10.6.16

I bastardi del sud


L'avevo richiesto a gran voce alla fine di questo post e alla fine è arrivato in tutte le fumetterie italiche grazie alla Panini Comics.
Ci sarebbero parecchie cose da dire, ma quella più importante è che si, Southern Bastards si è rivelato quel gran gioiello di cui si è tanto parlato in giro. Questo primo volume, intitolato Questo era un uomo, raccoglie la prima breve run composta da soli quattro episodi.

Jason Aaron non si perde in fronzoli e mentre presenta i personaggi al lettore, dispiega una trama feroce e violenta come tutti si aspettavano. Earl Tubb è una vecchia roccia che in gioventù ha preferito il vietnam piuttosto che rimanere a Craw County, un villico paesotto nello Stato dell'Alabama.
Ma alcuni affari in sospeso, su tutti la rivendita della vecchia casa del padre, ex sceriffo del paese ora defunto, lo riportano lì a distanza di tanti anni solo per scoprire, dopo appena una mezza giornata, che invece non avrebbe mai dovuto rimetterci piede.


Sulla sua strada si piazza la sgangherata e violenta squadra di football locale che fa capo a coach Boss (nomen omen) che Earl si incaponisce di fermare con una mazza, firmata da autentiche star del baseball, che suo padre prima di lui utilizzava quando le cose esigevano una drastica risoluzione.

Vecchi rugosi con grossi problemi caratteriali, morti, mazzate a vanvera, la cucina del sud, lo sport, i redneck. Una profonda e attuale riflessione, in parte esasperata e volutamente ottusa, sul cosa voglia dire, nei profondi meandri del sud, essere davvero uomini (non importa il Paese, il sud è sud) e su come si debba sgomitare a botte per guadagnarsi il proprio posticino all'ombra cercando di non soccombere.


Aaron racconta una storia profonda con una maestria invidiabile e con tempi narrativi veloci e mai forzati (cosa che altri suoi colleghi avrebbero fatto, forse peggio, nel doppio degli albi) e di certo non si ferma agli stereotipi di genere, sfoggiando un'ottima caratterizzazione dei personaggi e una buona serie di colpi di scena che scandiscono un sapientissimo uso del cliffhanger.

Cosa dire invece di Jason Latour? Quello che si sta distinguendo come uno degli scrittori e disegnatori più freschi e interessanti del panorama americano (mainstream e non), qui è "relegato" al solo tavolo da disegno. Le sue facce rugose, le smorfie contorte dei suoi personaggi, il dinamismo esplosivo delle scene d'azione e la sua composizione grafica rappresentano una brocca d'acqua ghiacciata in pieno deserto.


Nessuno meglio dei due Jason, Aaron e Latour, poteva raccontare meglio una storia del genere. Tra lo scrittore e il cartoonist si è instaurata sin dalla prima vignetta una meravigliosa alchimia, sorretta anche dal fatto che entrambi sono effettivamente cresciuti in certe terre desolate e meravigliose allo stesso tempo (il primo è proprio originario di Birmingham, in Alabama, mentre il secondo di Charlotte, nella Carolina del nord).

Nient'altro da aggiungere se non che il finale è davvero il classico pugno nello stomaco e che il suo epilogo ti fa salire la fame chimica (avrei divorato le pagine successive perdendo ore di sonno). Da leggere punto e basta.


La Panini mette insieme un bel volume cartonato stampato a meraviglia (sotto l'etichetta 100% HD), ma decide di ficcarci dentro 128 striminzite pagine ad un prezzo, 14 euro, che forse sarebbe stato opportuno tirare un po' giù (ma forse anche no), tenendo conto appunto che una novantina sono di fumetto e il resto di variant cover, schizzi, bio degli autori e postfazione di chiarimento firmata dal traduttore.

Ma non importa. Ora c'è solo da capire quando uscirà il secondo volume e, solo dopo aver letto il fumetto, cominciare ad interessarsi alla serie tv derivata che da un paio di mesi è entrata in produzione.

Bentornati al sud.

8 commenti:

CREPASCOLO ha detto...

