E mi sono finalmente fatto una cortesia. Mi sono messo in pari con la produzione di Manuel Fior. Ho letto La Signorina Else e pure 5000 Chilometri al Secondo. Non è stata solo una lettura stimolante, ma anche molto più ricercata di quanto si dicesse in giro. Due opere strutturalmente ineccepibili e rese graficamente in modo che l'occhio non si stacchi dalle pagine.
Volevo fare due paroline su La Signorina Else, sulla quale se ne sono dette ormai di tutti i colori e di tutte le dimensioni. Soffermarmi, anche giustamente, sul dove nasce in effetti la storia che Fior ha praticamente fatto sua, come se fosse nata apposta per i suoi pennelli.
Volevo fare due paroline su La Signorina Else, sulla quale se ne sono dette ormai di tutti i colori e di tutte le dimensioni. Soffermarmi, anche giustamente, sul dove nasce in effetti la storia che Fior ha praticamente fatto sua, come se fosse nata apposta per i suoi pennelli.
La Signorina Else è un romanzo breve scritto nel 1924 da Arthur Schnitzler (nella foto), scrittore e drammaturgo viennese vissuto tra il 1862 e il 1931. Da Wikipedia si apprende che per comporre questa opera, l'autore impiega la tecnica del monologo interiore facendo parlare la protagonista e portando a galla le molteplici e contraddittorie sfaccettature del personaggio. Le incarnazioni cartacee in Italia sono numerose e per chi, curioso, volesse allargare l'esperienza al romanzo originale, non ha che l'imbarazzo della scelta. Quasi tutte edizioni economiche, vista anche la lunghezza del romanzo che oscilla sempre, a seconda della versione, tra le 80 e le 130 pagine. Tra quelle più reperibili, si parte dall'edizione della Adelphi del 1988 a 9 euro per passare a quelle più economiche e recenti della Newton Compton a 4 euro (del 2005), della Giunti a 5 euro e 90 (2008) e della Feltrinelli a 6 euro (2008).
La cosa non si ferma proprio qui. Perchè cercando notizie in rete, ho scoperto che, in realtà, il romanzo di Schnitzler è stato oggetto delle più disparate interpretazioni da parte (e non solo) del mondo del cinema e del teatro. Il primo adattamento cinematografico in bianco e nero (con il titolo originale: Fräulein Else, nella foto sotto) è del 1929, una produzione tedesca della durata di 90 minuti che vede alla regia Paul Czinner. Il secondo è tutto italiano e risale al 1980, per la regia di Enzo Muzii, Valeria Moriconi nel ruolo della protagonista e niente meno che Gastone Moschin in quella di von Dorsday, il vecchio libidinoso amico di famiglia al quale Else dovrà rivolgere le proprie attenzioni.
Nel 2007 la cineteca di Bologna si occupò del restauro della pellicola originale di Czinner e si creò un piccolo evento. Furono i Marlene Kuntz, infatti, ad improvvisare dal vivo sulle immagini del film arricchendole di una colonna sonora d'eccezione dettata dalla sperimentazione tra suono e immagine. Il risultato finale mi sfugge. E visto la mia mancanza di interesse nei confronti della musica dei Marlene Kuntz, mi sa che mi sfuggirà ancora per molto tempo.
E non finisce nemmeno qui. Il mondo del teatro ha omaggiato infatti questa opera in diverse e ripetute occasioni. Tra le tante, nel 1987 al teatro Storchi di Modena per mano del regista Thierry Salmon e nel 2008 grazie a Federico Olivetti che lo ha portato al Piccolo Jovinelli di Roma e al teatro Litta di Milano. Innumerevoli le letture "live" avvenute in altri teatri in giro per l'Italia.
Quindi cinema, teatro e musica si sono messe a disposizione di questa opera per affrescarne la memoria. E ora si è aggiunto un tassello fondamentale, quello di Fior, che non chiamerò nè fumetto nè graphic novel, ma vera e propria opera illustrata attraverso la quale il suo autore ha rinverdito il fasto e la magistralità del romanzo originale di Schnitzler e alla quale ha conferito un'interpretazione comunque personalissima, grazie anche alla scelta eccelsa di rifarsi, nel segno, alla pittura secessionista viennese che vedeva tra i suoi più grandi interpreti, artisti come Schiele e Klimt.
Quindi cinema, teatro e musica si sono messe a disposizione di questa opera per affrescarne la memoria. E ora si è aggiunto un tassello fondamentale, quello di Fior, che non chiamerò nè fumetto nè graphic novel, ma vera e propria opera illustrata attraverso la quale il suo autore ha rinverdito il fasto e la magistralità del romanzo originale di Schnitzler e alla quale ha conferito un'interpretazione comunque personalissima, grazie anche alla scelta eccelsa di rifarsi, nel segno, alla pittura secessionista viennese che vedeva tra i suoi più grandi interpreti, artisti come Schiele e Klimt.
Questa NON VUOLE essere una recensione, ma solo un appunto per sottolineare quanto sia estremamente elegante questo volume dato alle stampe dalla Coconino Press e quanto siano già autorevoli la voce e il linguaggio di Manuele Fior. Riuscirebbe a dare personalità anche ad una puntata del grande fratello, se volesse.
4 commenti:
Complimenti a lui e complimenti a te, per questa bellissima descrizione e per gli approfondimenti, così precisi ma non noiosi. Mi hai fatto venir voglia di leggerlo (e d'altra parte me lo hai consigliato e messo da parte..stasera lo comincio!)
E' roba buona, questa.
Vedrai, vedrai :)
Il signorino ringrazia...
ci si risente con l'adattamento del grande fratello (non si sa se il libro o il reality)
;)
Eggià! "Anonimo".
Cos'è "anonimo"?
...
Però un adattamento del 1984
di George Orwell realizzato
da Fior... interessante.
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