Non con il blog. Proprio io, fisicamente intendo. Com'era già nell'aria da un po', sto traslocando. Ciao ciao Torino, benvenuti a Collegno a ben 3 (dicasi tre) chilometri dalla casa nella quale ho abitato fino a domenica.
Erano nove anni che non traslocavo. Avrò rimosso delle cose, all'epoca. Perchè il trasloco vero e proprio, quello con i traslocatori, i camion, il braccetto al balcone e via discorrendo, è stato già fatto. Ed è stato un massacro da ecatombe. Sono sporco, stanco e impolverato. Se mi batto sul petto come Donkey Kong, pulviscoli di sostanze sconosciute fanno la nuvoletta, ho sempre questo sapore di muffa in bocca, ho le gambe a pezzi e c'ho la testa piena di uova.
Ieri sera, con Arianna e Teo, abbiamo dormito a casa dei miei. Ricordo solo, erano le dieci meno qualcosa, di aver fatto zapping in tv sul divano e di aver detto a mia moglie: "Ari, c'è Fiorello in tv". Poi buio. Non ricordo più nulla fino alle sette di stamattina quando mi sono svegliato fissando il soffitto. Credo che Ari abbia dovuto spogliarmi e mettermi sotto le coperte.
Penso ai ragazzi che mi hanno fatto il trasloco che, dopo essere andati via da casa mia, dovevano raggiungere l'altra parte della città per portare giù una camera da letto a piedi da un settimo piano.
C'era un tipo smilzo che mi ha raccontato di avere tre figli e di averli avuti con tre mogli diverse. Due in Sardegna e una a Torino. E quando gli ho chiesto quanta fatica si faccia a fare quel mestiere, mi ha guardato preoccupato e mi ha detto solo che gli faceva male il braccio.
Un altro sembrava un autentico armadio vichingo, se non fosse per via dei suoi abbondanti chili in più sullo stomaco. Però afferrava le scatole più grosse come se fossero pacchetti di sigarette. Alla fine della giornata mi ha mostrato sul suo telefonino il filmato della sua coppia di pappagallini che strappavano fogli di carta con il becco. E, credetemi, faceva proprio impressione questo omone grande e grosso che parlava di certe cose.
L'altro ancora avrà avuto una sessantina d'anni e un paio di baffi robusti. Altezza Wolverine. E anche il piglio era quello, visto che ogni tanto tirava boccate dal suo sigaro e poi lo richiudeva in una scatolina metallica ancora acceso. E non aveva un pollice. E la mano che non aveva il pollice era anche bitorzoluta e storta. Ma indovinate un po'... era lui che montava e smontava i mobili. Ed era pure parecchio in gamba.
Con sti tipi ho pensato che non ci sarebbe stato bisogno di leggere cose belle per un po'. Hanno costruito una bella storia e me la sono "letta" tutta. Mi sono venute in mente altre storie. Però adesso non posso starci a pensare perchè, 1, sono tornato a lavorare in agenzia che era l'ultima cosa che avevo per la testa, 2, per i prossimi tempi sarà un po' dura. Perchè casa nuova è un magazzino di scatole. E resterà così per un po'.
Avrei voluto postare un paio di foto, ma non le ho ancora scattate. Lo farò poi. Quello che so è che mi sembra di vivere un piccolo sogno. Ieri mi svegliavo e fuori dalla finestra vedevo i mattoni gialli del palazzo di fronte. Al limite una signora alla finestra che sbatteva il tappeto.
Ora dalla finestra della camera vedrò la cima del Cervino e il resto delle Alpi innevate. La sera il tramonto è spettacolare e quando il cielo è limpido, la luna è praticamente dietro casa. Gli altri condomini (con l'accento sulla "o") sembrano tutti molto gentili e disponibili e la zona è tranquilla e piena di verde. E so che quando pioverà, sarà uno spettacolo.
Staremo a vedere.
Erano nove anni che non traslocavo. Avrò rimosso delle cose, all'epoca. Perchè il trasloco vero e proprio, quello con i traslocatori, i camion, il braccetto al balcone e via discorrendo, è stato già fatto. Ed è stato un massacro da ecatombe. Sono sporco, stanco e impolverato. Se mi batto sul petto come Donkey Kong, pulviscoli di sostanze sconosciute fanno la nuvoletta, ho sempre questo sapore di muffa in bocca, ho le gambe a pezzi e c'ho la testa piena di uova.
Ieri sera, con Arianna e Teo, abbiamo dormito a casa dei miei. Ricordo solo, erano le dieci meno qualcosa, di aver fatto zapping in tv sul divano e di aver detto a mia moglie: "Ari, c'è Fiorello in tv". Poi buio. Non ricordo più nulla fino alle sette di stamattina quando mi sono svegliato fissando il soffitto. Credo che Ari abbia dovuto spogliarmi e mettermi sotto le coperte.
Penso ai ragazzi che mi hanno fatto il trasloco che, dopo essere andati via da casa mia, dovevano raggiungere l'altra parte della città per portare giù una camera da letto a piedi da un settimo piano.
C'era un tipo smilzo che mi ha raccontato di avere tre figli e di averli avuti con tre mogli diverse. Due in Sardegna e una a Torino. E quando gli ho chiesto quanta fatica si faccia a fare quel mestiere, mi ha guardato preoccupato e mi ha detto solo che gli faceva male il braccio.
