Questa illustrazione, realizzata dal sottoscritto per Internazionale, questa volta è andata a corredare un articolo (originariamente pubblicato sul New York Times) firmato della scrittrice americana Curtis Sittenfeld. L'articolo racconta come lei stessa si sia "rassegnata" ad aprire un profilo su Facebook proprio quando, durante l'agosto dello scorso anno, vi è stato una sorta di abbandono di massa ai danni della creatura di Zuckerberg. E poi dei perchè abbia ceduto alle lusinghe degli amici e delle considerazioni scaturite a caldo.
A me, invece, che non sono su Facebook per una precisa scelta personale, viene da ridere pensado a come, da un po' di tempo, si stia instillando negli utenti del world wide web, l'idea che Facebook sia già un po' una cosa del passato e di come invece Google+ sembri esprimere al meglio tutte le potenzialità del social networking all'avanguardia. Un po' come quando lo stesso Facebook soppiantò MySpace e Friendster. Il nuovo per il vecchio. Per la serie, le cose cambiano ma rimangono sempre, ineluttabilmente, le stesse.
A me, invece, che non sono su Facebook per una precisa scelta personale, viene da ridere pensado a come, da un po' di tempo, si stia instillando negli utenti del world wide web, l'idea che Facebook sia già un po' una cosa del passato e di come invece Google+ sembri esprimere al meglio tutte le potenzialità del social networking all'avanguardia. Un po' come quando lo stesso Facebook soppiantò MySpace e Friendster. Il nuovo per il vecchio. Per la serie, le cose cambiano ma rimangono sempre, ineluttabilmente, le stesse.
9 commenti:
bella illustrazione, complimenti.
E anche se non la specifici, condivido sicuramente la tua scelta personale di non essere su facebook.
Non che ci sia qualcosa di male ad essere su facebook...
Aderisce perfettamente al testo.
Inequivocabile e immediato.
Complimenti.
Sembra che la rapidità dei Social Network di raccolgliere consensi,
sia proporzionale alla velocità con la quale riescono a perderli.
Misteriosi algoritmi dell'era digitale.
Bellissima illustrazione. Comunque a me non sembra che Google + vada bene, tutt'altro.
Intanto bella illustrazione ;) Per la questione di facebook, invidio la tua scelta personale di non esserci: personalmente è una droga. Ho provato, non so quante volte, ad allontanarmi, in modo più o meno definitivo, però quando hai preso l'abitudine di accedere al profilo e di avere comodamente un sacco di persone con cui puoi parlare istantaneamente, è difficile lasciarselo alle spalle. Nonostante la sua comodità, che comunque sarebbe possibile avere anche in altri modi, è proprio l'idea di avere tutti sotto "click" che è la cosa più brutta, e anche la più difficile da lasciare.
Google + non è ancora ai livelli di facebook, ma ha buone potenzialità anche perché consente di gestire in modo più attento la privacy (facebook con il recente aggiornamento ha introdotto delle cose simili a quelle di google+, ma cambiare abitudini è difficile).
In attesa di altre belle illustrazioni,
Luca
bella l'illustrazione, complimenti!
Penso che facebook di per sè sia uno strumento come un altro per entrare in contatto con altre persone: non è condannabile in sè, lo è eventualmente il suo uso, o meglio l'abuso, che se ne fa.
L'unica nota stonata intrinseca di fb, non da poco comunque, è che è un ambiente chiuso: i suoi link non sono accedibili esternamente, ma solo da chi ne è registrato. Questo contrasta con lo spirito con cui nacque internet, ovvero un mezzo assoluto di libertà di comunicazione e trasmissione di idee e messaggi.
Carissimi voi, grazie di cuore a tutti per l'apprezzamento. L'appagamento al lunedì mattina non ha prezzo, per tutto il resto ci penserà il lavoro a smontarmi come un mobile dell'Ikea.
@ Davide:
No, infatti non c'è nulla di male ad essere lì o, più in generale, ad utilizzare social network. Si tratta appunto solo di scelte personali.
@ Gripa:
Fa parte del gioco del progresso, come tutte le altre cose. Chi resta indietro anche solo di un pelo, deve fare i conti con i nuovi arrivati.
@ Patrizia:
Leggendo in giro sembra che offra qualche occasione in più e resti più user friendly. Sulle imperfezioni non saprei. Ma tutti i social network, all'inizio del proprio cammino, hanno dovuto "tararsi" poi in un secondo momento.
@ Luca:
Ecco. La gestione della privacy è uno dei punti più discussi sui quali mi è capitato di leggere impressioni varie. Sembrerà una sciocchezza ma evidentemente è importante per più persone di quante ci aspetteremmo.
Grazie dei complimenti, Luca. Sei gentile.
@ Alessandro:
D'accordissimo sulla questione. Facebook è solo uno strumento e io non lo condanno assolutamente. Per dirla dura, "non è la pistola, ma la mano che preme il grilletto". Poi, effettivamente, anche Facebook potrebbe fare qualche passettino in più verso i propri utenti.
Beh, la mia presenza su FB è così limitata che praticamente mi ricordo a malapena di esserci (e questo vale per parecchie cose... tipo, nel portafogli ho la tesserina di Blockbuster, e mi capita di non usarla per mesi interi, fino a quando non mi serve).
E poi, a dirtela tutta, non trovo neanche così interessante parlare di FB: ormai è come gli sms, c'è, c'è chi lo usa smodatamente e chi solo quando gli serve, o niente del tutto.
Venendo alla tua illustrazione, è particolarmente efficace: anche la scelta dei colori è azzeccata.
Un altro centro. ;)
Anch'io ho la tessera del blockbuster che mi ricordo di avere solo quando sono in un punto vendita (una o due volte l'anno in tutto :)
Grazie per l'apprezzamento, Luca.
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