24.5.16

Fumetto "seriale" a gogò: orribili uffici, metafantascienza, assassini in oriente, rilanci un tot al chilo e agenti del fisco

DYLAN DOG #356 - La Macchina Umana
di A. Bilotta, F. De Tommaso

Di questo numero si è parlato parecchio in rete, come si trattasse di un gioiellino. Preso e letto, confermo quello che tutti sembrano aver dato per scontato, ovvero che Alessandro Bilotta scrive una delle sue storie più sentite per il personaggio (e dell'intero nuovo corso) e, più in generale, una storia che a differenza di tante altre lascia il segno, fa incazzare e riflettere. E non può essere altrimenti, visto che si comincia a parlare di lavoro e frustrazione e si finisce con concetti anche ben più ampi. Dylan Dog è impiegato presso un ufficio nel quale l’orrore è rappresentato dall’ordinaria, aberrante quotidianità, al servizio di una misteriosa multinazionale. E in un modo o nell'altro ti ci ritroverai anche tu, in quegli uffici. Se sei una persona molto fortunata, invece, la storia non ti sembrerà più speciale di altre.


Tante pacche sulle spalle pure a Fabrizio De Tommaso (autore delle cover di Morgan Lost) che qui al suo esordio ha ampiamente dimostrato di essere un giovine di belle speranze ma professionalmente gpiù che maturo.

NATHAN NEVER #300 - Altri Mondi
di B. Vigna, R. De Angelis

Non leggevo Nathan Never da più di un anno per via di una serie di tematiche poco affini alla fantascienza che piace a me. In occasione del 300° albo della serie regolare, invece, e ad un mese dai festeggiamenti per il 25° anniversario, Bepi Vigna scrive una storia con mordente e passione. Una storia che, ne sono sicuro, potrebbe non piacere al lettore "medio" della serie, ma che ha il merito di uscire per un attimo al di fuori dei soliti canoni per regalarci un aggraziato (e divertente) tentativo di fare metafumetto. E sai bene quanto ci piacciano le corse fuori dai binari. In pratica succede che un misterioso gruppetto di giovani hacker provoca un black-out che paralizza Città Est. Never e soci fanno irruzione nel covo di uno dei presunti terroristi ma durante lo scontro a fuoco l'hacker scompare nel nulla, mentre un innocente viene colpito a morte. Da qui parte il tentativo dell'agente Alfa di dimostrare la propria innocenza viaggiando nella "matrice" alla ricerca dell'hacker scomparso.


Storia molto godibile. Belli i riferimenti agli altri personaggi della casa editrice e bello pure il trattamento in bianco e nero di certe scene (visto che l'albo è a colori). E belli, ovviamente, i disegni di Roberto De Angelis (un po' penalizzati, forse, da una colorazione troppo "luminosa").
Un albo ispirato che si spera possa aprire un nuovo ciclo. Il periodo potrebbe essere quello giusto, visto che la stessa coppia creativa (Vigna e De Angelis) saranno di nuovo all'opera sulla miniserie di sei albi Nathan Never Anno Zero in edicola tra qualche giorno. Vedremo.

IL GRANDE DIABOLIK #39 - Destini Incrociati
di Gomboli, Faraci, Palumbo, Zaniboni

La versione quadrimestrale extra large di Diabolik è spesso meritevole di lettura. Ormai da anni, almeno qui, la Astorina cerca di sperimentare narrativamente soluzioni diverse, lasciando da parte orpelli, trucchetti e ammennicoli vari per concentrarsi, spesso, sui retroscena della vita privata (e passata) del protagonista e della sua gentil donzella. Vale la pena prendere di sicuro quelli disegnati dal grande Giuseppe Palumbo, anche solo per vederlo all'opera (che lavori sul fumetto "seriale" o meno, continuo a ritenere grandissimo il talento del disegnatore lucano).
In questo 39° albo della serie, la scoperta della morte di Raimondo Fraser scatena i ricordi di Diabolik ed Eva quando ai tempi del Deccan, in estremo oriente, uno era agli inizi della sua formazione da assassino silenzioso e l'altra una cantante da night club di sera e collaboratrice dei servizi segreti per il resto del tempo. Interessante la storia perché ipotizza che i due amanti, senza saperlo, si siano in realtà sfiorati anni prima del loro primo incontro ufficiale sul terzo albo della serie originale.


Certi misteri della fede, che io continuo a non comprendere (ma così è, se vi pare), vedono ben cinque autori all'opera con il soggetto di Mario Gomboli e Tito Faraci, la sceneggiatura firmata del solo Faraci e i disegni di Palumbo intervallati da tavole di collegamento realizzate da Sergio e Paolo Zaniboni. A parte questo, non male davvero.

The Amazing Spider-Man #1
di AA.VV.

Avrai notato anche tu che a partire dalla settimana scorsa sono finite in edicola le ennesime ripartenze Marvel targate Panini. Dopo il mega evento Secret Wars e la spaccatura dell'universo narrativo nelle mille terre indipendenti di Battleworld, come da consuetudine tutto finisce e riparte da zero. In questo primo numero della testata (che da qui torna ad essere quindicinale come ai bei vecchi tempi), ci trovi la serie regolare, Amazing Spider-Man, scritta sempre da Dan Slott e disegnata da Giuseppe Camuncoli. Se da una parte le premesse sembrano buone (Peter Parker ora è a capo delle Parker Industries prese di mira da una schiera di terroristi) dall'altra c'è il rischio di allontanare il personaggio dai valori che tanto piacevano al suo lettore medio (di un altro Tony Stark non se ne sentiva proprio il bisogno). Slott però riesce a scherzare sulla cosa e crea un buon background papabile per il futuro. Anche se, non me ne voglia nessuno, rimane imbarazzante l'invenzione della Spider-mobile che c'entra con il personaggio come Namor in elicottero. La pulizia del tratto di Camuncoli, invece, è sempre assai gradita.


