17.4.13

Il noir, l'hard boiled quello duro, Ed Brubaker, Sean Phillips e il primo volume di Fatale.


Ricordo che parecchi anni fa acquistai un volume a fumetti pubblicato dalla Magic Press. Non conoscevo gli autori, ma il segno mi incuriosì. Il titolo suonava come una roba improbabile: La Scena del Crimine - Un pezzetto di Buonanotte e gli autori erano un certo Ed Brubaker ai testi, un certo Micheal Lark alle matite e un certo Sean Phillips alle chine.
Mi innammorai letteralemente di quel volume, dei dialoghi serrati e realistici, della storia macabra, del profondo senso del noir di quello scrittore. Secondo la mia visione delle cose, Ed Brubaker avrebbe potuto cambiare parecchie cose, da lì in poi. E in effetti di cose ne ha cambiate. Anche se, da un certo punto in avanti, a mio avviso ci si è un po' seduto sopra.


Oggi il suo è un nome gigante del fumetto americano, ma le sue cose migliori restano sicuramente quelle indipendenti e meno legate al patinato mondo delle calzamaglie colorate: la serie Scene of the Crime, appunto, ma anche Criminal e Incognito. Non che le sue run su Catwoman, Batman, Daredevil o Capitan America non siano da tenere calorosamente in considerazione. Ma Ed si esprime al meglio attraverso il suo amore di sempre: il noir, l'hard boiled più grezzo e duro di vecchio stampo alla Mickey Spillane, alla Dashiell Hammett o alla Edward Bunker, tanto per intenderci.


Ed è esattamente quello stesso amore a trapelare (trasudare è più giusto) dal primo volume di Fatale (Libro Uno: La Morte alle costole), pubblicato dalla Panini Comics. La nuova fatica del duo delle meraviglie composto appunto da Ed Brubaker e Sean Phillips, una delle migliori accoppiate degli ultimi anni, imbastisce una trama che parte dai giorni nostri per tornare indietro, nel 1956, e infarcisce il tutto con una buona dose di orrore alla Lovecraft. La trama?
La morte di uno scrittore porta alla luce un misterioso manoscritto, e per il suo erede le cose si complicano... Più o meno quello che negli anni 50 era capitato allo scrittore stesso, allora giornalista, ritrovatosi coinvolto nell’indagine su una serie di efferati delitti legati a un misterioso culto, e collegati a una donna letale e apparentemente incapace di invecchiare.
Gli stereotipi del genere (e di Brubaker stesso) ci sono tutti: gli investigatori con le mani pesanti, la "femmina" fatalissima, gli inganni, i doppi giochi, la corruzione. Ma gran parte del merito va anche a Phillips che negli anni è maturato più di quanto ti aspetteresti e adesso intesse il buio intorno ai personaggi che fa quasi paura. Dai tempi di Hellblazer, di strada ne ha fatta, ma i suoi pezzi forti rimangono più o meno gli stessi: le donnine che ti fanno girare la testa, il frustrato in preda all'alcool, la disperazione e l'orrore negli sguardi di quei personaggi che sanno di non avere una via di fuga. Lui è un maestro nel tratteggiare i colpevoli, i sensi di colpa e gli sbandati.


Tutti elementi presenti in questa prima run di Fatale composta dai primi cinque episodi della serie oginale pubblicata dalla Image (in America siamo al numero 16). So che la seconda serie andrà dal numero sei al numero dieci e che nella terza torneremo indietro addirittura al 1930. Mi sembra ovvio che Brubaker si stia divertendo davvero parecchio e che, per sua stessa ammissione in una recente intervista, stia mettendo tutto il proprio impegno come mai prima.

Conclusione: Una buonissima serie come al solito. A chi già conosce i loro lavori, Fatale sembrerà un ulteriore tassello nel loro affresco narrativo. A chi non li conosce bene, ma il genere prende, si aprirà un mondo intero. A chi non li conosce e non piace neppure il genere: leggiti qualcos'altro.

10 commenti:

GiovanniMarchese ha detto...

In lista d'attesa per la lettura sul comodino. Ma perché in Italia non si fanno fumetti così e dobbiamo accontentarci degli americani?

La firma cangiante ha detto...

Grandissima accoppiata d'autori. Ho amato tantissimo Criminal, un pelo meno Incognito. Fatale mi manca al momento.

Bru mi è piaciuto molto anche sugli eroi, sia su Devil che su Cap ma uno dei suoi gioielli a mio avviso rimane Gotham Central, stupendo.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Giovanni:
Me lo sono chiesto spesso anch'io. La questione, credo, sta nelle radici. Se fai una cosa del genere in Italia, vieni tacciato di scopiazzare gli americani. D'altra parte se le cose le fai DAVVERO come si deve, nessuno ti dirà niente. Probabilmente non è ancora stato fatto come si deve, anche se ricordo che qualche buon tentativo c'è stato.
E comunque, forse, nel DNA dell'italiano scrittore di fumetti l'hard boiled è solo un'idea, mentre negli Stati Uniti è una matrice. Hanno una cultura principesca, a tal proposito.
Fatti avanti tu! Scrivi un hard boiled ambientato nella Sicilia "visionaria e surreale" di Invito al Massacro. Un noir duro con alieni, disadattati e gente con un occhio solo :D

@ Dario:
Hai centrato in pieno una delle migliori serie a fumetti degli ultimi dieci anni e una delle migliori scritte da Brubaker. E io ho dimenticato anche solo di citarla, pensa.
Gotham Central è un capolavoro senza possibilità di smentita.
Devil mi è piaciuta, ma l'ha ereditata da una situazione stanca e non ha potuto fare altro che rimarcare quelle orme. Poi mi è piaciuta molto, come dicevo, la run su Catwoman.

La firma cangiante ha detto...

E anche Catwoman mi manca...

LUIGI BICCO ha detto...

Se ti interessa esiste l'omnibus della defunta Planeta (qui). Potresti riuscire ancora a trovarlo.

GiovanniMarchese ha detto...

@ Luigi: in un certo senso l'avrei pure fatto, ma nessuno l'ha ancora voluto.

LUIGI BICCO ha detto...

A fumetti, intendi? O parli de La Ghigliottina di Carta? ;)

GiovanniMarchese ha detto...

La seconda.

LUIGI BICCO ha detto...

Presumo che un romanzo sia un po' difficile da piazzare, attualmente. Tanti editori hanno in programma libri da qui all'eternità. Ma non demordere e mandalo anche ad altri editori.

O almeno così farei io al posto tuo :)

GiovanniMarchese ha detto...

L'ho proposto a una ventina circa fin'ora... la caccia continua!

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