2002 vinse pure un Emmy Award (non riusciva a parlare, te lo ricordi?). Nei primi quattro episodi, oltre a seguire il "caso del giorno", si mettono subito le cose in chiaro e assistiamo soprattutto alle ostilità con Aceveda, il capitano del distretto di Farmington, che nutre forti dubbi sulla moralità di Vic. Serie grande grande, anche questa.
Il pilot di Boardwalk Empire (S1xE01 - L'Impero del Crimine) è un'altra di quelle cose importanti che dovevo rivedere. Per tre motivi, in particolare: 1, è diretto da Martin Scorsese; 2, è scritto da Terence Winter (4 Emmy proprio per alcuni episodi dei Soprano) e 3, la presenza di Steve Buscemi, Michael Shannon e Michael Pitt.
Questo episodio pilota (una settantina di minuti circa) segue le vicende e le macchinazioni del criminale (e politico) Enoch "Nucky" Thompson ad Atlantic City nel 1920, proprio all'inizio del proibizionismo. Tra un accanito traffico di alcolici e personaggi secondari che alzano la testa, di questo pilot sono da premiare l'impianto storico, le scenografie e l'atmosfera. Purtroppo risente anche di alcuni "peccatucci", come i tempi un po' troppo dilatati, uno Scorsese che non riesce mai davvero ad uscire da una regia strettamente televisiva e un'interpretazione, quella di Buscemi, non ancora all'altezza degli episodi successivi (sono sempre stato convinto che se lui e Shannon, che qui interpreta l'agente del Proibizionismo Van Alden, si fossero scambiati i ruoli, sarebbe stata una serie due o tre volte più grande). Ma non vorrei nemmeno essere troppo critico su una serie che invece, con il passare del tempo, diventa una roba di cui non si può fare a meno.
Questo episodio pilota (una settantina di minuti circa) segue le vicende e le macchinazioni del criminale (e politico) Enoch "Nucky" Thompson ad Atlantic City nel 1920, proprio all'inizio del proibizionismo. Tra un accanito traffico di alcolici e personaggi secondari che alzano la testa, di questo pilot sono da premiare l'impianto storico, le scenografie e l'atmosfera. Purtroppo risente anche di alcuni "peccatucci", come i tempi un po' troppo dilatati, uno Scorsese che non riesce mai davvero ad uscire da una regia strettamente televisiva e un'interpretazione, quella di Buscemi, non ancora all'altezza degli episodi successivi (sono sempre stato convinto che se lui e Shannon, che qui interpreta l'agente del Proibizionismo Van Alden, si fossero scambiati i ruoli, sarebbe stata una serie due o tre volte più grande). Ma non vorrei nemmeno essere troppo critico su una serie che invece, con il passare del tempo, diventa una roba di cui non si può fare a meno.
Detto questo, cercherò prossimamente (giuro!) di alternare alle visioni si queste vecchie, gloriose cose, quelle nuove e scintillanti di cui tanto si va cianciando in giro in questo periodo.
8 commenti:
The Sopranos e Boardwalk Empire mai coperti, The Shield capolavoro (tra l'altro dovrebbe anche esistere una miniserie a fumetti dedicata a Vic & soci).
Quando ho letto "VECCHIE serie tv" pensavo parlassi di Magnum P.I. o giù di lì. Dio come sono vecchio.
Mi unisco a Lorenzon nel sentimento di vecchiezza. Anche per me Boardwalk Empire rappresenta il nuovo (tra l'altro di grande levatura) e pensavo avessi passato le tue serate coi Chips :-)))))
Ragazzi miei, con l'età siamo più o meno da quelle parti, ma se parliamo di quella roba lì che mi ha letteralmente cresciuto (A-Team, Magnum P.I., Hazard, Supercar & soci), sono ancora abituato a chiamarla "telefilm". Una roba mia, mi rendo conto. Forse, con la testa, son più vecchio di voi :)
P.S. per Luca: Non ne sapevo nulla della serie a fumetti. Sono andato a controllare. E' una miniserie di 5 della IDW Publishing con le copertine di Tommy Lee Edwards. Bella. Peccato che sia talmente una roba di nicchia che non è più presente nemmeno nel catalogo ufficiale dell'editore :)
...né si riesce a "pescarla" in giro per Torrenti.
Io invece, vecchio quanto voi se non di più, ho pensato subito al meglio del meglio: Twin Peaks :)
Dei sopra citati mi manca ancora parecchio, su tutti Boardwalk Empire di cui non ho visto nulla (e mi professo da sempre fan di Scorsese). Ottima la prima dei Soprano che ho preferito alla più frenetica The Shield.
Ma inlista ho roba da guardare per tre o quattro vite, a tutti consiglo Black Mirror, aggiungete alla lista :)
@ Luca:
Mi parrebbe ben strano, a dire il vero. Sembra difficile reperire anche solo notizie, sulla mini.
@ Dario:
Black Mirror vista (geniale!) e su Twin Peaks, che dirti? Sono da sempre un fan di Lynch. L'avrò vista per intero tre volte. Anzi, stavo guardando la nuovissima versione in blu ray che contiene parecchio materiale tagliato. Sarebbe il caso di rivederla tutta per l'ennesima volta... peccato io non abbia nemmeno un lettore blu ray :)
Se ti piace Scorsese, un occhio a Boardwalk Empire dovresti darlo. Anche solo all'episodio pilota, via. Settanta minuti e passa la paura.
Il prodotto televisivo seriale crea affezione.
Richiede costanza e fedeltà,
e con esso si costruisce un solido e personale
legame narrativo, con processi di immedesimazione
e altro.
Una delle più belle sensazioni da telespettatore.
Buon legame narrativo Luigi.
E infatti quella costanza e quella fedeltà pesano e richiedono sacrifici, caro Alessandro. Ma non si vive di solo pane, come si suol dire :)
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