2.5.16

Hotel: Ambient & Long Ambients1: Calm. Sleep.


Hai presente Moby? Dopo un paio di anni dall'ultimo album (The Last Day) e una serie di progetti passati in sordina, quest'anno se n'è uscito con un nuovo lavoro che non ho tanto capito. O meglio, che non sono riuscito ad inquadrare in rapporto al tipo di musica al quale ci ha abituati anni fa il compositore e musicista americano (ma ammetto di averne perse le tracce sin dal 2009, con l'album Wait for Me).

Hotel: Ambient è distante anni luce dai suoi album passati (ma la cosa non ha certo evitato che io apprezzassi, e non poco, questa sua ultima fatica) ed esprime a meraviglia esattamente quel che recita il titolo: musica ambient.

Beninteso: è da stimare a prescindere uno come lui che non insegue più il successo "facile" per fare quello che vuole.
"Non vuole inseguirlo o forse non è più in grado di ottenerlo?" ti chiederai tu, lecitamente. Ma di sicuro non è questo il caso. Richard Melville Hall (Moby, appunto) è diventato celebre con l'album Play (disco pubblicato dalla V2 Records nel 2000, nel caso tu non te lo ricordassi) che può esserti piaciuto o meno, ma non toglie il fatto che sia stato, all'epoca, un fulmineo successo planetario da dodici milioni di copie vendute.


Succede però che anni fa, nel giorno del suo compleanno, Moby assiste attonito agli attentati dell'11 settembre 2001 direttamente dal tetto del suo immobile a New York. E la cosa, ovviamente, lo segna.
Da allora la sua figura pubblica e il rapporto con la società cambiano. Si impegna politicamente sostenendo John Kerry alle elezioni presidenziali del 2004 e spesso si batte per la libera fruizione della musica (proprio LUI, che di dischi ne aveva venduti milioni) scagliandosi contro le esemplari sentenze volte a punire il dowload illegale. Da oltre dieci anni lavora solo a progetti personalissimi senza l'assillo, come dicevo all'inizio del post, di inseguire il successo a tutti i costi. Inoltre vive a New York dove da anni, qui cito Wikipedia, "ha aperto una sala da té, il TeaNy, ove si reca di frequente".

A proposito di Hotel: Ambient, Moby dice:
"Ho sentito la musica ambient per la prima volta sul lato B di Heroes di David Bowie [si riferisce ai brani Sense of Doubt e Moss Garden n.d.r.]. Per quanto io abbia amato scrivere canzoni e brani dance, sono sempre stato ossessionato dai modi in cui l'ambient e la musica strumentale sono in grado di trasformare lo spazio. E ho sempre davvero apprezzato anche la sottile e non troppo esigente qualità di questo tipo di musica e il modo non convenzionale con cui arriva emotivamente alle persone."

A sostegno dell'album, Moby ha tenuto due esibizioni dal vivo. La prima si è svolta presso la Loggia Massonica di Los Angeles lo scorso 16 dicembre, mentre la seconda, cinque giorni dopo, si è rivelata un vero e proprio evento: tenuto presso l'Integraton di Joshua Tree, in California, per raccogliere fondi in beneficienza, le testimonianze di chi era presente parlano di un'esperienza visiva coinvolgente sia per la particolare location, sia per per la scenografia allestita con tre schermi giganti sui quali passavano immagini create dallo stesso Moby e da un suo frequente e noto collaboratore, mister David Lynch.

Infine, giusto perché tu lo sappia, puoi acquistare Hotel: Ambient su CD, vinile o in formato MP3, oppure gustartelo gratuitamente (come da volontà dello stesso Moby) su piattaforme come Spotify o Soundcloud.

Buon ascolto.


P.S.: In realtà ho scritto questo post circa un mesetto fa. Nel frattempo Moby se n'è uscito anche con Long Ambients1: Calm. Sleep. Sempre di ambient si parla, ma per quello che ho potuto sentire è anche più intenso di Hotel: Ambient. Qui sotto puoi ascoltarlo per intero in un video di youtube, mentre qui (meraviglioso) puoi scaricare gratuitamente tutte le tracce con wetransfer direttamente dal sito di Moby.

 

4 commenti:

Jazz nel pomeriggio ha detto...

M'interessa la ambient non tanto come linguaggio musicale ma come «arredo sonoro» della vita, proprio come dice Moby, non autonomo e non intrusivo ma che modifica lo spazio.

Questo pezzo che mi hai fatto ascoltare mi sembra piacevole ma abbastanza indistinto – preciso che non conosco altro di questo artista; ma quando sento musica ambient mi sembra quasi tutta una copia difettiva dell'unico praticante di questo genere che secondo me si possa definire a pieno titolo un compositore, cioè Aphex Twin.

CyberLuke ha detto...

Non mi posso definire un vero fan di Moby, anche se una buona manciata di suoi pezzi trovano spazio sul mio iPod. Come tanti altri, l'ho scoperto con , non ho mai comprato un suo album ma qualche singolo su iTunes sì (Everyday It's 1989, Ooh Yeah, Lift Me Up, Extreme Ways).
Da quel poco che conosco di lui, mi è anche abbastanza simpatico, e sono contento del successo di cui gode e che gli permette, tra l'altro, di portare avanti progetti meno commerciali come questo.
È la musica ambient che ha scarsa presa su di me... comunque, ho ascoltato l'anteprima che hia pubblicato. ;)

CyberLuke ha detto...

*scoperto con Play. Era rimasto nella tastiera. ;D

LUIGI BICCO ha detto...

@ Marco:
La musica ambient di per sé non necessiterebbe di una struttura compositiva vera e propria. E il bello di certi lavori di Aphex Twin è proprio quello di aver cercato di imprimere quella struttura evitando di snaturare il concetto di ambient (con commistioni quasi obbligatorie con la musica elettronica). Altri che ci sono riusciti, a mio parere, sono Brian Eno (ma più che nella celebre serie "Music for Airport", in altre cose meno note come l'album "Small Craft on a Milk Sea") o il compositore Tycho (ma anche qui la musica elettronica si sovrappone prepotentemente all'ambient).

@ Luca:
Con "Play" TUTTI hanno scoperto Moby, all'epoca. Come dicevo nel post, fu un fulmine a ciel sereno, soprattutto per via del tipo di musica aggressiva ma "solare". In tal senso arrivavamo dai toni cupi dei Massive Attack o dei Portishead e non si credeva possibile un altro tipo di approccio a quel tipo di musica. Moby in questo è stato un piccolo pioniere. Forse prima di lui solo St Germain o i Pharcyde.

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