18.6.12

Tra Antrim e Leonard non mettere il dito


Di Donald Antrim, anni fa, ho letto Votate Robinson per un Mondo Migliore che risalì voracemente nella classifica dei miei libri preferiti. Quel romanzo era già fuori dagli schemi, da prendere con le molle. Ora ho letto anche Il Verificazionista. Mi è piaciuto di meno, questo devo ammetterlo. Meno carne al fuoco, più personaggi di quanti effettivamente se ne sentisse il bisogno. Ma l'incipit è coraggioso. E per farti trascinare non devi farti troppe domande né partire dal presupposto che tu sia quello che credi di essere e che la realtà oggettiva è oggettiva, in un certo qual modo, solo per te.

La cover originale e quella italiana a confronto.

Eccolo qui l'incipit preso pari pari dal sito della Minimum Fax:

Una sera di aprile, gli specialisti di un istituto psichiatrico si ritrovano in una tavola calda specializzata in frittelle e dolci da prima colazione per scambiarsi pareri professionali e cordialità varie. Ma Tom, lo psicologo promotore dell’iniziativa, porta troppo oltre l’informalità della serata e sta per innescare una guerra a suon di molliche di toast quando un robusto collega lo afferra in una morsa, immobilizzandolo. Stretto fra le sue braccia, Tom ha una strabiliante esperienza di distacco dal corpo: levitando sopra i tavoli del ristorante passa in rassegna le gioie e i dolori del proprio matrimonio, vive una storia d’amore con la giovanissima cameriera, spia i flirt fra colleghi, cercando di offrire al lettore improbabili ed esilaranti prove della «verificabilità delle esperienze emotive». Un romanzo originalissimo in cui la parodia della psicanalisi incontra il ritratto irriverente delle umane debolezze: il tutto dalla penna di uno degli scrittori più coraggiosi e geniali dell’America di oggi.
Si, è tutto qui. Tom se ne sta sospeso in aria per quasi tutto il libro, 170 pagine, abbracciato dal suo robusto collega cercando di capire il loro macchinoso (a volte impudico) rapporto quasi genitoriale e i legami tra i suoi colleghi che in effetti non sembrano aver capito appieno la situazione.

Un grande, Antrim. Però adesso passerà un po' di tempo prima che io prenda in mano qualche altro suo libro. Non ho ancora letto I Cento Fratelli, sempre edito da Minimum Fax, e mi hanno parlato molto bene anche dell'autobiografico La Vita Dopo, pubblicato invece dalla Einaudi.

Dopo questo libro mi ci vuole qualcosa di più terreno. Qualcosa di non troppo psicosociologico, con un uso del linguaggio tagliente e più diretto. Magari in parte politicamente scorretto, ecco. Un Elmore Leonard andrà benissimo, pensavo. Avrei voluto leggere Tishomingo Blues e quindi sono andato in libreria (quella tra le pareti domestiche, intendo) e non c'era. Ci ho trovato Il Grande Salto, però. Parto da quello, poi si vedrà.


Il saltare da Antrim a Leonard potrebbe effettivamente provocarmi disturbi a livello neurologico. E' probabile, almeno. Ma qualche volta bisogna pur rischiare. Che cacchio. Mica puoi vivere sempre una vita casa e chiesa.

4 commenti:

davide garota ha detto...

Non conosco questi due autori.
Perchè non ne ho mai sentito neanche parlare? Non lo so. Di certo mi interessa più Antrim. Con Quale dei due libri che citi mi consigli di iniziare?

LUIGI BICCO ha detto...

@ Davide:
In realtà Leonard non puoi non conoscerlo. Nemmeno se lo vuoi. Prova solo a leggere la filmografia nella sua pagina wikipedia. Tra i film che ha scritto o che sono stati tratti dai suoi libri, ne riconoscerai davvero parecchi.
Di Antrim, a questo punto, se ti interessa, ti consiglierei senza ombra di dubbio Votate Robinson per un mondo migliore.

La firma cangiante ha detto...

Di Leonard ho letto solo un paio di racconti e Casinò

LUIGI BICCO ha detto...

@ Firma:
E quindi hai già letto più roba sua di quanta ne abbia letta io. Di film tratti dalle sue opere ne ho visti parecchi, ma Il Grande Salto è davvero il primo libro che leggo. Non mi sta dispiacendo affatto, devo dire.

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