Un altro sembrava un autentico armadio vichingo, se non fosse per via dei suoi abbondanti chili in più sullo stomaco. Però afferrava le scatole più grosse come se fossero pacchetti di sigarette. Alla fine della giornata mi ha mostrato sul suo telefonino il filmato della sua coppia di pappagallini che strappavano fogli di carta con il becco. E, credetemi, faceva proprio impressione questo omone grande e grosso che parlava di certe cose.
L'altro ancora avrà avuto una sessantina d'anni e un paio di baffi robusti. Altezza Wolverine. E anche il piglio era quello, visto che ogni tanto tirava boccate dal suo sigaro e poi lo richiudeva in una scatolina metallica ancora acceso. E non aveva un pollice. E la mano che non aveva il pollice era anche bitorzoluta e storta. Ma indovinate un po'... era lui che montava e smontava i mobili. Ed era pure parecchio in gamba.
Con sti tipi ho pensato che non ci sarebbe stato bisogno di leggere cose belle per un po'. Hanno costruito una bella storia e me la sono "letta" tutta. Mi sono venute in mente altre storie. Però adesso non posso starci a pensare perchè, 1, sono tornato a lavorare in agenzia che era l'ultima cosa che avevo per la testa, 2, per i prossimi tempi sarà un po' dura. Perchè casa nuova è un magazzino di scatole. E resterà così per un po'.
Avrei voluto postare un paio di foto, ma non le ho ancora scattate. Lo farò poi. Quello che so è che mi sembra di vivere un piccolo sogno. Ieri mi svegliavo e fuori dalla finestra vedevo i mattoni gialli del palazzo di fronte. Al limite una signora alla finestra che sbatteva il tappeto.
Ora dalla finestra della camera vedrò la cima del Cervino e il resto delle Alpi innevate. La sera il tramonto è spettacolare e quando il cielo è limpido, la luna è praticamente dietro casa. Gli altri condomini (con l'accento sulla "o") sembrano tutti molto gentili e disponibili e la zona è tranquilla e piena di verde. E so che quando pioverà, sarà uno spettacolo.
Staremo a vedere.
12 commenti:
In bocca al lupo, da uno che nella sua breve vita ha traslocato 3 volte :)
Auguri. Che la tua nuova casa non ti faccia mai rimpiangere la vecchia.
Sarà più faticoso venirti a trovare, am da Torino un passaggio per Collegno lo rimedio sicuro.
E pensa che io, ogni mattina, ne faccio trenta, di chilometri, per andare a lavorare. ;)
@ Giulio:
Crepi. Fortunatamente credo che questo possa considerarsi un po' più definitivo del precedente.
@ Luca:
A dire il vero io, a Torino, continuerò a passarci (purtroppo) la maggior parte del tempo, visto che continuo a lavorarci. Ma Collegno è proprio ad un tiro.
30 chilometri ogni mattina? Sei un tipo ostinato :)
anche io, come te, ho traslocato un anno fa dalla città in un paese, opicina, sul carso, molto più a contatto con la natura.... e in una casa più grande dove sistemare più fumetti.. :-)
Li vedi i Douglas Furs dalla tua finestra?...
Ti stai pericolosamente avvicinando a casa mia!
Come si dice in questi casi? Auguri? Auguri allora o quel che è! Bello il tuo resoconto, ad ogni modo. Ma Collegno è il paese dello smemorato, vero?
Massacro da ecatombe a parte, mi pare di capire che tu ora sia più felice, ed è questo che conta!
Ricominciare è un po' come rinascere!^^
In bocca al lupo!
Fabry
@ Alessandro:
Mi ricordo dei tuoi resoconti. Cosa si fa per una libreria più grande, eh? :)
@ Viktor:
Qualcuno lo vedo. Ma presumo tu non viva né a Collegno né sulla punta del Cervino. Sei per caso il mio misterioso dirimpettaio del sesto piano? :)
@ Giovanni:
Grazie, caro. E si, è proprio QUELLA Collegno. Infatti spero che il prossimo passo non sia quello di traslocare nella nota "Villa Cristina".
@ Fabrizio:
Crepi il lupo. Credo si tratterà comunque di una bella esperienza e voglio viverla bello rilassato. Speriamo :)
Il tuo racconto è stato molto... umano. Ricordo che quando stavo a Bologna alle volte mi sentivo soffocare. Ora che sto in un paesino di campagna e dietro casa ho un bel vigneto le prospettive sono decisamente migliorate!
Ora ti servirà un po' di tempo per ambientarti; la prova del fuoco è andarsene in giro per casa di notte a luce spenta.
Ciao Enrico. A dire il vero Collegno è un centro abitato nemmeno piccolissimo, ma sicuramente con molte zone verdi. Si vive bene e il centro offre tutti i servizi.
Camminare al buio? Mi piaceva farlo in quella vecchia e ci proverò anche in questa nuova, ma con qualche difficoltà in più, visto che, come dicevo anche sul tuo blog, ci sono diverse pareti grigie quasi nere. Cercherò di non sfasciarmi le gambe :)
Sono "l'inquilino del terzo piano"...e presumi male, amico mio, siamo molto vicini...
Ma voglio lasciare un'aura di mistero ;)
(chiedi a La Firma...)
Ehiehiehi! Va a finire che siamo proprio vicini di casa, allora.
Chiederò a Dario :)
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