1.2.12

Mille e uno Sherlock Holmes

Chissà perchè, tempo fa ti eri convinto che si fosse arrivati alla liberalizzazione dei diritti del personaggio più prestigioso nato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle. Da qualche anno, infatti, si è scatenata un improvvisa ondata di rinnovato interesse intorno alla figura di Sherlock Holmes, da sempre investigatore per antonomasia del mondo della narattiva.


Da quando Guy Ritchie si è occupato di riportare al cinema uno Sherlock Holmes inedito e per molti versi diametralmente opposto all'originale, hai assistito alla nascita di nuovi libri (come Mysterious World of Sherlock Holmes di Bruce Wexler e le ristampe integrali o quasi di Newton Compton e Mondadori) e nuove serie TV (come Sherlock della BBC inglese con Benedict Cumberbatch e Martin Freeman).

L'uomo dagli occhi piccoli e distanti qui sopra è Benedict Cumberbatch, che con
un nome del genere e con quella faccia, se non avesse intrapreso la carriera di attore,
avrebbe potuto fare il cartone animato di professione.

Per tacere poi dei mille e uno adattamenti a fumetti, rispettosi dei romanzi originali (come la bella serie di graphic novel di Ian Edginton e I.N.J. Culbard stampata in Italia dalle edizioni BD qui o quella della Dynamite firmata da Leah Moore, John Reppion e Aaron Campbell pubblicata da Panini in un 100%) e quelle meno rispettose (Sherlock Holmes contro i vampiri, contro Dracula, contro gli zombie e non ricordi più cos'altro. E non stai scherzando).

Di Edginton e Culbard sono previsti quattro graphic novel che riprendono in modo pedissequo le gesta di Sherlock Holmes dei quattro romanzi originali di Doyle.

E l'esplosione di rinvigorito interesse non ha lasciato da parte nemmeno un settore, quello dei videogiochi, che in passato poco, quasi per nulla, si è occupato del detective in questione (Sherlock Holmes contro Arsén Lupin, contro Jack lo Squartatore e contro Cthulhu!!!).

E no, non stai scherzando nemmeno adesso!

Insomma, gira che ti rigira, proprio per via delle numerose variazioni sul tema, ti eri fatto appunto l'idea dei diritti caduti in un oscuro burrone. E invece è tutt'altro che così. Sembra infatti che quelli detenuti dai discendenti diretti della famiglia Doyle, siano i diritti più protetti della storia dei personaggi di fiction. Almeno, pare, fino al 2023.

Continui a chiederti allora da dove arrivi questo improvviso interesse in un character che ha già un bel macigno di anni alle spalle. Come mai solo ora?
E' perchè rivederlo in tematiche e commistioni di genere improbabili? Un po' come se tu riscrivessi Starsky e Hutch in chiave mitologica.

Tipo Starsky e Hutch contro Polifemo. Che ci hai messo più a pensarla che a photoshopparla.

Avevi notato la serie a fumetti di Edginton e Culbard in fumetteria ed eri ad un passo dal prenderla. Quando ti è tornato alla mente quante volte ti sei ritrovato a sfogliare le pagine dei romanzi originali senza mai affrontare la lettura. Sin da ragazzo, l'investigatore di Conan Doyle non ti ha mai ispirato simpatia più di tanto e nutrivi nei suoi confronti una serie di pregiudizi, comunque ingiustificati, legati soprattutto alla figura stereotipata e monotona costruita negli anni dal cinema. E quanto ti piaccia, soprattutto quando ci si sbizzarrisce nel riscrivere o nel rinnovare un personaggio, tornare invece alle origini per gustarne le opere originali. Le radici.

E così accaduto che, in edicola, tu abbia trovato il volume di mille e passa pagine Elementare Watson!, un oscar bestsellers edito da Mondadori con la prefazione di John LeCarré, che raccoglie i quattro romanzi lunghi più una decina tra i migliori racconti (migliori per chi, poi?) dedicati a Sherlock Holmes. Quindici euro, prego, grazie e arrivederci. La sera stessa ti sei immerso nella lettura del primo romanzo, Uno studio in rosso e non te ne sei pentito affatto. In questo romanzo assistiamo al primo incontro tra Sherlock Holmes e il buon Dottor John H. Watson che porterà entrambi alla condivisione di un appartamento al 221 di Baker Street, a Londra. Ad una richiesta di soccorso da parte di due investigatori di Scotland Yard nei confronti di Holmes per un'indagine particolare che riguarda un uomo ritrovato cadavere e delle relative difficoltà per capire i motivi del suo decesso. Di misteriose frasi incomplete (o forse no) scritte con il sangue e di uomini che si vestono da donne.

Ed ecco cosa hai scoperto leggendo Uno Studio in Rosso.

Cose che ti hanno colpito:
Che Sherlock Holmes non è lo stesso Sherlock Holmes che tutti conoscono. Non è il gentleman dall'amplomb tipicamente inglese, non è troppo erudito, non è un pozzo di scienza, è un genio della chimica ma sa poco di politica, è parecchio cinico ma non sempre serio e compassato ma capace di autentiche esplosioni di allegria. Non porta MAI (a parte una sola volta in un racconto) quel maledetto deerstalker (il cappellino da cacciatore qui sotto) e non fuma quella pipa modello calabash (ma indifferentemente pipa, sigari e sigarette) e non ha mai detto la maledetta frase: "Elementare, Watson!". Tutte caratteristiche che ha ereditato invece apocrife dalle innumerevoli trasposizioni cinematografiche.