Quattordici euro dici ed io dico no perchè c'è chi dice no, come cantava il signor Rossi. Aspetterò il bonellide in b/n e ne comprerò anche allora una copia reminder o usata in uno dei negozi della catena de Il Libraccio nella ns amata ex capitale morale. Sono un fan dei due Jase, ma occorre mettere un punto fermo. De Matteis - si veda la sua intervista di quasi 20 anni fa in coda al suo Man-Thing disegnato da Liam Sharp - arrivava alla provocazione, già allora, di dire che il fumetto sarebbe stato l'ultima barriera all'analfabetismo, ma contestualmente riteneva che fosse, già allora, il caso di pensare a nuovi formati x un lettore nuovo e diverso ed ipotizzava, già allora, un bonellide ovvero cento paginette in altro formato magari anche in b/n. JM probabilmente aveva in mente i volumi giappo ed infatti i tankōbon raccolgono cicli di storie come i paperback americani runs di una ongoing.
Ho deciso come tanti nei paraggi della mezza età di fare qualcosa di giovane come una rivoluzione o mangiare il gelato al pistacchio prima delle patatine e di sconfiggere , da solo se occorre, la sicurezza degli editori nel dogma che i lettori sono finiti e quindi non ha senso vendere loro a meno qualcosa che comprerebbero comunque ad un prezzo anche alto. Spiegherò questa cosa anche ai due Jase la prossima volta che mi rimpinzeranno di gelato mentre mi spiegano come lavorebbbero sulla saga di Jase Bourne e perchè sarebbe il caso fosse un reduce grinzoso macho in un sud del mondo dove ti guardano male se mangi il pistacchio e poi la patata.

CREPASCOLO ha detto...

A noi Terroni ci hanno sempre chiamato. Testi di Frank De Gregori e disegni di Onofrio Catacchio.
L'Onorevole Cristopher " Kat " Latour è sotto inchiesta x un aver coperto il traffico d'armi verso uno stato canaglia, sebbene abbia solo aiutato un amico fraterno ed ora agente CIA a non bruciare alcuni operatori sotto copertura. Nauseato da tutto, ritorna a casa nel profondo sud, aspettando che a Washington la cosa perda di importanza x la stampa, ma una volta nella sua cittadina natale è preso in mezzo in una faida tra due bande di delinquenti supportate da due latifondisti che lo considerano un ceffo da assumere.
Kat non può prendere le distanze o protestare la sua integrità perchè non è del tutto sicuro di non esser stato seguito da giornalisti sotto mentite spoglie a caccia di scoop , oppositori politici e persino spie. E non ha tutti i torti.
Miniserie di dodici mensile formato bonellide in b/n.

Luca Lorenzon ha detto...

Luigi, la pianti di fare dei post che io vedo con ore (se non giorni) di ritardo e me ne accorgo solo perché scorro il blogroll?!

LUIGI BICCO ha detto...

@ Crepascolo:
Non so quanti editori possano essere davvero convinti del fatto che i lettori siano finiti. Al contrario mi viene da pensare che forse ce ne sono ancora troppi che continuano a comprare, indifferenti a certi prezzi e a dispetto dei tempi che corrono.
O questo oppure, tutto al contrario, il fumetto è effettivamente diventata una nicchia piccola e comoda dove continua ad entrare gente che può permetterselo sedendosi sulle sedie lasciate calde da qualcuno che invece certe cose non può più farle.
Ovviamente nel caso non rientrano i 14 euro di Southern Bastards (qui si parla di piccoli numeri). La Panini, a parte rarissimi casi, riesce ancora a mantenere degli standard eccellenti e un ottimo rapporto qualità/prezzo.

@ Luca:
Ma che strana, 'sta cosa. Prova a togliermi dal blogroll e poi a rimettermi. Magari si risolve con una boiata del genere. Comunque anche Mikimoz aveva accusato lo stesso problema l'anno scorso (QUI). E non sembra esserci una soluzione.

La firma cangiante ha detto...

Cacchio, questo mi fa sbavare, in negozio sono stato tentato più volte di ordinarmelo poi mi son frenato. Sono certo al 100% che meriterebbe, dovrei smettere in via definitiva di seguire spillati mensili e investire su altro?

Dura la vita dell'appassionato di fumetti.

LUIGI BICCO ha detto...

Non saprei dirti. Così a naso (e ovviamente) dipende da cosa contengono gli spillati e cosa i volumi. Poi la questione è che in negozio dovresti ordinare pochi volumi del genere per riuscire a venderli tutti, mentre gli spillati, probabilmente, hanno un pochino più di mercato. Credo.

La firma cangiante ha detto...

Ovviamente io parlavo della mia collezione personale, in negozio un paio di volumi li abbiamo ordinati per i clienti :)

LUIGI BICCO ha detto...

Avevo il dubbio, ma fortunatamente il discorso non cambia, dipende da cosa c'è negli spillati e cosa nei volumi :)

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