Se n'è andato James Gandolfini, un mito. E lo ha fatto troppo presto. 51 anni sono davvero pochi. E' naturale che lo si ricordi soprattutto come Tony Soprano. Però io voglio ricordarlo anche come il killer gay in The Mexican, come il "Big Dave" nel belllissimo L'Uomo che non c'era dei fratelli Coen, come il bastardissimo colonello Winter nel film Il Castello, come il Mickey di Cogan. E in tutte quelle parti che regalavano quel qualcosa in più ai film ai quali partecipava.
7 commenti:
Pensa, io non ho mai visto nessuno dei film da te citati, e neanche una puntata dei Soprano.
Quindi, non me lo sono mai goduto.
Ma, a differenza di noialtri fatti di carne e sangue e destinati a scomparire, la sua opera resta e resterà negli anni a venire.
Forse, le nostre eredità contano ancor più di noi stessi.
Non lo so.
Dà da pensare.
Io invece lo ricordo per Romance and Cigarettes
Per me è proprio Tony Soprano, un grandissimo. Nonostante abbia visto solo una stagione del serial la presenza di Gandolfini riesce ad ancorarla all'Olimpo della serialità televisiva. Come omaggio personale non potrò esimermi dal buttarmi al più presto sulla seconda stagione.
Che brutta cosa, ciao J.
Non sono mai riuscito, mio malgrado, a completare le serie de I Soprano, ma le cinque che ho visto mi han fatto amare il personaggio di Tony, e apprezzare enormemente la capacità recitativa di Jimmy. Ci son rimasto davvero molto male, mi mancherà.
Son d'accordo con quanto dice Luke, magari il lascito di questi grandi non sarà eterno, ma certo durerà molto a lungo. Mi vien però da pensare a quanti ci stiano lasciando in questi anni e mi accorgo che invece la feccia di cui tristemente abbondiamo non riusciamo mai a scrollarcela di dosso. Forse se fai parte di quest'ultima categoria è più facile lasciare un'eredità di malefatte che venga raccolta da altri, mentre quando sei un Grande, come lo era James, la tua grandezza se ne va via con te e anche se lasci il risultato del tuo lavoro a testimonianza del tuo passaggio, difficilmente ci sarà qualcuno che potrà sostituirti. Per certi versi "il male" ha una maniera più infida e subdola di perdurare nel tempo.
@ Luca:
Cedo anch'io che le eredità siano più importanti. Anche perché, semplicemente, durano nel tempo più di noi.
@ Alessandro:
Quello non l'ho visto. Ma lo devo recuperare.
@ Dario:
Beh, indubbiamente rimane quella la sua interpretazione più brillante e duratura. Durante alcune di queste ultime notti all'insegna del "non-dormire", mi sono capitate in tv proprio le puntate dove Tony viene messo in coma farmacologico. Vederlo spento all'ospedale mi ha fatto senso, in effetti. E forse, sai cosa? Magari le sei stagioni dei Soprano me le riguardo tutte.
@ Viktor:
Che dire? A seguirlo così, il tuo discorso, non embra fare una grinza. Sulla questione del male che perdura di più nell'immaginario, non posso darti torto. E' sempre stato così e sempre lo sarà, credo. Anche se forse, non è vero sempre sempre in tutti i casi.
Quando è ben raccontato,
l'immaginario riesce anche
a trasformarsi in affetto.
A me succede spesso.
...anche nelle pochissime cose viste
con James Gandolfini.
Provvederò.
@ Alessandro:
Hai centrato il punto, mi sa. Con il passare dei giorni, quello di Gandolfini si è trasformato in un lutto più sentito che in molti altri casi (legati sempre al mondo dello spettacolo). Credo sia dovuto al fatto che oltre ad essere un grande interprete, aveva anche la fisionomia e il fare discreto del perfetto vicino di casa.
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