Leggendo il primo volume (di 4) di Conan il Barbaro recentemente stampato dalla Panini nella serie Marvel Collection, è venuta fuori una riflessione.
Conan mi è sempre piaciuto. Sia nella veste letteraria firmata dal suo creatore Robert E. Howard di metà anni '20, sia in quella a fumetti degli anni '70 curata da Roy Thomas. Questo perchè il character creato da Howard, non è semplicemente un rozzo e violento barbaro come tanti potrebbero credere. Conan è grosso e senza scrupoli. Spacca le montagne e raramente prova paura. E' superstizioso e per molti versi cocciuto e ottuso. Ma nell'era hyboriana che lo scrittore statunitense ha creato per lui, non vorresti essere da nessun'altra parte se non al suo fianco. Se fa una promessa la mantiene, se gli salvi la vita lui la salverà a te. Il prototipo dell'antieroe, insomma, che proprio non può starsene lontano dai guai. Un pericoloso viandante che si ritrova suo malgrado sempre inmezzo a qualche battaglia. Preferisce le donne al denaro e quando salva qualche damigella in pericolo esige il suo contributo. Ma affascinandole con i suoi modi rozzi. Non userebbe mai violenza a nessuna di loro perchè, nonostante sia un barbaro, appunto, certe cose Conan non vuole proprio farle.
Conan è cattivo, ma mai cattivo fino in fondo. Conan è anche buono ma mai buono fino in fondo. Le ambientazioni e le avventure sono tagliate su misura per lui, è il caso di dirlo, a fil di spada. E a me questa cosa, ripeto, è sempre piaciuta.
Nei quattro volumi della Panini viene raccolta la serie originale a fumetti Conan il Barbaro a partire dal 1973, dopo che Barry Windsor-Smith lasciò il testimone alle matite di un certo John Buscema. Un Buscema non proprio di primo pelo, ma non ancora quello che avrebbe caratterizzato poi per sempre la figura del cimmero. A dispetto dei loro quarant'anni (40!!!), le storie sono brevi, belle e funzionano. Peccato solo per la nuova colorazione digitale realizzata apposta in occasione della recente ristampa americana. Sarò strano io, ma quelle tinte piatte, quegli accostamenti improbabili dai colori accesi e quei puntinati che fanno tanto vintage, a me piacciono proprio tanto.
Comunque.
Devo aprire una piccola parentesi. Il genere fantasy non mi ha mai preso. Né lo odio né lo disprezzo, ma tutte le volte che ho cercato di immergermi nella lettura di un libro o di un fumetto o nella visione di un film che fa capo a questo genere, non sono mai riuscito a calarmi appieno nelle sue atmosfere o nelle sue dinamiche narrative.
Dopo un lento rimuginare, ecco il risultato della comunque breve riflessione: Conan non è un fantasy ma sword & sorcery. Mi permetto allora una piccola divagazione sulle sostanziali differenze tra le due correnti (la seconda, comunque, sottogenere che fa capo alla prima).
Il genere affonda le sue radici nel folclore e nel mito, nella mitologia classica, nella magia e nell'avventura. Tra gli esempi più calzanti di fantasy moderno (siamo comunque a cavallo tra '800 e '900) abbiamo capolavori come Il Mago di Oz di Lyman Frank Baum o il Peter Pan di James Matthew Barrie, senza dimenticare il notevole apporto di altri autori quali Mark Twain (Un Americano alla Corte di Re Artù, 1889), Lewis Carroll (Alice nel Paese delle Mervaglie, 1865 - Attraverso lo Specchio, 1871) e Mervyn Laurence Peake (con la trilogia di Gormenghast, 1946-1959). Per poi arrivare, naturalmente, al tanto osannato ciclo de Il Signore degli Anelli di John Ronald Reuel Tolkien (pubblicato in tre volumi tra il 1954 e il 1955, anche se in realtà si dice che fosse stato scritto dall'autore tra il 1937 e il 1949) e che fu pensato come seguito ideale del suo libro precedente, Lo Hobbit, pubblicato nel 1937.
Viene riconosciuto quindi come sottogenere a sé sin dalla metà dell'800, anche se il termine vero e proprio verrà coniato solo nel 1961 dallo scrittore inglese Michael Moorcock. Nella Sword & Sorcery sono presenti comunque figure cardine della narrativa di genere come maghi e streghe, ma si tende a dare più importanza all'aspetto soprannaturale dei personaggi. Insomma, la differenza sta che qui, a parte rare eccezioni, non troverete nani barbuti o longilinei figuri dalle orecchie a punta che parlano con gli animali come San Francesco. Qui si prediligono bestie di vario tipo, déi e demoni di ogni specie (e relative maledizioni) ma, soprattutto, i conflitti e le guerre sanguinose tra gli uomini. Intrepidi eroi, violenza, dominio sui popoli, conquista. Questi ultimi elementi quasi sempre prendono quindi il sopravvento sulla magia e sulla mitologia fantastica.
