Illustrazioni e idee sulla scrittura

Ci sono volte che hai voglia a spremere le meningi. L'idea giusta non arriva. Se non è giornata non è giornata, punto. Ci sono altre volte, invece, che nascono così su due piedi e non te le scrolli più di dosso.

E' quello che è capitato a me per una delle due illustrazioni presenti sul numero di Internazionale in edicola da oggi. L'articolo in questione, originariamente pubblicato sul Los Angeles Times, è intitolato The Writing Life: The point of the long and winding sentence e il suo autore è Pico Iyer, uno scrittore inglese con parecchi libri al suo attivo.

"In pratica Pico Iyer dice che il suo modo di scrivere
frasi più lunghe rispetto alla media è un modo per
protestare contro la velocità d'informazione alla quale
sono sottoposte le persone ogni giorno. Mentre il suo
editor gli chiede continuamente tagli".

Questo è quanto mi ha detto velocemente al telefono il buon Alberto, mio referente su Internazionale, prima di inviarmi copia dell'articolo in inglese. E prima che leggessi questo benedetto articolo, mi si era già infilata in testa la scena dell'editor che chiede tagli. Però non era giusto che mi facessi idee prima di leggere il tutto.

Dopo averlo letto tutto, quell'articolo, ci ho rimuginato sopra anche quando avrei dovuto dormire. Ma niente. Quell'immagine proprio non andava via. Avevo in testa già qualcosa di preciso, un flusso di inchiostro sotto la minaccia di una forbice, e me la sono portata fino alla fine. Sto parlando naturalmente della prima illustrazione, qui sotto, con le due mani.



Per la seconda, c'è poco da dire. E' un'illustrazione personale che avevo realizzato anni fa e alla quale tenevo particolarmente. Ho trovato quella che sembrava una collocazione ideale, visto che nella seconda parte dell'articolo si parla dell'intimità che nasce scrivendo un libro. Ho chiesto naturalmente il consenso del giornale a fornirgli una vecchia illustrazione, ma mai pubblicata. Consenso approvato con disinvoltura. E così è stata stampata una delle rare illustrazioni nelle quali mi sono permesso delle sfumature di colore.