27.5.13

Daniel Acuña

Daniel Acuña è un disegnatore di fumetti spagnolo, classe 1974, che dal 2006 collabora stabilmente con le due major americane, Marvel e DC Comics. Le sue influenze, per sua stessa ammissione, vanno da cartoonist come Jack Kirby, John Romita (senior e junior), Will Eisner, Simon Bisley, Kevin Nowlan, Hal Foster e Richard Corben, passando per il noto illustratore cinematografico Drew Struzan, per arrivare a grandi artisti del passato come Edward Hopper e Alfons Mucha.
Acuña esordisce a 22 anni in collaborazione con il disegnatore e colorista Santi Arcas sulla serie a fumetti Claus & Simon che narra le vicende di una bizzarra coppia di amici (un clown e un dinosauro dolorante), ristampate in seguito anche dalle Éditions Albin Michel e dal noto magazine americano Heavy Metal (in tutto tre archi narrativi: In Hollywood, Freakshow e Disaster Box).



La serie in questione portò alla ribalta Acuña, tanta da convincere la Image Comics ad affidargli le cover dei trade paperback che raccolgono il ciclo narrativo di Supreme scritto da Alan Moore. Fu da questo momento che Acuña decise di provare ad entrare nell'industria del fumetto americano.


Dopo una prima miniserie (dal titolo sconosciuto) commissionataglia da Axel Alonso per conto della Marvel, ma mai publicata, Acuña viene contattato da Eddie Berganza che lo porta alla DC Comics affidandogli un paio di storie brevi (una dedicata a Ravager e una a Blackfire) sullo speciale Teen Titans / Outsiders Secret Files. Grazie a questo lavoro, anche Mark Chiarello notò il talento del disegnatore spagnolo che lo suggerì ai redattori Mike Carlin e Joan Hilty come artista di copertina per le serie Justice League of America Outsiders. Acuña si fa notare offrendo delle ottime prove caratterizzate dal suo stile particolarmente plastico, una linea tonale esterna più marcata e una colorazione che gioca spesso su palette colori tono su tono e nel giro di pochi mesi riesce a mettere mano anche ad altre testate di punta come Flash e Green Lantern e la serie in otto numeri Uncle Sam and the Freedom Fighters, per la quale realizza cover, matite, chine e mezzi toni di grigio.






Alla fine del 2005 Acuña firmò un contratto di esclusiva di due anni con la DC Comics allo scadere del quale, nel 2007, ne firmò un altro con la Marvel realizzando per la Casa delle Idee parecchie copertine. Il suo primo incarico completo sarebbe arrivato l'anno successivo, in occasione della miniserie di sette numeri dedicata agli Eterni su testi di Neal Gaiman e ad un terzetto di albi della collana Uncanny X-Men.






Da quel momento non è più stato un problema per lui trovare nuove commissioni in Marvel. Seguì lo spaciale The Cabal inserito all'interno della saga Dark Reign e avente per protagonista Emma Frost, un paio di numeri di Young X-Men, un ciclo di storie su X-Men: Legacy, un numero speciale dei New Avengers e la miniserie in cinque numeri Black Widow. Il suo apporto continua ancora oggi soprattutto sulle testate mutanti, su quelle "vendicative" e sui cicli spaziali che riguardano Nova o i Guardians of the Galaxy. In ogni caso, la sua principale attività, particolarmente apprezzata negli USA, rimane quella di cover artist.













9 commenti:

Pino Rinaldi ha detto...

Caspita è proprio bravo! Ottimo colore, anche se oramai standard... ineccepibile, ma uguale a mille altri, non riconosco più lo stile personale... ma il mio parere non conta, ora io appartengo ad un'altra generazione.

sartoris ha detto...

A parte il WOW condiviso per Acuna, bisogna ammettere che la considerazione di Pino Rinaldi solleva un quesito molto contemporaneo: com'è che - pur raggiungendo livelli eccellenti mai visti sinora - spesso gli autori di fumetto odierno non riescono a lasciare un segno? Sarà che i vari Buscema/Andru/Adams/Infantino erano dei pionieri, mentre questi sono in fondo solo degli epigoni (seppur, ribadisco, talvolta strabilianti!)