Un grande trampolino di lancio, all'epoca, fu rappresentato dalla nascita di alcune celebri riviste come Weir Tales (pulp magazine statunitense che raccoglieva racconti horror e fantastici sin dal suo esordio nel 1923), fondata da Edwin Baird e Farnsworth Wright e Amazing Stories, creata da Hugo Gernsback nel 1928 (che si occupava prettamente di racconti di science fiction). Tra le pagine storiche di queste riviste, hanno esordito autori quali H.P. Lovecraft, Ashton Smith, Seabury Quinn, Isaac Asimov, Ursula Kroeber Le Guin, Roger Zelazny e, naturalmente, lo stesso Robert Ervin Howard.
Solo un appunto sullo scrittore texano, giusto per saperne qualcosa in più: Howard ha scritto interi cicli narrativi dedicati a diversi personaggi di sua invenzione come Kull di Valusia, Conan, Solomon Kane, Bran Mak Morn e Turlogh O'Brien (condottieri celti protagonisti di un Ciclo Celtico), James Allison e Kirby Buckner. Il tutto dal 1925 (dove esordì solo diciannovenne con il racconto Spear and Fang su Weird Tales) fino al 1936 quando, diagnosticata alla madre una malattia incurabile, Howard non reggerà ad un periodo già difficile e, raggiunto il deserto in auto, si sparerà un colpo di pistola alla testa.
Morale della favola: dopo aver letto in gioventù alcuni romanzi dedicati al cimmero (Chiodi Rossi, Colosso Nero, L'Ora del Dragone) e recentemente un vecchio Urania Fantasy (il numero 6 del febbraio 2005, con la raccolta dei primi racconti brevi: La Fenice sulla Lama, La Cittadella Scarlatta, La Torre dell'Elefante), ho deciso di recuperare l'omnibus mandato in stampa dall'immancabile Newton Compton e leggerne (o rileggerne) pezzi a piacimento.
Perchè mi va di fare un tuffo nel passato e perchè ho un mezzo progetto (un altro?) che mi sta girando per la testa da un po'.
Conan è cattivo, ma mai cattivo fino in fondo. Conan è anche buono ma mai buono fino in fondo. Le ambientazioni e le avventure sono tagliate su misura per lui, è il caso di dirlo, a fil di spada. E a me questa cosa, ripeto, è sempre piaciuta.
Nei quattro volumi della Panini viene raccolta la serie originale a fumetti Conan il Barbaro a partire dal 1973, dopo che Barry Windsor-Smith lasciò il testimone alle matite di un certo John Buscema. Un Buscema non proprio di primo pelo, ma non ancora quello che avrebbe caratterizzato poi per sempre la figura del cimmero. A dispetto dei loro quarant'anni (40!!!), le storie sono brevi, belle e funzionano. Peccato solo per la nuova colorazione digitale realizzata apposta in occasione della recente ristampa americana. Sarò strano io, ma quelle tinte piatte, quegli accostamenti improbabili dai colori accesi e quei puntinati che fanno tanto vintage, a me piacciono proprio tanto.
Comunque.
Devo aprire una piccola parentesi. Il genere fantasy non mi ha mai preso. Né lo odio né lo disprezzo, ma tutte le volte che ho cercato di immergermi nella lettura di un libro o di un fumetto o nella visione di un film che fa capo a questo genere, non sono mai riuscito a calarmi appieno nelle sue atmosfere o nelle sue dinamiche narrative.
Di conseguenza, la domanda che nasce spontanea è:
Perchè mi piace tanto Conan se non amo il fantasy?
Perchè mi piace tanto Conan se non amo il fantasy?
Dopo un lento rimuginare, ecco il risultato della comunque breve riflessione: Conan non è un fantasy ma sword & sorcery. Mi permetto allora una piccola divagazione sulle sostanziali differenze tra le due correnti (la seconda, comunque, sottogenere che fa capo alla prima).
