A volte, si sa, le cose non vanno come avresti voluto. E in ambito editoriale, se possibile, le cose vanno pure peggio. Di progetti che nascono e crescono, son piene le fosse. Ma di progetti che si arenano e finiscono in malora, non ne parliamo nemmeno.
Capita che ti si chieda di realizzare delle copertine (nasco come illustratore proprio facendo cover di romanzi) e che si prendano accordi. Ti ci metti a lavorare, sudi un po', ti diverti un po', viaggi con la testa, ti fai ispirare. Poi, per un motivo o per l'altro, le cose si fermano. Quando va bene, si fermano a metà lavoro. Quando va male, si fermano quando il lavoro lo avevi già finito e stavi pregustandone la pubblicazione cartacea. Sensazioni tattili su cartoncino poroso e acquolina in bocca.
I motivi possono essere diversi, ma è sbalorditivo quanto strambi possano rivelarsi a fronte dell'impegno che hai profuso nella realizzazione del lavoro. Frasi come:
- La pubblicazione di questo libro slitta di un anno.
- L'autore alla fine ha deciso di volere una foto.
- L'autore (sempre lui) ha trovato una vecchia foto nell'album
di famiglia che gli piace di più.
Ebbravo l'autore. E dirmelo prima?
Devo ammettere che in questo caso le responsabilità oggettive dell'editore in questione (del quale ometto di citare il nome perchè si), in definitiva, sono ridotte. Però la cosa brucia comunque. E alla fine posto tutto giusto per ricordare a me stesso delle cose andate a male.
Certo che il mondo dell'editoria è proprio in balìa di leggi non scritte a cacchio. Si, non solo sono non-scritte, ma sono pure non-scritte alla cacchio di cane. Ma "aggratisse" io non ci lavoro più.
Di queste due qui sotto (alternative per lo stesso titolo) avrei dovuto occuparmi anche dell'impaginazione e della grafica sul titolo e sulla costa, ma il lavoro è stato interrotto prima che finissi.
Capita che ti si chieda di realizzare delle copertine (nasco come illustratore proprio facendo cover di romanzi) e che si prendano accordi. Ti ci metti a lavorare, sudi un po', ti diverti un po', viaggi con la testa, ti fai ispirare. Poi, per un motivo o per l'altro, le cose si fermano. Quando va bene, si fermano a metà lavoro. Quando va male, si fermano quando il lavoro lo avevi già finito e stavi pregustandone la pubblicazione cartacea. Sensazioni tattili su cartoncino poroso e acquolina in bocca.
I motivi possono essere diversi, ma è sbalorditivo quanto strambi possano rivelarsi a fronte dell'impegno che hai profuso nella realizzazione del lavoro. Frasi come:
- La pubblicazione di questo libro slitta di un anno.
- L'autore alla fine ha deciso di volere una foto.
- L'autore (sempre lui) ha trovato una vecchia foto nell'album
di famiglia che gli piace di più.
Ebbravo l'autore. E dirmelo prima?
Devo ammettere che in questo caso le responsabilità oggettive dell'editore in questione (del quale ometto di citare il nome perchè si), in definitiva, sono ridotte. Però la cosa brucia comunque. E alla fine posto tutto giusto per ricordare a me stesso delle cose andate a male.
Certo che il mondo dell'editoria è proprio in balìa di leggi non scritte a cacchio. Si, non solo sono non-scritte, ma sono pure non-scritte alla cacchio di cane. Ma "aggratisse" io non ci lavoro più.
Di queste due qui sotto (alternative per lo stesso titolo) avrei dovuto occuparmi anche dell'impaginazione e della grafica sul titolo e sulla costa, ma il lavoro è stato interrotto prima che finissi.
Di questa qui sotto, invece, andavo anche un po' fiero. Sarebbe stato carino vedere un libro con questa mia illustrazione. Però nisba. Seguono le due varianti cromatiche e lo steso, che in realtà prevedeva anche un ampio risvolto interno. Qui, purtroppo, non mi sarei dovuto occupare dell'impaginazione. Si percepisce abbastanza di cosa si parlava nel libro?
3 commenti:
Pur non amando particolarmente l'illustrazione vettoriale, ho sempre trovato i tuoi lavori eleganti e comunicativi, e queste copertine non fanno eccezione.
Detto ciò, temo che ognuno di noi designer abbia nel cassetto i suoi bravi progetti che - per um motivo o per l'altro - non hanno mai visto la luce, che mai sono diventati carta ma sono sempre rimasti solo pixel su un monitor.
Tempo fa avevo pubblicato un post tipo "i miei cinque progetti migliori rimasti al palo" o qualcosa del genere, e lo linkerei, solo che ora non lo trovo. Magari domani.
E, sì, l'editoria è regolata da leggi ridicole e pretestuose.
Trovato. QUI trovi i miei migliori cinque progetti mai andati in porto.
Quanto hai ragione, Luca. Purtroppo le cose che restano nel cassetto sono sempre troppe e troppo ingombranti. Se dovessi postare le cose che ho dovuto mettere via per il lavoro in agenzia, non me ne uscirei più.
Ho visto il tuo post ed è davvero un peccato che quel materiale cada nel dimenticatoio. Ma il mestiere è questo e non lo si può cambiare.
Per non parlare di quei progetti che partono da zero, si abbandonano a metà e non finiscono da nessuna parte :)
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