8.11.12

La Super Raccolta di Storie d'Avventura

Dunque. Qui avevamo affrontato l'argomento in prima battuta. Adesso vi parlo di questo libro nato come numero unico (il 10) della prestigiosissima rivista McSweeney's fondata dallo scrittore e saggista Dave Eggers (L'Opera Struggente di un Formidabile Genio).
Se non conoscete la rivista in questione, date un occhio al sito ufficiale.
Sotto una stupenda e vecchia illustrazione di Hugh Joseph Ward, questo La Super Raccolta di Storie d'Avventura si presenta come una raccolta di venti racconti curata nientemeno che dal premio pulitzer per la narrativa 2001 Michael Chabon. Lo scrittore del bellissimo romanzo Le Fantastiche Avventure di Kavalier & Clay pone alla base di questo progetto una domanda tanto semplice quanto arbitraria: E' possibile ancora oggi ricreare atmosfere e dinamiche del racconto d'avventura?

Per farlo ha messo insieme scrittori noti e meno noti. Tra quelli noti cito Neil Gaiman, Nick Hornby, Michael Crichton, Stephen King, Elmore Leonard, Michael Moorcock, Dave Eggers, Harlan Ellison, Rick Moody e lo stesso Michael Chabon.

Prima di leggere questo libro, recuperato anni fa da una bancarella ad un prezzo molto inferiore ai 19 euro (prezzo con il quale originariamente la Mondadori lo aveva messo in commercio), avevo letto in rete varie recensioni che ne stroncavano la natura e sottolineavano i tremendi alti e bassi dei vari racconti. Come se fosse così difficile capire che una raccolta di racconti, per sua stessa natura, non raggiungerà mai la perfezione. Soprattutto se a scrivere i racconti sono vari autori.
Personalmente credo di aver letto solo un paio di raccolte alle quali posso affibbiare la perfezione: una di Isaac B. Singer (ma non stiamo parlando di letteratura di genere) e una di Harlan Ellison (l'indimenticabile Idrogeno e Idiozia). Ma guarda caso, entrambe incentrate su un unico autore.

E' riuscita questa raccolta a centrare l'obiettivo?
La risposta è: NO.

Questa raccolta è da buttare nella spazzatura?
La risposta è: assolutamente NO.

Detto questo, passo ad elencare alcuni dei venti racconti che danno corpo alle oltre 450 pagine del volume, che ha comunque il pregio, da un punto di vista squisitamente grafico, di avere il testo interno impaginato in due colonne come nelle vecchie riviste pulp, finte pubblicità vintage che hanno il solo scopo di addobbare la pagina e riempire dei buchi e illustrazioni a capo di ogni racconto realizzate da un ispiratissimo Howard Chaykin.

Le lacrime di Squonk e quel che successe dopo di Glen David Gold è uno dei racconti più d'atmosfera dell'intera raccolta. Si parla di un elefante con il vizio dell'omicidio e quello della rinascita. Scritto molto bene. Un racconto teso, molto carino.

Pelle di gatto di Kelly Link è potente, suggestivo e visionario con l'unica pecca di fermarsi troppo sui particolari e di uscire così un po' troppo dai canoni classici dell'avventura. Ma comunque una piccola chicca. Quasi impossibile spiegare la trama. E nemmeno ci provo. Dico solo che parla di gatti che si vestono da uomini e viceversa.

Come Carlos Webster cambiò il proprio nome in Carl e divenne un famoso sceriffo dell'Oklahoma di Elmore Leonard. Un tripudio di miccette. Qui viene fuori tutta la maestria dello scrittore americano che nel volgere di una manciata di pagine imbastisce un teatrino degno dei migliori racconti noir. Una prova d'autore senza difetti che sottolinea il linguaggio secco e spietato che ha reso noto Leonard. Punto.