FANTASY
Le prime avvisaglie e i primi riferimenti al fantasy erano già più che palesi nel Ciclo Bretone di Artù e, più tardi, in alcune epopee letterarie del cinquecento come L'Orlando Furioso o Gerusalemme Liberata.Re Artù attraversa le acque sulla strada per l'isola di Avalon. Fu ad Avalon che avrebbe
trovato la leggendaria Excalibur e dove si sarebbe ripreso dalle sue ferite (quasi) mortali
dopo aver combattuto l'usurpatore Mordred. Hulton Archive / Getty Images
trovato la leggendaria Excalibur e dove si sarebbe ripreso dalle sue ferite (quasi) mortali
dopo aver combattuto l'usurpatore Mordred. Hulton Archive / Getty Images
Il genere affonda le sue radici nel folclore e nel mito, nella mitologia classica, nella magia e nell'avventura. Tra gli esempi più calzanti di fantasy moderno (siamo comunque a cavallo tra '800 e '900) abbiamo capolavori come Il Mago di Oz di Lyman Frank Baum o il Peter Pan di James Matthew Barrie, senza dimenticare il notevole apporto di altri autori quali Mark Twain (Un Americano alla Corte di Re Artù, 1889), Lewis Carroll (Alice nel Paese delle Mervaglie, 1865 - Attraverso lo Specchio, 1871) e Mervyn Laurence Peake (con la trilogia di Gormenghast, 1946-1959). Per poi arrivare, naturalmente, al tanto osannato ciclo de Il Signore degli Anelli di John Ronald Reuel Tolkien (pubblicato in tre volumi tra il 1954 e il 1955, anche se in realtà si dice che fosse stato scritto dall'autore tra il 1937 e il 1949) e che fu pensato come seguito ideale del suo libro precedente, Lo Hobbit, pubblicato nel 1937.
SWORD & SORCERY
La Sword & Sorcery (spada e stregoneria), quasi parallelamente alla heroic fantasy, si rifà comunque alla mitologia e all'epica classica ma affonda le radici anche e soprattutto nei romanzi cappa e spada, genere letterario che vede in origine, tra i suoi principali interpreti, Alexandre Dumas (con I Tre Moschettieri) e Rafael Sabatini (con le avventure del giovane aristocratico Scaramouche).Viene riconosciuto quindi come sottogenere a sé sin dalla metà dell'800, anche se il termine vero e proprio verrà coniato solo nel 1961 dallo scrittore inglese Michael Moorcock. Nella Sword & Sorcery sono presenti comunque figure cardine della narrativa di genere come maghi e streghe, ma si tende a dare più importanza all'aspetto soprannaturale dei personaggi. Insomma, la differenza sta che qui, a parte rare eccezioni, non troverete nani barbuti o longilinei figuri dalle orecchie a punta che parlano con gli animali come San Francesco. Qui si prediligono bestie di vario tipo, déi e demoni di ogni specie (e relative maledizioni) ma, soprattutto, i conflitti e le guerre sanguinose tra gli uomini. Intrepidi eroi, violenza, dominio sui popoli, conquista. Questi ultimi elementi quasi sempre prendono quindi il sopravvento sulla magia e sulla mitologia fantastica.
Fafhrd e Gray Mouser nei dintorni della città di Lankhmar in una cover
liberamente interpretata dal grande pittore e illustratore Michael Whelan.
Quali sono le opere più rappresentative della Sword & Sorcery? Naturalmente il Conan di Howard ne è capostipite. Poi la saga di Fafhrd and the Gray Mouser di Fritz Lieber (una stilettata allo stomaco a chi non ricorda almeno il bellissimo adattamento a fumetti realizzato da Howard Chaykin, Mike Mignola e Al Williamson) e Kane il Rosso di Karls Edward Wagner. Per quanto in molti tendano a raccogliere sotto questo stile letterario anche il ciclo di John Carter di Marte di Edgar Rice Burroughs, qui la scienza e la tecnologia aliena rimpiazzano il soprannaturale. Quindi si tratta in realtà di science fantasy, genere che, a sua volta, è un perfetto ibrido tra fantasy e fantascienza.liberamente interpretata dal grande pittore e illustratore Michael Whelan.
Il numero di Weird Tales (datato maggio 1934) che ospitò la prima parte de
La Regina della Costa Nera, racconto di Howard del ciclo di Conan, dove
il cimmero conosce uno dei personaggi più amati dai fan: Belit, la Diavolessa
del Mare. Il tutto sotto una bella cover illustrata da Margaret Brundage.
La Regina della Costa Nera, racconto di Howard del ciclo di Conan, dove
il cimmero conosce uno dei personaggi più amati dai fan: Belit, la Diavolessa
del Mare. Il tutto sotto una bella cover illustrata da Margaret Brundage.
