28.2.14

Jodorowsky's Dune: il docufilm sul film di fantascienza più grandioso di sempre (se solo fosse stato realizzato)


Nel 1975, Alejandro Jodorowsky era uno dei registi più ricercati sulla piazza e gli venne data carta bianca per realizzare il film che avrebbe dovuto cambiare il volto del cinema di fantascienza: l'adattamento del Dune di Frank Herbert. Questo, naturalmente, una decina di anni prima che David Lynch accettasse di farlo con due soldini e che venisse fortemente instradato dalle direttive di De Laurentiis.


Il Dune di Jodorowski si trasformò in breve in un progetto portentoso e rivoluzionario, riuscendo a mettere insieme uno staff tecnico prestigiosissimo mai visto prima: gli illustratori, designer e concept artists H.R. Giger, Moebius e Chris Foss, l'esperto di effetti speciali Dan O'Bannon (Dark Star, Alien), i Pink Floyd, i Gong, i Tangerine Dream e Sun Ra per la colonna sonora (i primi, a loro dire, erano pronti a registrare un intero album per l'occasione) e attori del calibro di David Carradine, Mick Jagger, Salvador Dalì e Orson Welles. Ti si è accapponata la pelle?



Quando la pre-produzione (compresi tutti gli storyboard) fu completa, però, da Hollywood non arrivarono i finanziamenti accordati sin dall'inizio (20 milioni di dollari, che per l'epoca in effetti era una cifra monumentale) e Jodorowsky accantonò per sempre il suo gigantesco progetto. Ma adesso esiste un film che documenta tutta quella storia. Si chiama Jodorowsky's Dune ("The Great Science Fiction Movie Never Made") ed è diretto da Frank Pavich. Nella pellicola, a parte le dovute interviste a Jodorowsky, a Chris Foss e Giger, compaiono tutte le fasi di produzione di questo film mai realizzato, dagli storyboard ai magnifici concept dei tre artisti all'opera.
Se sei interessato all'argomento, comunque, ti segnalo un articolo molto più approfondito di Rivista Studio qui, mentre qui, su Fumettologica, trovi una selezione degli storyboard realizzati da Moebius.




Dal canto mio, da fan dell'opera di Herbert, non posso non pensare a cosa "sarebbe potuto essere". Come si dice anche nell'articolo che ti ho segnalato sopra, di film grandiosi che non hanno mai visto la propria realizzazione ne sono piene le pagine di storia del cinema. Vedi il Napoleone di Kubrick (al quale il regista dedicò un intero decennio alla ricerca delle location perfette) o al "dannato" Don Chisciotte che non vide mai una fine, tra le mani di Orson Wells prima e in quelle di Terry Gilliam dopo (ma quest'ultimo almeno ne trasse l'interessante Lost in La Mancha).
Però ancora oggi mi chiedo perché Jodorowsky, invece di continuare a parlarne, non abbia ripreso in mano quel progetto per portarlo finalmente a compimento. C'è da dire che i soldi ci sarebbero stati, è vero, ma le persone coinvolte probabilmente non sarebbero state le stesse e forse quel film, oggi, non avrebbe avuto lo stesso "peso specifico" di un film rivoluzionario girato negli anni '70, all'alba della grande sci-fi cinematografica.



Gigantesca occasione persa, ma oh, che ti devo dire? Vorrà dire che ci guarderemo il documentario facendo finta di vedere il film. Certo è che a parte il Dune dell'84 (che a suo modo rimane comunque un piccolo cult) e due miniserie televisive sotto tono (Il Destino dell'Universo e I Figli di Dune), mi chiedo cosa si aspetti a dare il giusto prestigio ad un'opera (davvero) memorabile come quella di Herbert.



P.S.: Intanto, ripeto, se non hai mai letto almeno il primo libro di Dune, conviene che ci metti una pezza. Oggi lo trovi pure nella versione economica della Fanucci (ricordi? Te ne avevo abbondantemente parlato qui).

6 commenti:

Unknown ha detto...

Non ho visto il documentario ma mi permetto di consigliarti la lettura de I Misteri dell'Incal edito in Italia a suo tempo dagli Editori del Grifo.

Jodorowsky il suo Dune lo ha fatto: è l'Incal (i Mentat sono i Mentrek, per dire).

Dici bene che nel 1975 si era all'alba della grande fantascienza al cinema: i tempi non erano ancora maturi, o almeno così riporta Jodorowsky.

Dio fece il mondo in sette giorni, e siccome Dalì non è inferiore a Dio avrebbe lavorato pure lui solo sette giorni sul set, a una cifra da capogiro... ma poi si misero d'accordo per pochi minuti e la donazione di alcune sua opere fatte apposta per il film.

sartoris ha detto...

senti non riesco a commentare questo post per il groppone in gola che mi viene ogni volta che penso a che capolavoro sarebbe stato il Dune di Jodo (mi consolo rivedendo all'infinito il suo El Topo, un western metafisico assolutamente fan-ta-sti-co!)

LUIGI BICCO ha detto...

@ Luca:
L'ho letto a pezzi, all'epoca. L'immaginario in effetti è quello. Meriterebbe una rilettura.
Non so se i tempi non erano maturi. C'è il fatto che da lì ad un paio di anni sarebbe arrivato Lucas con il primo Star Wars. Probabilmente, però, la differenza stava nel fatto che Lucas spese esattamente la metà, 10 milioni di dollari. Vai a capire.

@ Omar:
A chi lo dici. Mi sarebbe davvero piaciuto. El Topo è davvero un film fuori di testa. Anche questo, però, l'ho visto troppi anni fa. Quasi quasi me lo riguardo per intero :)

davide garota ha detto...


Così è la vita. Anche quella delle opere d'arte...Aborto naturale di progetti creativi. Non prendiamoli troppo sul serio.

La firma cangiante ha detto...

Mi manca sia la saga letteraria che il film di Lynch, che tra l'altro è un regista che apprezzo tantissimo. Ma come si fa a mettere una pezza su tutte queste lacune. Io, per dire, credo che tra massimo quarant'anni morirò, forse meno. Dove lo trovo tutto questo tempo... ah già se continua così non ci sarà più lavoro allora hai voglia di tempo libero.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Davide:
Per carità, prenderli sul serio non mi sembra il caso. C'è solo tanta curiosità, come spesso capita per tutte le occasioni perse. Quasi per tutte, diciamo.

@ Firma:
Non si lavorerà più e poi c'è la seria possibilità di finire in carcere a gratis o di perdersi nello spazio. Hai voglia di tempo libero :)
Ma a parte gli scherzi, se ti interessa, il primo libro di Dune leggilo che nonostante la sua natura da piccolo tomo, scorre via che è una vera bellezza.

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