L'orario di chiusura di Neil Gaiman si ispira ad una delle mille leggende metropolitane. Un manipolo di ragazzini, una magione misteriosa e inquietante e una risoluzione ad effetto che dovrebbe lasciare a bocca aperta. Una discreta prova dell'autore inglese, ma nulla di che. Ci si poteva aspettare sicuramente di più dallo scrittore di American Gods.
 
La storia di Gray Dick di Stephen King. Sinceramente non ho capito la scelta di uno dei più grandi scrittori horror dei nostri tempi di raccontare, per il proprio contributo a questa raccolta, una storia legata a filo doppio alla serie de La Torre Nera. In pratica il protagonista di questo breve estratto è proprio Roland di Gilead, calato in una scena che sembra essere iniziata altrove e dover finire da qualche altra parte. Sembra un pezzo a caso preso dalla saga. Delusione. Non capisco davvero.

Il sangue non viene via mai di Michael Crichton. Un buon racconto che con l'avventura ha poco a che spartire. Ed è tutto dire per uno dei più grandi scrittori di best seller del secolo scorso. Si narrano le brevi vicende di un ometto buffo e inutile lasciato dalla moglie e con il peso di una madre dall'influsso troppo potente e un finale che non ti aspetti di sicuro, questo si. Carino da leggere ma, per quanto mi riguarda, abbastanza inutile alle premesse della raccolta nella sua interezza.

Tessendo il buio di Laurie King. Celebre in patria come scrittrice di romanzi gialli di ambientazione storica con protagonista l'investigatrice Mary Russell, la King (nessuna parentela con l'altro King) scrive un racconto intimista incentrato su una donna che sta perdendo la vista alle prese con un trasloco non voluto e su misteriosi rumori fuori dalla finestra, ladri di acqua e coltivatori di marijuana.

Il secchio di Chuck di Chris Offutt. Eccola qui l'autentica rivelazione del libro. Non sapevo nemmeno dell'esistenza di Chris Offutt (figlio del più celebre scrittore di fantascienza Andrew Jefferson Offutt), classe '58 e autore negli USA di alcuni interessanti romanzi e di alcuni episodi delle serie tv True Bloods e Weeds. Fatto sta che il suo contributo a questa antologia è un vero e proprio gioiello. Un racconto che parte dal presupposto che tutte le realtà alternative siano esplorabili o il suo giocare tra realtà e finzione (il fatto che Eggers e Chabon gli commissionino un racconto per questo libro o le varie diatribe tra il padre e Harlan Ellison, sono parte integrante del racconto) o la questione che lui stesso è protagonista e ricostruisce le sue possibili vite dopo essere entrato più volte nel "secchio", uno strumento per accedere a mille altre dimensioni, fanno di questo racconto il migliore dei venti. Quante volte avete letto racconti sci-fi sul genere? Bene. Questo è uno dei più brillanti, potete starne certi. La voglia di recuperare i suoi romanzi è alta, ma in italiano nisba, non si è tradotto nulla. Che peccato.

Su per la montagna, in lenta discesa di Dave Eggers, per quanto mantenga buoni propositi, è un racconto molto lento dove accade poco o nulla, che riprende le gesta di un manipolo di persone alle prese con una lentissima gita in montagna, prima la salita (come recita anche il titolo) e poi la sua ineluttabile discesa, con tutte le metafore del caso. Eggers è scrittore attento e oculato, si sa, ma è evidente che non deve la sua fama alla letteratura di genere.

Il caso del canarino nazista di Michael Moorcock è un altro piccolo gioiellino. Moorcock prende come musa ispiratrice lo Sherlock Holmes e il Dottor Watson di Conan Doyle e intesse un paio di personaggi tutti suoi, trascinandoli in una realtà alternativa dove il nazismo non è diventato ancora quello che la storia ricorda né, probabilmente, lo diventerà mai. I due protagonisti partiranno da Londra alla volta di Berlino, viaggiando in dirigibile, e dovranno scoprire chi ha commesso l'omicidio, se di omicidio si tratta, che ha visto vittima una cugina spasimante del povero, malaticcio cancelliere Hitler. Un buon racconto, ottima variazione sul tema.