Un grande trampolino di lancio, all'epoca, fu rappresentato dalla nascita di alcune celebri riviste come Weir Tales (pulp magazine statunitense che raccoglieva racconti horror e fantastici sin dal suo esordio nel 1923), fondata da Edwin Baird e Farnsworth Wright e Amazing Stories, creata da Hugo Gernsback nel 1928 (che si occupava prettamente di racconti di science fiction). Tra le pagine storiche di queste riviste, hanno esordito autori quali H.P. Lovecraft, Ashton Smith, Seabury Quinn, Isaac Asimov, Ursula Kroeber Le Guin, Roger Zelazny e, naturalmente, lo stesso Robert Ervin Howard.
Un numero "qualsiasi" di Amazing Stories (aprile 1926), con i racconti
di H.G. Wells, Jules Verne e Edgar Allan Poe. E scusate se è poco.
di H.G. Wells, Jules Verne e Edgar Allan Poe. E scusate se è poco.
Solo un appunto sullo scrittore texano, giusto per saperne qualcosa in più: Howard ha scritto interi cicli narrativi dedicati a diversi personaggi di sua invenzione come Kull di Valusia, Conan, Solomon Kane, Bran Mak Morn e Turlogh O'Brien (condottieri celti protagonisti di un Ciclo Celtico), James Allison e Kirby Buckner. Il tutto dal 1925 (dove esordì solo diciannovenne con il racconto Spear and Fang su Weird Tales) fino al 1936 quando, diagnosticata alla madre una malattia incurabile, Howard non reggerà ad un periodo già difficile e, raggiunto il deserto in auto, si sparerà un colpo di pistola alla testa.
Tutto è andato, tutto è finito: ponetemi sulla pira;
la festa è terminata e il lume ora spira.
(Le ultime parole dell'autore vergate su carta, prima del suicidio)Solo molti anni dopo, nel 1996, basandosi sulle memorie di Novalyne Price Ellis (compagna di Howard per un breve periodo), Michael Scott Myers adatterà per il cinema il film The Whole Wide World (Il Mondo Intero, in italiano) diretto dal regista Dan Ireland con Vincent D'Onofrio e Réene Zellweger. Qui il trailer.
Morale della favola: dopo aver letto in gioventù alcuni romanzi dedicati al cimmero (Chiodi Rossi, Colosso Nero, L'Ora del Dragone) e recentemente un vecchio Urania Fantasy (il numero 6 del febbraio 2005, con la raccolta dei primi racconti brevi: La Fenice sulla Lama, La Cittadella Scarlatta, La Torre dell'Elefante), ho deciso di recuperare l'omnibus mandato in stampa dall'immancabile Newton Compton e leggerne (o rileggerne) pezzi a piacimento.
Perchè mi va di fare un tuffo nel passato e perchè ho un mezzo progetto (un altro?) che mi sta girando per la testa da un po'.
11 commenti:
Bellissimo post, queste uscite di Conan intrigavano anche me ma le lascia perdere proprio per la colorazione che non mi convinceva.
Ho ancora da leggere il volume dedicato a Conan della collana Supereroi però.
Il ciclo anni '70 che citi con Roy Thomas e Barry Winsor Smith è straordonario. L'ho letto per la prima volta in un'edizione dei primi anni '90 targata Comic Art e di tanto in tanto me ne rileggo qualche episodio. Ho anche letto diversi cicli con i disegni di John Buscema e testi di Jim Owsley se non erro. Belli pure quelli. Si, il personaggio è forte davvero, come scrivevi tu. Non è solo un fantasy, è qualcosa di diverso.
Mi prendo la stilettata e corro a ordinare (se è recuperabile) quell'adattamento a fumetti di Lieber - mi è sfuggito.
Comunque anche io come te non amo particolarmente il fantasy, eppure Conan lo leggevo eccome (ho da qualche parte il primo albo che hai postato, che bei ricordi!) - ma come giustamente scrivi Conan è un po' altro, così come John Carte di Marte.
Di Howard ho letto pochissimo, accidenti, e vorrei anche continuare la saga di Carter di cui avevo letto solo il primo libro.
Finisco col dire che io ho amato molto anche il ciclo disegnato da Barry Windsor-Smith, che certo faceva un Conan meno muscoloso e cattivo, ma aveva un suo fascino particolare...
@ Dario:
Anche a me non è andata la storia della colorazione. Ma devo ammettere che alla fin fine, non ha disturbato più di tanto la lettura. Le storie sono davvero carine. Se ti capita, dagli un occhio.