Cose che NON ti hanno colpito:
Che Sherlock è presuntuosello ed arrogante proprio come te lo aspettavi. E' saccente e annoiato dalle cose di tutti i giorni. Prova insofferenza per le persone troppo comuni. Che gli piace mettere alla prova l'intelligenza degli altri. Che è un drogato e che piuttosto che non andare a fondo di un'indagine, preferisce lasciarsi morire. Che Watson è un personaggio più importante di quanto si voglia far credere. Che Conan Doyle, mannaggia sua, scrive benissimo. Che non è mai macchinoso anche quando altri scrittori, al posto suo, lo sarebbero stati. Che i suoi personaggi li odi o li ami. Che le ambientazioni della nebbiosa e oscura Londra di fine ottocento ti sono sempre piaciute e che sono pane per i suoi denti.


Le cose che non ti aspettavi proprio:
Che Sherlock non ti risulta mai antipatico davvero. Che il suo cinismo fa anche ridere. Che a leggerla oggi, c'è una scena che se l'avesse scritta un narratore moderno gli animalisti lo avrebbero mangiato vivo. Che c'è questo racconto nel romanzo dove si fa un salto, sia geografico sia temporale, nello Utah, dove cambiano ambientazioni e personaggi e assistiamo ad una parentesi in pure stile western. Questa non te la immaginavi proprio, eh. Un'autentica sorpresona.

Bello, comunque. Un classicone.
Molto curioso, soprattutto. Pollice su, lettura consigliata.

P.S.: Per quanto film e telefilm ne abbiano sempre riportato al pubblico
la figura in modo impreciso (e quello di Robert Downey jr mi è stato pure simpatico), ritengo che la migliore interpretazione cinematografica, per quanto anch'essa non attinente alle vicende classiche, rimanga quella del giovane Sherlock Holmes di Spilberghiana memoria nel film Piramide di Paura. C'è poco da fare.

9 commenti:

GiovanniMarchese ha detto...

Condivido punto per punto la tua analisi e aggiungo anche che gli editori e i produttori sono sempre alla ricerca di libri e film commercialmente appetibili e "sicuri". Per cui attingere risorse tra la massa di appassionati del grande Sherlock è una mossa quasi scontata in tempi di crisi.

CyberLuke ha detto...

È un personaggio la cui personale e, ahimé, lacunosa conoscenza si limita a qualche riduzione cinematografica in bianco e nero.
Non ho una vera opinione su di lui, anche se ricordo una vecchia storia de Gli Aristocratici di Castelli e Tacconi (un grande) dove l'erede di Sherlock Holmes si incontrava con la banda di ladri gentiluomini.

Ad ogni modo, certe figure della letteratura, del cinema o della tv ogni tanto vengono ripescate e "attualizzate": ricordi lo Zorro di Banderas, ad esempio?
Ecco, io a malapena.

michele petrucci ha detto...

Ahah ho letto parecchi libri di Doyle… ma una raccolta su Sherlock dal titolo "Elementare, Watson!" che è un'invenzione di non ricordo quale sceneggiatore è proprio il massimo…

LUIGI BICCO ha detto...

@ Giovanni:
Però è curioso. Io avrei detto che non avrebbe smosso più di tanto, al giorno d'oggi. Evidentemente pensavo male. Ma prendere Sherlock Holmes per farci altro è cosa che continua a rimanere misteriosa. Non che sia contrario ad operzioni di questo tipo, ma qui mi sembra che sia un pochino esagerato :)

@ LUca:
Provi esattamente quello che provavo io per il personaggio, prima che mi mettessi a leggere. Il fatto che tu citi gli Aristocratici e Castelli mi fa tornare in mente tanti bei ricordi. A mia volta potrei citarti il bellissimo Sherlock Holmes di Berardi e Trevisan.
E comunque no, neanch'io ricordo lo Zorro di Banderas. Fortunatamente :) Però è evidente che l'investigatore londinese ha una marcia in più rispetto agli altri, se continuano a proliferare iniziative su di lui.

@ Michele:
Capisci? Che gli vuoi dire a quelli di Mondadori? Solo per quello mi sarei rifiutato di acquistarlo per andare a cercarmi il Tutto Sherlock Holmes della Newton Compton.

La firma cangiante ha detto...

L'ho sempre amato questo personaggio, forse proprio per questo la versione di Guy Ritchie non mi ha convinto.

Consigliata ovviamente la raccolta Tutto Sherlock Holmes anche se a dire il vero piuttosto scomoda quella recente in un unico tomo.

La trasposizione di Berardi/Trevisan invece l'ho acquistata ma ancora non l'ho letta, ti farò sapere.

Piramide di paura era piaciuto un sacco anche a me, sicuramente tra i film migliori dedicati al detective.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Dario:
Ma sai com'è, Ritchie deve fare per forza lo sborone. Non mi sento di condannare completamente la sua versione. Diciamo che non c'era bisogno che fosse Sherlock Holmes, ecco.

Sul volume di Berardi e Trevisan sappimi dire, si, che io non ce l'ho.

La firma cangiante ha detto...

Quando il vecchio Guy faceva lo sborone in cose come Lock and stock o The Snatch mi faceva impazzire, poi è arrivata Madonna.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Dario:
Si, però si è insabbiato anche da solo. Dopo quei due film, non ha più saputo ripetersi perchè non puoi andare avanti sempre con le stesse dinamiche narrative all'infinito. Revolver e Rocknrolla la dicono lunga su quanto poi stanchino certe situazioni. Il suo Sherlock Holmes è solo una parentesi. Vediamo cosa si inventa dopo.

Certo però che The Snatch rimane uno dei più bei film del genere di sempre :)

La firma cangiante ha detto...

In effetti hai ragione, Revolver era fiacco, Rock n Rolla ancora mi manca.

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