29.5.12

Invito al massacro


Capita che segui un progetto, vedi una serie di vignette, leggi qualche riflessione dell'autore, spizzichi con gli occhi una parte di copertina. Capita che ne conosci gli autori, ma solo via web. Scambio di commenti sul blog, qualche mail. Capita alla fine che quel progetto, finalmente, vede la sua fine. Si trasforma in un volume di carta che odora di inchiostro. Che non hai più scuse, te lo devi solo comprare, ora. Perchè se ti piacevano quei bocconi di cui sopra, figurati il prodotto finale.

Poi ce l'hai sotto gli occhi e lo sfogli distrattamente prima di leggerlo e ti viene da pensare che sarà una bella lettura o che, probabilmente, sarà una storia come tutte le altre. Che non aggiungerà nulla a quanto è già stato detto e scritto. E alla fine lo leggi e ti rendi conto che invece ti devi inventare qualcosa. Che devi trovare le parole giuste perchè questo "romanzo grafico" ti è piaciuto per davvero.

Sto parlando di Invito al Massacro, scritto da Giovanni Marchese e disegnato da Davide Garota pubblicato dalle edizioni Tunué. Una storia, una novella, una fiaba nera che per bocca dell'editore è:
"Una storia di riscatto in una terra di Sicilia visionaria e surreale."
Il protagonista di questa storia è Jano Malacarne, un individuo allo sbando che non può permettersi di essere molto altro, calato in una realtà che sembra essere reietta dal resto del mondo.
Jano sembra nutrire una tacita idiosincrasia per la società ordinata e pulita. Sembrerebbe non poter vivere da nessun altra parte se non nel suo quartiere. Così come tutti gli altri personaggi creati da Marchese e Garota, che sembrano prendere vita da quel disfacimento e volentieri vivere in funzione di esso. Le tre megere vicine di casa, il Dottor Strano, i ricottari e le loro pecore malate, il leggendario "sugghiu", la donna cicciotta dei volantini, la prostituta conosciuta sull'autobus, il pappone Polifemo, i gatti morti, la Lega della Nazione, ma anche i muri scrostati, le lambrette, le carcasse di auto abbandonate, le scritte sui muri, il malocchio, i sogni e gli alieni. Un micromondo nel quartiere, coreografia a teatro attorno all'unico vero ballerino in scena, spettatore spesso involontario, Jano Malacarne.


Jano è soprattutto asfittico osservatore del suo piccolo quotidiano, un quotidiano dove sembra vigere una sola legge, quella della natura, sapientemente celata alla buona società. E' come nel romanzo Piano Meccanico di Kurt Vonnegut: se fai parte della società bene, tutto il resto è invisibile perchè inutile. Ma la vita reale è dall'altra parte, oltre il ponte. In questo caso quella dove il nostro protagonista vive o cerca di vivere.
Ma quella di Jano è pure una terra senza tempo. Anche se delirante, sottile e precaria, esattamente come la nostra, che non ha fede e non prevede sconti per nessuno. Jano, soprattutto, aspetta la riscossa che prima o poi in qualche forma dovrà arrivare anche per lui. E la riscossa, sotto qualche veste, arriverà per davvero, si. E delle porte si apriranno anche al suo cospetto.


Di Giovanni Marchese non avevo mai letto nulla, lo ammetto. E mi ha molto stupito la naturalezza con la quale dispone i suoi pezzi in campo o la semplicità nell'orchestrarne i sentimenti. La scrittura di Marchese è senza fronzoli, con un occhio di riguardo al senso della misura e un'ottima predisposizione per i tempi.