@ Giovanni:
Panini ha recentemente ristampato anche quel bellissimo ciclo (qui il volume). Che dire, anche se era agli inizi e non aveva la stessa forza dei suoi lavori più recenti, Windsor-Smith ha sempre offerto un livello altissimo ai suoi lettori. Però consiglio anche a te la lettura delle storie di Roy Thomas e John Buscema. Perchè all'epoca, anche Thomas aveva finito il periodo di rodaggio ed è andato avanti alla grande.
@ Patrizia:
Il Fafhrd and the Gray Mouser di Mignola e compagnia dovresti trovarlo facilmente tra gli arretrati Magic Press. Tra l'altro ti consiglio sia quello sia la lettura dell'opera originale di Lieber.
Per quanto riguarda Conan e John Carter, fortunatamente per noi, ora c'è questa moda degli omnibus letterari e a 15 euro ti porti a casa di tutto. Quello di Conan sarà mio al più presto. Per John Carter bisognerà aspettare almeno fino all'uscita del film perchè, a quanto mi risulta, l'ultima edizione era quella in cofanetto della Nord (serie Cosmo Oro). Quanto rimpiango quelle vecchie edizioni della Nord :(
Io ho acquistato da poco l'ebook della Newton Compton "Conan il barbaro", 3,90 €. C'è il ciclo di Conan, non so quanto completo, comunque a contare le pagine è un bel tomone (virtuale); comincia con La torre dell'elefante, Il palazzo dei morti, Il Dio nell'urna, ecc. ecc., ci sono prefazioni, postfazioni, cronologia.
Di John Carter è difficile trovare anche roba piratata - io ho trovato il ciclo credo completo in pdf e formato testo ma veramente fatto in maniera ignobile, senza un a capo; uno dei tanti casi in cui la pirateria fatta così verrebbe facilmente sconfitta da chi ama veramente i libri ed è disposto a spendere qualche soldo per vedere delle edizioni fatte bene.
Adoro Solomon Kane!
@ Patrizia:
La Torre dell'Elefante è uno dei primi. Mancano solo una manciata di racconti brevi (da una cinquantina di pagine ognuno) che cronologicamente arrivano prima. Ma cominciare dalla Torre, è un bel cominciare.
Per John Carter ci tocca aspettare. E non so perchè, ma ho l'impressione che se ne occuperà sempre la Newton. E così anche di quello potrai avere la tua bella (e leggera) copia digitale :)
@ Fabrizio:
Ho letto anche parte di Solomon Kane, in gioventù. E mi è piaciuto parecchio anche quello. Ma per Solomon ci sarebbe da fare tutto un discorso a parte.
Ciao, molto bello davvero questo post, un ottima introduzione per chi volesse avvicinarsi a queste opere.
Mi è piaciuta particolarmente la menzione di Kane, personaggio poco ricordato che (forse) altri non è che il buon vecchio Caino, condannato, ma non pentito.
Il più bel "manifesto" del pensiero e della visione di Howard si trova, io credo, nella storia di Conan "A witch shall be born" (reso a fumetti da Buscema), in cui il barbaro viene inchiodato alla croce e prima di essere salvato da dei briganti vive la sua "passione" in un parallelismo che non può essere casuale.
Se Gesù muore crocifisso per salvarci, Conan riesce a scendere da solo dalla croce, sale su un cavallo, si rimette in forze e ottiene la sua vendetta.
Questa visione superomistica serviva forse a Howard per mascherare la sensibilità e fragilità che lo portò a togliersi la vita.
Beh, la tua visione è profonda e parecchio interessante. Non saprei darti ragione o torto perché non ricordo quel racconto. Proprio in questo periodo sto rileggendo tutte le opere collegate a Conan in ordine cronologico (non di pubblicazione ma secondo gli eventi descritti da Howard) e prima o poi arriverò anche a quello. E prima o poi devo dare una bella spolverata anche a Solom Kane del quale ho letto molto meno.
Mi fa piacere ti sia piaciuto il post. Sappi che a breve ho previsto un post bello lunghetto proprio su Conan, sulla cronologia hyboriana e sul suo autore :)
Grazie, per un riassunto della storia:
http://en.wikipedia.org/wiki/A_Witch_Shall_be_Born
"Nascerà una strega" si trova in:
Grandi tascabili economici Newton n. 321 (Howard, tutti i cicli fantastici - Il ciclo di Conan, tomo 1).
Io li sto rileggendo nella vecchia edizione della Nord in dieci volumi. Sono al primo, ora, e dovrò aspettare il terzo, Conan il pirata :)
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