29.8.14

"Gli ufi, ci venisse un colpo! Davvero gli ufi c'erano" o di come aspettarti l'inferno da Omar Di Monopoli


Ti ho parlato di Aspettati l'Inferno qui, qualche tempo fa, facendo spudorata promozione ad un libro che non avevo ancora letto. O meglio al suo autore, Omar Di Monopoli, che come sai mi piace parecchio. Caso vuole (ma mica tanto il caso, visto che non vedevo l'ora di leggerlo) che quel libro sia finito dritto tra le letture che mi concedo nei periodi di pausa come quello appena trascorso.

A guardare gli stralci dei vari articoli che Omar stesso ha riportato sul suo blog, sembra che questa sua ultima fatica abbia goduto di una buona promozione e in tanti ne hanno parlato parecchio bene. Molti hanno accostato la sua scrittura a Faulkner e a Tarantino. Per quel poco che ho letto di Faulkner, sono d'accordo (anche perché so che è una delle muse dello scrittore salentino), ma del secondo ho trovato poco o nulla e, anzi, credo che in un certo qual modo il paragone svilisca il lavoro del Di Monopoli (perché uno fa il regista e lo sceneggiatore e l'altro lo scrittore).
Ma te la faccio breve e ti dico subito che Aspettati l'Inferno è una bellissima raccolta di racconti che va premiata prima di tutto per la coerenza (laddòve non senti troppo distacco tra un racconto e l'altro, nonostante siano magari ambientati in epoche e luoghi diversi) e poi per uno stile prezioso e mutevole. Il solito, insomma, quello di Di Monopoli, capace come pochi di lasciarti a bocca aperta. Un misto tra un meraviglioso dialetto salentino, che ammetto in parte di conoscere ed apprezzare, e un italiano ricco e forbito, ma in nessun caso stucchevole. Mai. E sta proprio qui, il bello della sua scrittura.


10 racconti intimi e diversi ma accomunati dalla disperazione e da una terra piena di bellezza, ma anche di idiosincrasie per le regole, per le leggi, per i mostri e anche per la normalità (e parlo delle terre protagoniste di questi racconti, non di quelle vere alle quali sono ispirate). 10 racconti colmi di rancore, violenza e devastazione, come di amore e speranza. Tutti ricchi di citazioni che si rifanno ad una certa letteratura di genere, alle credenze popolari (come nel caso del bellissimo Nostro Signore L'Uomo Purpu), alle paure primigenie (Sputazza From Outer Space) e anche a quella cultura cinematografica pop (come nel divertente Rave Party, omaggio spassionato e sincero al film Tremors) che ha segnato la generazione dell'autore come anche quella di chi scrive, tanto per capirci.

Per quanto mi riguarda, tra tutti spiccano come classici di altri tempi i racconti Figli della Palude, Aspettati l'Inferno (dove con mio grande piacere torna Pietro Lu Sorgi, rancoroso e imprevedibile personaggio già comparso nel romanzo d'esordio dello scrittore) e Maledetta Maciàra, una novella che mette in scena una caccia alle streghe d'altri tempi e dove la protagonista in realtà è la paura dell'uomo e la sua solita, primitiva incapacità di essere coerente.

Un gioiello di libro grande grande.

ISBN Edizioni
168 pagine | 16 euro

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