Davide Garota invece, al suo esordio su un lavoro di centoventi e passa pagine, non se ne sta semplicemente a guardare. Non si nasconde dietro le convenzioni classiche del disegnare fumetti. Se non cerca soluzioni raffinate, lo fa solo per un uso genuino del linguaggio. Il tratto tagliente si piega a seconda delle esigenze. La linea tonale delimita i campi con convinzione, in modo pulito e senza arzigogoli o esercizi da accademia del disegno. Eclettismo puro e tanto sentimento ad uso e consumo della storia. Un ottimo interprete per immagini per un esordio, a mio modo di vedere, davvero davvero convincente.


Il colore non è velleità né esercizio di stile. Si fonde alla storia ed è protagonista come tutto il resto. Sarei stato curioso di vedere Davide all'opera su tavole in bianco e nero con il suo tratteggio e il suo chiaroscuro. Magari sarà per il prossimo lavoro, chissà.

L'opera in questione mi ha riportato alla mente simpatiche assonanze e simmetrie con altre opere altrettanto corrosive e deliranti come La Città dei Brutti Sogni di David B. e Joann Sfar o come la silente spregiudicatezza e l'insofferenza di certi personaggi costruiti da Daniel Clowes per le sue Caricature. Invito al Massacro è un'opera che dovrebbe leggere chi asserisce, con una certa convinzione, che le uniche storie interessanti sono quelle della provincia. Ci troverebbe una valida conferma alla sua tesi, ma anche sonore smentite.


Unica nota stonata, nel prodotto finale la stampa appare molto più scura rispetto agli originali visti in rete. Questione che non va a certo scalfire i pregi del volume ma, a guardare le tonalità originali, la lettura ne avrebbe sicuramente guadagnato qualcosina.

Bello. A me è piaciuto parecchio. A quando il prossimo?

8 commenti:

GiovanniMarchese ha detto...

Sarò sincero, temevo il tuo giudizio, consapevole dell'obiettività e della competenza che hai dimostrato in questa sede per ogni libro di cui ci hai parlato. Se Invito al massacro ha convinto te mi sa che abbiamo fatto centro. Davvero. Grazie!

davide garota ha detto...

né io né Giovanni ci aspettavamo questa pubblicità e non ti abbiamo pagato per scrivere bene del nostro libro. Lo hai fatto gratis! Grande!
Personalmente spero che ti sei anche sbudellato dalle risate, perchè il libro è anche questo: un pò se ride e un pò se piagne.

davide garota ha detto...

oh!Passata la tonsillite? Mica ti sarà avanzato un pò di quel cortisone...Dove lo posso comprare?

LUIGI BICCO ha detto...

@ Giovanni:
Ti ringrazio per la "competenza" che mi affibi, Giovanni. Fortunatamente sono scevro delle pressioni del recensore. Io non recensisco, io parlo solo delle cose che mi piacciono. Ecco perchè questo post è sincero. Avete fatto davvero un buon lavoro. Per me.

@ Davide:
Ebbene si. E' un punto di forza non da poco, una leva portante, quella dell'amara risata. Mi ci sono divertito e la lettura è stata davvero scorrevole. E' tutto dire. Si ride e si piange, si, come nella vita reale.
P.S.: Il cortisone te lo devi far prescrivere da un medico, altrimenti nisba :)

Anonimo ha detto...

(...e quando dopo l'ultima pagina fai il classico sospiro e chiudi il volume.. e la storia ti ronza in testa per qualche ora.. e poi ancora per qualche giorno..bè, allora non ci sono dubbi.. parliamo di un piccolo capolavoro).

comprato e letto tutto di un fiato. micidiale. davvero una bella sorpresa. complimenti vivissimi agli autori.

dj nepo

LUIGI BICCO ha detto...

@ Nepo:
Mi fa piacere che ti sia piaciuto. E farà sicuramente piacere anche agli autori :)

GiovanniMarchese ha detto...

@ Nepo:
Grazie mille per l'apprezzamento! Spero che vorrai parlarne in giro, il passaparola in questi casi può aiutare a far conoscere il libro.

Anonimo ha detto...

Volentieri, Giovanni. Molto volentieri.

dj nepo

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