A volte mi viene da pensare che la polvere, il sudore, le colt e gli indiani d'America rappresentino un mito primigenio unico nel genere e che solo attraverso di lui sia possibile raccontare davvero certe storie fatte di ricerca di se stessi, rivalsa o redenzione. Se con quelle stesse storie ci ridi pure, vuol dire poi che ti stai divertendo nel modo più genuino possibile alla faccia delle cose serie, un po' come quando sei all'osteria con gli amici, intontito da un bicchiere di vino. Ed è a tal proposito che mi torna in mente quanto abbia pesato effettivamente sulla mia innocente immaginazione, da ragazzino, una serie animata come quella di Lucky Luke.
E ci ho pensato sai perché? Perché adesso, a trentacinque anni di distanza l'uno dall'altro, mio figlio si appassiona ad una nuova serie a cartoni (dello studio di animazione francese Xilam) dedicata solo ed esclusivamente ai Fratelli Dalton. Una serie dal taglio moderno (disegnati come li vedi qui sotto) e dal cipiglio naturalmente ironico, com'è giusto che sia.
Se hai un figlio anche tu al quale potrebbe interessare la cosa, sappi che viene trasmessa tutte le sere su K2, dopo le 21.
Qui però Luke non c'è. E' diverso, insomma. Mio figlio ci ride sopra parecchio. Io all'epoca, oltre a riderci, avevo davanti agli occhi quel cowboy in camicia gialla dal fare sornione e tranquillo che rappresentava a tutti gli effetti l'eroe per eccellenza, quello sempre e comunque al di sopra delle parti e sicuro di sé, qualunque cosa gli si parasse davanti al muso.
Se hai un figlio anche tu al quale potrebbe interessare la cosa, sappi che viene trasmessa tutte le sere su K2, dopo le 21.
Qui però Luke non c'è. E' diverso, insomma. Mio figlio ci ride sopra parecchio. Io all'epoca, oltre a riderci, avevo davanti agli occhi quel cowboy in camicia gialla dal fare sornione e tranquillo che rappresentava a tutti gli effetti l'eroe per eccellenza, quello sempre e comunque al di sopra delle parti e sicuro di sé, qualunque cosa gli si parasse davanti al muso.
E allora mi prende la nostalgia e sai cosa? Qui sotto ti piazzo La Ballata dei Dalton, film di animazione del 1975 magnificamente curato, scritto e girato dagli stessi autori della serie a fumetti originale, René Goscinny e Maurice de Bevere, in arte Morris. Ci trovi movenze, tratti, caratura e valori che se ieri ti erano potuti sfuggire, oggi proprio non possono. Prosit.
«Vi canto un'altra gloriosa avventura, del nostro amico e della sua cavalcatura. Della giustizia egli è il paladino, e in cerca di bricconi ora si mette in cammino.»
«Nessun cattivo sfuggire potrà, il nostro eroe tutti li acciufferà. Li cercherà per le valli e canyon, è la ballata dei fratelli Dalton.»
7 commenti:
vabbe', ma tu paragoni un periodo come la nostra infanzia, costellato da maestri come goscinny, a quella dei bambini di oggi? :D
luke oggi non avrebbe fortuna, intanto avrebbero imposto lo stop al fumo, intanto era troppo "tranquillo" (altro che pokecazz e altre amenita' a rischio epilessia), a parte il tratto troppo "semplice"...
ma questo l'avete mai visto?
@ Larsen:
No, in realtà non volevo paragonare i due tempi. Anzi, credo anche che il cartone di oggi dei Dalton sia un prodotto di un certo valore.
Ma quello di ieri era un altro cartone che mirava ad altre giovani menti e che cercava di passare altri valori.
E comunque lo stop al fumo venne dato anche ieri (se non sbaglio negli anni '70) quando i due autori accettarono di sostituire le sue classiche sigarette con un semplice filo d'erba :)
@ Omar:
Guarda. l'ho sfiorato un paio di volte ma a naso me ne sono tenuto ben lontano. Vorrai mica dirmi che merita un'occhiata? :D
Luigi, no, non merita (meriterebbe l'intenzione, questo sì, ma la realizzazione è pessima, al netto di un bel po' di dollaroni - francesi - spesi:-)
Io per ora sto facendo un piccolo investimento sulla serie, il prezzo è buono...
Io sono d'accordo con Larsen e anche con te, in definitiva... l'originale era "enne" volte meglio.
Ma, subito dopo, mi chiedo: non è forse che anche noi, che ormai abbiamo passato la quarantina, non siamo più adatti per tanta roba che esce adesso (e non solo in fumetteria, anche al cinema) e che invece è attentamente calibrata sugli adolescenti odierni?
Brivido.
@ Omar:
He. Pure i francesi mo si mettono a spendere i dollaroni, eh? :D
@ Dario:
Guarda. Proprio l'altro giorno ho chiesto al mio edicolante di fiducia se è possibile recuperare gli arretrati. Io mi sono fermato dopo sei o sette uscite. Siamo alla 19° e mi è spiaciuto lasciarla lì, perché il prezzo in rapporto alla qualità della collana è una roba che non si rivedrà mai più (solo che ad agosto scorso, all'inizio delle uscite, mi veniva difficile recuperlarle dov'ero in vacanza).
@ Luca:
Rispondo direttamente alla tua domanda con tutto il candore e la sincerità di cui dispondo: Si!
E' soprattutto per quello, temo. Ma noto che mio figlio la guarda e ci si diverte e tanto mi deve bastare (ne ho guardata qualcuna anch'io, pensa). Anche perché questa nuova serie è dedicata a bimbi ben più grandi di lui. Tu dici che è per via della "vecchiaia" e io ti do ragione. Forse ogni tanto basta solo prenderne coscienza e tornare qualche passo indietro, giusto per far finta di stare al passo (e sperare di non trasformarci troppo presto in quei vecchi lì che con le mani dietro la schiena criticano i lavori ai bordi dei cantieri) :D
P.S.: E poi a me chi mi dice che tra trent'anni, lo studio francese Xilam che produce i Dalton oggi, non verrà ricordato come una roba d'autore d'altri tempi?
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