LUIGI BICCO ha detto...

@ Pino e Omar:
La questione è interessante, si. Il pionerismo di cui parla Omar, però, credo sia proprio al centro della riflessione. Da ieri a oggi, di "carta" sotto i ponti ne è passata parecchia. Oggi un disegnatore come Acuna, che segue la pista delle forme voluminose e plastiche che ha tracciato Adam Hughes anni fa, ieri sarebbe stato un grande talento. Oggi è "uno come gli altri" (o quasi). Almeno dal punto di vista stilistico. Naturalmente parlo con l'esperienza del lettore e dell'appassionato e non da quella del disegnatore professionista.
Gli stili sono legati alle varie epoche. Se un talento come quello del sommo John Buscema nascesse oggi, non farebbe scalpore. E c'è da dire che si, tra trenta o quarant'anni saranno ricordati pochissimi disegnatori di oggi, in America. Magari quelli più "stilosi" o particolari. John Romita Jr, per dire (anche se c'è a chi piace e a chi no). Forse Jim Lee. Non saprei.
Insomma, mi sembra molto più facile ricordare oggi, quelli che hanno fatto un'epoca, iniziandola, negli anni '60.
Pino: dici di appartenere ad un'altra generazione e forse l'argomento è pertinente. Ma io aggiungo che al limite potresti essere fuori "tempo" in America oggi, dove anche uno come Jerry Ordway non riesce più a trovare lavoro, perché si è invece alla continua ricerca di tratti più semplici e dinamici. Nonostante tu sia molto americano nel tratto, nel resto del mondo non saresti affatto fuori tempo, insomma. E in ogni caso su certe serie americane, e colorato a dovere, ti vedrei ancora parecchio bene.

Pino Rinaldi ha detto...

Grazie sei molto gentile. ma sarebbe difficile che mi permettano di controllare anche il colore. Acuna è bravissimo, ma omologato più dal colore che dalle forme agli altri, Io non vorrei questo tipo di colore, cercherei di dargli una impronta personale, anche non essendo io il colorista... sono molto esigente e chi collabora con me lo sa benissimo.

CyberLuke ha detto...

Trovo abbia un tratto molto attuale, cioè "adatto" alle serie Marvel che puoi trovare oggi in edicola.
Il che non è necessariamente un complimento, anche se non farei MAI a cambio con gli anni novanta, secondo me il periodo più basso toccato dal fumetto superoistico sotto il piano dello stile ma anche della scansione narrarativa e della costruzione scenica delle singole vignette.

Oggi, d'altra parte, le carenze nel disegno sono abilmente camuffate dalla colorazione digitale, che a riprendere un albo di "solo" quindici anni fa c'è la stessa differenza tra un film di John Wayne in bianco e nero e The Avengers in 3D.

Per la cronaca, ho recuperato la recentissima saga Age of Ultron, ancora inedita in Italia, disegnata da colui che per me è (l'attuale) dio del comics: Bryan Hitch.
Ebbene, sembra proprio che anche lui sia precipitato ai suoi minimi storici: le splash page e la costruzione delle tavole restano superbe, ma c'è una disattenzione nel tratto mai vista e, fammi dire, dieci volte meno i particolari a cui ci aveva abituato con Ultimates o Authority.
O gli hanno messo tanta fretta da fargli disegnare tutto in un fine settimana, o si è rotto le palle.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Pino:
Credo anch'io che il colore sia fondamentale, nel disegno di Acuna. Credo di aver letto anche che, proprio per questo, si sceglie da sé il colorista. Personafidata con la quale collabora da anni e proprio per questo sa bene come donare corpo ai suoi disegni. In effetti in bianco e nero perderebbe parecchio.

