Sulla recente diatriba su quanto sia giusto o sbagliato candidare unastoria di Gipi allo Strega, non voglio riflettere troppo, perché certe cose mi annoiano. I migliori premi al fumetto sono quelli che assegno io personalmente da casa mia. Però c'è da dire una cosa e per dirtela ti mostro due recenti tweet pescati in rete negli ultimi giorni:
Sono due punti di vista diametralmente opposti, ma sai una cosa? Sono completamente d'accordo con entrambi. Com'è possibile?
E' per caso l'incedere pressante della vecchiaia, a farmi perdere colpi? Non credo. Perdevo colpi già a vent'anni.
E' per caso l'incedere pressante della vecchiaia, a farmi perdere colpi? Non credo. Perdevo colpi già a vent'anni.
Jacopo Cirillo è sceneggiatore per Disney, fondatore del sito Finzioni Magazine e Dio solo sa cos'altro. Dice che Gipi, ma in particolare il suo unastoria, non è letteratura. E c'ha ragione. Come fai a dargli torto? Jacopo è tirato in ballo anche in un interessante articolo di Andrea Coccia su Linkiesta.
Stefano Perullo, invece, proprietario della fumetteria Comix Factory di Caserta e del blog omonimo, tira una stilettata in senso contrario. In realtà non si esprime sulla diatriba vera e propria ma mette in risalto il fatto che a lamentarsi di questa cosa, ma guarda un po', sono proprio gli appassionati (e non solo) di fumetto. Come a dire che la possibilità per il fumetto di essere finalmente sdoganato, anche se nel modo sbagliato, è comunque una possibilità. Ed è vero, solo che quel "modo sbagliato" a me, personalmente, fa comunque un po' paura.
Stefano Perullo, invece, proprietario della fumetteria Comix Factory di Caserta e del blog omonimo, tira una stilettata in senso contrario. In realtà non si esprime sulla diatriba vera e propria ma mette in risalto il fatto che a lamentarsi di questa cosa, ma guarda un po', sono proprio gli appassionati (e non solo) di fumetto. Come a dire che la possibilità per il fumetto di essere finalmente sdoganato, anche se nel modo sbagliato, è comunque una possibilità. Ed è vero, solo che quel "modo sbagliato" a me, personalmente, fa comunque un po' paura.
Però, una riflessione: i lettori forti di narrativa non si sono minimamente incazzati per la presenza di Gipi al Premio Strega, anzi. E mi chiedo invece quanto si incazzerebbero i lettori di fumetti se al prossimo Gran Guinigi, tanto per dire, fosse candidato l'ultimo libro di Carlo Lucarelli (faccio un nome a cazzo tanto per dire). Si incazzerebbero molto, e a torto, perché sentirebbero un tremito nella "forza". Come un tentativo da parte di qualcuno di minare alle basi la loro bella nicchietta (del cazzo! Ce lo vogliamo dire una buona volta? Del cazzo!). Si incazzerebbero moltissimo, e a ragione, perché ci si chiederebbe cosa ci accocchia il romanzo di Lucarelli con il fumetto. Niente. Cosa vuoi che ci accocchi?
E' come se si stesse asserendo che il fumetto, per riuscire finalmente ad essere sdoganato, avesse bisogno di essere considerato altro. Anzi, guarda, non è come se si stesse solo "asserendo". E' da sempre che questa cosa viene sottintesa. Ma NON è così. Il fumetto è fumetto. E non ha da invidiare nulla alla parola solo scritta. Ma la parola solo scritta si, invece, che ha da invidiare qualcosa al fumetto. E' come la storia delle pistole, hai presente? A sparare non è lei ma chi preme il grilletto. E se continui a dare retta a chi scredita un linguaggio (qualsiasi linguaggio, anche se ora stiamo parlando di questo), il problema sei tu, non lui.
Sai cosa piacerebbe a me? Mi piacerebbe che al di là dei premi di settore, un giorno allestissero un bel premio che vada al di là di etichette, categorie e generi. Che so, tipo una roba che premia le "Storie". E allora lì mi piacerebbe vedere candidati (e concorrere fino a passarsi a fil di spada l'uno contro l'altro) l'ultimo lavoro di Gipi (come anche una storia di paperi apparsa su un Topolino qualsiasi, la cosa non cambia, sia chiaro), l'ultimo libro di Camilleri, l'ultimo film di Edoardo Winspeare e l'ultimo disco di Andrea Chimenti (sempre tanto per dire).
Tutti sotto lo stesso tetto. Alé.
Non potrà mai esistere una roba del genere, lo so. Ma sarebbe una soddisfazione. E vaffanculo alle etichette, uno dei mali del nostro secolo.
P.S.: Poi ho appena scoperto che a tal proposito, su Fumettologica, Matteo Stefanelli ha appena detto la sua, con la sua solita, irrefrenabile voglia di dire sempre la cosa giusta nel modo giusto.