Acqua passata di Harlan Ellison è il solito grande racconto alla Ellison, teso e costruito intorno alle strumentalizzazioni di una società bieca che ci vuole ciechi e muti. Impossibile parlare della trama senza svelare i divertenti retroscena. Posso solo dire che se scali una montagna, a volte, potresti non trovarci quello che ti aspetti.
 
Le memorie di Albertine di Rick Moody. E qui siamo alla nota dolente. Questo racconto dello scrittore statunitense, autore dei bei romanzi La Tempesta di Ghiaccio e Rosso Americano, è stato l'unico che non ho nemmeno finito di leggere. Moody si diletta e cerca di destreggiarsi in una struggente visione onirica che vede protagonista un ragazzo alle prese con un qualche tipo di droga sintetica. Dopo una quindicina di pagine, non ho capito chi era il protagonista, dov'era e cosa stesse accadendo. Le parole sembravano scorrere a caso e i periodi era scollegati uno all'altro. Cercare di seguire un filo di coerenza è stata una fatica davvero troppo grossa e ho staccato la spina. Magari colpa mia che sono una capra ignorante. Magari no.

L'agente marziano, una storia d'amore interplanetaria di Michael Chabon è un buon racconto. Qualcosa di molto simile ad un incipit per qualcosa di molto più vasto. E in effetti, ho scoperto poi, si tratta dell'inizio di un suo nuovo lungo romanzo per ragazzi del quale non si è ancora saputo nulla. C'è dello steampunk, ci sono le distese rocciose del lontano ovest, delle carrozze a vapore, due fratellini in un orfanotrofio, uno zio ricco e misterioso e il suo strabiliante dirigibile. Ci sono parecchie cose e nel caso questo romanzo dovesse mai vedere la luce, lo leggerò senz'altro.

Giusto per gli onori della cronaca, gli altri racconti sono firmati da Kim Shepard, Dan Chaon, Carol Emshwiller, Nick Hornby, Aimee Bender, Sherman Alexie e Karen Joy Fowler. Quelli dei quali ho parlato sono quelli su cui, nel bene o nel male, c'era qualcosa da dire.

In chiusura posso affermare che, nonostante l'opera non abbia rispettato gli intenti e le premesse iniziali, la lettura si è rivelata interessante e mi ha regalato un paio di gemme niente male. E qualche sana riflessione che ho messo nero su bianco nell'altro post dedicato a questo libro.

4 commenti:

michele petrucci ha detto...

Un libro che ho mollato dopo i primi racconti… magari adesso seguo le tue indicazioni e lo riprendo…

Giulio ha detto...

"La Storia di Gray Dick" è nient'altro che un capitolo del quinto libro della Torre Nera, estrapolato e messo nella raccolta. Ora non ricordo che legame avesse col libro (parliamo di una storia che avrò letto nove nni fa), ma di sicuro non è stato scritto appositamente per la racolta.

La firma cangiante ha detto...

Mi piacerebbe capire cosa ha tirato fuori Nick Hornby in un contesto del genere. Passabile?

LUIGI BICCO ha detto...

@ Michele:
Sicuramente, come detto, puoi provare con quelli di Leonard, Offutt, Moorcock ed Ellison.

@ Giulio:
Ma perché? Non capisco davvero questa cosa. Anche se non avesse avuto tempo di scriverne uno nuovo, possibile che tra tutti i racconti brevi che ha scritto in passato, non ce ne fosse uno che andava bene? O forse si trattava di promozione? Boh. Probabile.

@ Dario:
Un raccontino carino, ma nulla di che. Parla di un ragazzo che compra un registratore VHS che gli permette di vedere le trasmissioni televisive del futuro. Quindi lui sa cose che gli altri non sanno. Ma non è divertente. E' legato alla fine del mondo, naturalmente.

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