@ Luca:
Sulla questione anni '90 hai la mia piena approvazione, anche se rimane il fatto che l'inizio di quegli anni hanno visto una trasformazione profonda che, nel bene e nel male, ha dato una direzione nuova al fumetto di supereroi.
Su Bryan Hitch, che dire? Avevo già notato un netto peggioramento nella run sulla rinascita di Cap America di un paio di anni fa. Se devo dire la mia, credo che in parte si sia rotto le palle. A quanto so, oggi come ieri, il buon Hitch consegna le tavole con mesi di anticipo proprio per avere tutto il tempo (visto che ha sempre ammesso di non riuscire a finire 22 tavole a matita in un solo mese). Non so, forse il fatto di essere salito così rapidamente alla ribalta lo ha messo un po' con le spalle al muro. Si è un po' seduto, insomma. Ed è davvero un peccato. Quello di Hitch era davvero un gran bel talento, nulla da dire.

CREPASCOLO ha detto...

Post interessante, ma mai come i commenti.
Io aggiungo la mia pietruzza. Se mi passate la semplificazione, i comics mainstream americani si sono risvegliati durante la Silver Age, dal punto di vista del disegno, seguendo una doppia direttrice : 1) il grafismo bigger than life ed essenzialmente espressionista di Jack Kirby 2) il realismo espresso anche attraverso un taglio cinematografico della vignetta di Neal Adams. Sempre semplificando, punte e spigoli vs le rotondità e le sinuosità della carne, sintesi contro icastica rappresentaz della realtà.
Il lettore sceglie una corrente , il che non significa sia allergico o alieno o ostile all'altra. Io, tanto per parlare tanto di me, ho 45 anni e sono stato rapito dal genio del tratto di Kirby ( quello fine anni sessanta e anni settanta - ancora oggi non riesco ad essere obiettivo davanti alle tavole di Captain America 112 - albo commemorativo fatto in fretta e furia durante la sterankata di Stanotte Muoio ) e mi piacciono anche il Deadman o gli X-Men di Adams ( modernissimi ) , ma l'uomo di mezza età che sono ha trovato nuove ragioni - il tempo che passa, un temperanmento mercuriale , la necessità di trovare un antidoto alla mia logorrea - per essere d'accordo con il bimbo che "viveva" il mondo di Kirby & Royer. Di conseguenza, oggi capisco il valore dietro la tecnica di Acuna, accetto il fotorealismo che è il logico corollario della overdose di film ( se hai visto Iron Man al cinema, lo vuoi uguale sulla carta ed il mecha design di Gene Colan sarebbe insufficiente ) e che ci ha portato alle derive 21mo secolo dell'ultimo Deodato jr, di Greg Land, di alcune cose di Maleev e di Hitch , ma continuo ad apprezzare la zampata nervosa, cartoonistica, e spesso " non finita " di Simonson, Miller, Janson, Leonardi, Breyfogle, Bogdanove, Bagley, Badger, Ramos, Madureira, Parobeck, Grist, Alessandrini, Casini, Salmons ed altri ancora, ma l'elenco sarebbe interminabile.
L'età media del lettore da noi e negli USA ha fatto sì, comunque, che le majors si siano decise ad accontentare tutte le nicchie. Io ho i " miei " Avengers disegnati da Simonson e qualcun altro si legge quelli di Acuna. Viviamo davvero nel migliore dei mondi possibili, come scriveva il Tale...

LUIGI BICCO ha detto...

@ Crepascolo:
A dire il vero anch'io continuo a preferire la sana vecchia traccia a pennello, la linea tonale ben marcata e un sanissimo chiaroscuro. Ma non posso non ammirare tanta plasticità in autori come Acuna (che comunque, a differenza di altri, raramente sbagliano un'anatomia).
E comunque no, in mezzo a quel discorso, Greg Land proprio non lo dovevi mettere :D

CREPASCOLO ha detto...

Lasciamo da parte Land allora.
Comunque i cartoonists che mi hanno parlato e che continuano a parlarmi - diciamo così - Kirby in primis - rispettano l'anatomia solo quando la cosa è funzionale al discorso che stanno facendo. I muscoli del King sono quasi astratti. Colan è fotorealistico se filtrato da Tom Palmer. I personaggi di Simonson e Leonardi sono come l'Albatross di una famosa poesia che ha senso solo se vola, ma è goffo e sgraziato sul ponte di una nave.
Non ti dico lo shock quando ho realizzato nella mia preadolescenza che le donne non erano tutte come Big Barda e Granny Goodness o Agatha Harkness ( se non consideriamo la Montalcini...)

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