E' come se si stesse asserendo che il fumetto, per riuscire finalmente ad essere sdoganato, avesse bisogno di essere considerato altro. Anzi, guarda, non è come se si stesse solo "asserendo". E' da sempre che questa cosa viene sottintesa. Ma NON è così. Il fumetto è fumetto. E non ha da invidiare nulla alla parola solo scritta. Ma la parola solo scritta si, invece, che ha da invidiare qualcosa al fumetto. E' come la storia delle pistole, hai presente? A sparare non è lei ma chi preme il grilletto. E se continui a dare retta a chi scredita un linguaggio (qualsiasi linguaggio, anche se ora stiamo parlando di questo), il problema sei tu, non lui.
Sai cosa piacerebbe a me? Mi piacerebbe che al di là dei premi di settore, un giorno allestissero un bel premio che vada al di là di etichette, categorie e generi. Che so, tipo una roba che premia le "Storie". E allora lì mi piacerebbe vedere candidati (e concorrere fino a passarsi a fil di spada l'uno contro l'altro) l'ultimo lavoro di Gipi (come anche una storia di paperi apparsa su un Topolino qualsiasi, la cosa non cambia, sia chiaro), l'ultimo libro di Camilleri, l'ultimo film di Edoardo Winspeare e l'ultimo disco di Andrea Chimenti (sempre tanto per dire).
Tutti sotto lo stesso tetto. Alé.
Non potrà mai esistere una roba del genere, lo so. Ma sarebbe una soddisfazione. E vaffanculo alle etichette, uno dei mali del nostro secolo.
P.S.: Poi ho appena scoperto che a tal proposito, su Fumettologica, Matteo Stefanelli ha appena detto la sua, con la sua solita, irrefrenabile voglia di dire sempre la cosa giusta nel modo giusto.
6 commenti:
Io trovo che questa notizia sia la dimostrazione che il fumetto ormai ha raggiunto piena dignità culturale.
[questa frase fatta la ripetono sempre dalla prima Lucca del '65 a oggi. Credo che finché si sentirà la necessità di ribadire alle presentazioni, alle mostre, ai festival quanta e quale dignità abbia il fumetto vuol dire che quella dignità è ancora ben lungi dall'averla raggiunta]
Non so, io Premi che mettano insieme le pere con le mele non li vedo molto bene - è già difficile usare dei criteri comuni su opere dello stesso genere...(mi riferisco al tuo ultimo "sogno"!)
Che poi a chi sta a cuore il fumetto non può non essere contento che si parli di Gipi anche in altri ambiti, non è quello; mi sembra che questa novità scaturisca dalla visibilità (dalla moda?) di certi tipi di fumetto che vengono chiamati "graphic novel" e di cui si trova traccia in diversi articoli di giornale e riviste varie. "Graphic novel" da chi guarda il fumetto da fuori (e spesso da molto lontano) viene usato come sinonimo di "fumetto di qualità" (se non come "fumetto di qualità quasi letteraria").
Quanto tutto questo porti nuovi lettori al fumetto o anche faccia apprezzare il fumetto a chi prima lo snobbava non lo so - credo poco.
@ Luca:
Brava! Quella è proprio una roba che non ho mai capito. Non è un "linguaggio" ad aver bisogno di dignità, ma è quello che ci ficchi dentro. Altrimenti mi viene facile dire che anche il cinema ha bisogno di dignità, solo perché anche Moccia ha fatto film.
Chissà perché viene così difficile da capire, questa cosa.
@ Patrizia:
Ecco, nella tua prima riga c'è tutto. Anch'io non vedo bene i premi con mele e pere insieme. Ecco perché probabilmente è sbagliato vedere Gipi lì allo Strega. Ma contemporaneamente, che dire, spero che vinca. Così vende più copie lui e magari qualcuno si avvicina pure al fumetto.
Sulla questione del termine "graphic novel" sono d'accordissimo. Concettualmente (ed esasperando volutamente) è la stata la rovina di chi i fumetti li fa per mestiere tutti i giorni. Ma se dall'altra parte ha permesso di vendere qualche copia in più in libreria, oh, amen.
Il pensiero con il quale mi trovo più d'accordo in tutto questo baillame è: "I migliori premi al fumetto sono quelli che assegno io personalmente da casa mia". Come lo sono i migliori al cinema, alla letteratura, alla cucina, e alle marche di carta igienica.
Che il fumetto abbia acquisito la sua dignità è cosa nota, non conosco nessuna persona intelligente e con un minimo di cultura che lo neghi.
Poi se si vuol continuare a discuterne, prego... io ho da lavare i piatti :)
Ciao.
Oh, ma tu hai da lavare piatti a quest'ora? Abbuffate in famiglia? :)
P.S.: Vero che quelli sono i premi migliori?
No, no, niente abbuffata, ce la siamo solo presa comoda :)
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