27.12.10

Avarat



Lo dico subito così ci togliamo il pensiero. No, non ho ancora visto Avatar. Quello vero, intendo. Quello che Cameron ci ha messo tipo quindici anni per portare a termine. Non ci sono riuscito ad andare al cinema perchè il piatto mi sapeva già di freddo. Quando il film è uscito sembrava che chi non fosse corso a vederlo sarebbe stato destinato ad una vita di tormenti. Per non parlare delle continue voci che dimostravano che il film sembrava pescare a piene mani in rimandi e "citazioni", nemmeno troppo velate, dalla letteratura sci-fi degli anni '50 e '60 (della quale sono stato accanito lettore) e altre curiose affinità (tra le più curiose in assoluto, questa con il cartone Aida degli Alberi prodotto dalla Lanterna Magica, distribuito nelle sale nel lontano 2001). Insomma, un po' di cose mi avevano indispettito e ho preferito rimandare la visione a data da destinarsi. Quindi lo vedrò poi senza gli artifici del 3D che vanno tanto di moda ora e per i quali questo film è stato creato.


Ma a parte tutto, quello che volevo sottolineare è che Leonardo Ortolani NON ha perso un'altra occasione. Ancora una volta si è dimostrato puntuale sul pezzo. Quando tutti si lambiccano il cervello alla ricerca dell'idea che cambi la propria vita o le sorti dell'editoria a fumetti (sic!), Ortolani ne tira fuori una buona e semplice sfruttando l'onda come faceva Bodhi in Point Break. Tira fuori dal cilindro Avarat e si accaparra di nuovo i favori di tutti. Qualcuno potrà obiettare che lui ha i mezzi. Io però potrei ribadire che i mezzi, quest'uomo, se li è davvero guadagnati con il tempo.


Esce Avatar in 3D? Lui lo riscrive e ci fa un fumetto, in 3D anche quello, allegando ai due volumi degli occhialini in plastica. Una cosa così semplice che a tanti altri non sarebbe mai venuta in mente. Ma il lavoro di Ortolani non si limita ad una parodia. Va oltre e lo fa bene sfruttando appieno i mezzi che ha a disposizione. Primo su tutti, naturalmente, quell'ironia che lo ha reso celebre. Ma non si risparmia per nulla e si reinventa un finalone che è un messaggio e una citazione che abbraccia vent'anni di cinema (e la sua opinione finale non sembra poi troppo diversa dalla mia riportata sopra). Lo fa con amore, ma con il dito alzato (l'indice). Redarguisce chi legge e lo mette sull'avviso. Insomma, Ortolani è come il cuneo di plastica che si infila sotto le porte per evitare che si chiudano.


Non oso pensare a quante copie abbia venduto questa volta. Tra gli appassionati del film, i soliti fan del ratto e i semplici curiosi del fumetto in 3D, credo che di numeri ne siano volati. E se è vero quello che si dice nella postfazione del secondo volume, e cioè che Ortolani abbia realizzato tutte le tavole in una ventina di giorni (con una tecnica di divisione a livelli nemmeno tanto facile da rispettare), allora poco o nulla si può aggiungere a quanto già detto. Ortolani è un genio. E non vedo l'ora di leggere altre sue storie. Magari slegate dal suo personaggio principe.

Il signore in questione ha centrato in pieno il bersaglio.
Di nuovo.

8 commenti:

La firma cangiante ha detto...

Avatar visto al cinema meritava davvero. Un innegabile salto tecnologico. Il film per il film sinceramente non lo rivedrei.
E, Avatar a parte, il 3D mi ha già rotto le palle :)

LUIGI BICCO ha detto...

Sarà una cosa molto personale, ma sono portato a credere che bisognerebbe implementare il 3D con qualcos'altro. Potrebbe essere destinato a fare la stessa fine che ha fatto già negli anni '80 e poi (di nuovo) negli anni '90. Cioè rivelarsi una bolla di sapone. Dopo il secondo film che ho visto al cinema in 3D (Coraline di Gaiman, credo) ho capito che è facile che ci si soffermi troppo sul particolare e ci si lasci sfuggire il contesto generale. Per non parlare del fatto che quando sono uscito dalla sala avevo gli occhi grossi come due zampogne :)

CyberLuke ha detto...

Il 3D di Avatar è il migliore che abbia sperimentato, e finora il solo di tipo "immersivo". E, ad ogni modo, è una tecnologia che ha più a che fare con i parchi divertimenti che col cinema nella sua accezione più completa: dubito che i capolavori di Hitchcock o Kubrick avrebbero un valore aggiunto se rigirati in 3D.
Forse altre cose sì, magari uno Star Wars, ma sono più tra gli scettici, per ora.
Quanto ad Avarat, ho comprato e letto la prima parte: sono un fan di Ortolani, ma leggere questo è stato scomodo e faticoso.
Ancor più che nel cinema, non credo che il 3D sia qualcosa di cui fruire per più di qualche minuto.
Poi magari le cose cambieranno in meglio (anche se il fatto che gli attuali fumetti 3D siano identici a quelli dei decenni passati), ma per ora preferisco i fumetti tradizionali.

LUIGI BICCO ha detto...

Completamente d'accordo con te, Luca. Sia sul NON valore aggiunto del 3D al cinema (quando si parla appunto di film senza effetti), sia sui fumetti tradizionali.

Alberto Camerra ha detto...

Ammiro Ortolani per quello che è riuscito a compiere; ovvero creare un personaggio che, piano piano, ha costruito attorno a sè un nucleo crescente di lettori in un mondo in cui gli stessi appaiono in calo.
Tuttavia non apprezzo il personaggio (il ratto) non riuscendone a trovare un particolare feeling.
E nemmeno io ho visto il film, non impazzisco per gli effetti speciali e, soprattutto, per il tanto strombazzato 3D.
In ogni caso, come sempre, il tuo post è una piccola chicca.
:)

LUIGI BICCO ha detto...

Grazie, Alberto ;)

MicGin ha detto...

concordo con quello che scrivi su Leo! e ho anche visto avatar!

LUIGI BICCO ha detto...

Ehilà, Michele.
Benvenuto da queste parti.

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