Non senza una certa sorpresa, stamane ho trovato in calce al primo post dedicato a Simone Perotti (questo), un commento dello stesso autore. Mi sembrava giusto riproporlo integralmente in un post, per non farlo perdere tra le maglie della rete a chi ha sentitamente partecipato fino ad ora alla discussione. Simone scrive:
ciao al padrone di casa e a tutti voi. mi sono imbattuto in questo post per caso e vorrei ringraziarvi per il garbo di non esprimere giudizi affrettati senza prima aver letto i libri. il dibattito sui miei ultimi tre libri è stato enorme e ho sempre patito i commenti prima di sapere. commenti che, come potete immaginare, sono stati tanti. La via per il cambiamento c'è, è assai meno impossibile di quel che ci dicono, è tuttavia dura e costituisce un nuovo inizio, non un'acquisizione. Insomma, non è una passeggiata. Ma fuori, oltre i muri, oltre i gesti ripetuti per tutta la vita, c'è la libertà. Non assoluta forse, ma tanta da far girare la testa. Qualcosa di grande. Solo questo. Un saluto. ciao.
Simone Perotti
Quando Simone parla del patire i commenti, credo si riferisca anche (e soprattutto) a quelli nati in rete (alcuni anche in calce ai video che lo riguardano su youtube) dove non sempre ma spesso, le discussioni si sono trasformate, ahinoi, in una vera e propria gogna mediatica. Comunque sempre ingiusta, a parer mio.
In ogni caso, non nascondo che il commento di Simone mi abbia fatto piacere e lo ritengo un elemento per la giusta "chiusa" ai due post dedicati a lui. Almeno in attesa di aver letto i suoi libri, intendo.
Mi preme anche ringraziare chi ha partecipato. Perchè è un tema che sta molto a cuore anche a me e perchè come tutti, soffro del male (pericoloso e invisibile) del nuovo millennio.
Grazie.
4 commenti:
Ciao Gigi.
Mio malgrado ti devo ringraziare. Perchè, anche se non vuoi più vedermi, mi hai suggerito una lettura interessante e hai alimentato un dibattito che mi sta a cuore.
Concordo sulla paura e sulle mille incognite di chi pensa che cambiare non sia una poi così praticabile. Ma penso che se da più parti si leva il desiderio di uscire dalla gabbia del consumo, forse una strada c'è. Mi riservo però di dare un'opinione dopo aver letto il libro.
Un abbraccio.
Prego. Come dicevamo nei post addietro, purtroppo la paura del cambiamento è davvero radicata. Ma tanto tanto. E ragionarci sopra, forse, può aiutare non poco.
Ma solo una cosa non ho capito, giuro. Chi potrebbe essere il Maurizio che non voglio più vedere? Motozzini? E se sei Motozzini... sei scemo? Fammi solo sapere se sei tu, che organizzo una pizza :)
E chi vuoi che sia, eremita che non sei altro...
Stupidello! Ho tanta voglia di NON vederti che tra domani e dopodomani mando una mail per una pizza per la quale, abbi pazienza, non accetterò nessuna scusa tipo "ho la cena dell'agenzia". Perchè quest'anno, tra una cosa e l'altra, ne hai già avute un paio come minimo, di cene :)
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