A seguire trovi Spider-Man 2099. Peter David ai testi e Will Sliney ai disegni portano Miguel O'Hara nel nostro presente (dopo che un evento catastrofico che non conosco ha raso al suolo il suo mondo). Miguel, guascone e annoiato, comincia a lavorare per le Parker Industries ma allo stesso tempo vuole ricostruire il suo futuro per tornare a viverci.
In appendice, infine, due storie brevissime che dovrebbero introdurre alcuni dei futuri comprimari della testata: Spider-Woman (ora incinta ma con nessuna voglia di starsene seduta) e Miles Morales: Spider-Man (il giovane Uomo Ragno dell'universo Ultimate che ora fa parte di quello classico).
In generale è stata una lettura piacevole. Magari si continua, chissà.

Gli Straordinari X-Men #1
di AA.VV.

Anche gli X-Men ripartono da zero dopo eventi e tragedie che ho seguito poco. Ai testi ci trovi Jeff Lemire e ai disegni Humberto Ramos. A me Lemire piace, per carità, ma qui si capisce davvero poco e soprattutto ci ritroviamo per l'ennesima volta con gli Uomini X in piena ricostruzione nel tentativo di rimettersi in piedi. Ancora con situazioni e cliché nati oltre quarant'anni fa: il mutante è brutto e cattivo ("sparisci genoschifo", "vattene, mostro") e la gente li teme e li caccia come ai tempi delle streghe (solo che al posto di fiaccole e forconi adesso hanno torce elettriche e fucili). Adesso c'è pure il problema delle nebbie terrigene e degli Inumani che nascono come funghi, ma invece di allearsi con i mutanti, si temono l'un l'altro.
Ora. Io non voglio fare il serio parlando degli X-Men (Dio me ne scampi), ma sono davvero decenni che nessuno riesce a scalfire certi automatismi. Tizi in costume che sono cresciuti insieme e che tra di loro ancora si chiamano col nome di battaglia o ragazzini che vengono presi dallo schifo dopo aver scoperto di aver baciato una mutante, sviliscono non poco tutto il corpo narrativo e lo rendono vecchio. Forse è il caso di guardarsi un po' intorno.


Mutatis mutandis, sarebbe proprio il caso di dire. Ma quello che cambia invece è solo l'aspetto dei protagonisti (Colosso con la barba, Tempesta tornata al look punk, Wolverine redivivo ma vecchio e imbolsito). Per tutto il resto non cambia praticamente nulla. La cosa mi fa solo capire perché la run di Morrison all'epoca fu tanto acclamata o quanto ci abbia visto lungo Milligan su X-Statix. Addirittura potrei rivalutare il ciclo di Bendis, tòh.
Per dover di cronaca, in appendice trovi Uncanny X-Men con Magneto a capo di una stramba formazione di volti noti (Psylocke, Monet, Sabretooth e Arcangelo) che sullo stile di X-Force sono pronti ad aiutare, a modo loro, il regno mutante in pieno scompiglio.

I.R.$. vol. 3 - Corruzione 
di S. Desberg, B. Vrancken

Continua la corsa in volume della serie I.R.$. In questo terzo volume, che raccoglie i due albi originali Silicia Inc. e I Corruttori, l'agente Larry Max cerca di beccare in flagranza di reato per corruzione un vice sindaco californiano che purtroppo muore nel tentativo di fuggire. Frugando tra le sue tasche Larry trova solo un biglietto che riporta un nome misterioso: Silicia.
Allo stesso tempo un ex dittatore asiatico, ora esiliato in Francia, viene assassinato da probabili terroristi islamici. Questi due avvenimenti, tra loro senza un collegamento apparente, scaturiscono invece un intrigo internazionale a base di corruzione che porterà l'agente dell'IRS ad incontrare una killer astuta e crudele che da qui in avanti sarà riconosciuta come la sua letale nemesi.


Stephen Desberg sembra sciogliersi sempre un po' di più di volume in volume, così come Larry Max (un pochino meno inamidato) che qui arriverà ad uno dei nodi cruciali della sua vita editoriale: l'incontro e il tentativo di salvataggio di Gloria Paradise, la sensuale voce del telefono erotico a cui spesso Larry ha rivelato i propri pensieri più intimi.

5 commenti:

Luca Lorenzon ha detto...

Di questi ho preso solo I.R.$. Vedrai che col quarto Vrancken migliorerà ancora. Ut non lo segui?

LUIGI BICCO ha detto...

Il quarto volume di IRS non l'ho ancora preso, ma credo sia in edicola già da una decina di giorni. In generale comunque non mi sta dispiacendo affatto (e mai avrei pensato).
Come dicevo anche dalle tue parti, UT lo sto prendendo, ma per ora ho letto solo il primo episodio. Forse è il caso di leggerlo tutto in una volta. O forse no.

CyberLuke ha detto...

Letto il Dylan Dog. Concordo con te. Storia crudelissima e dai toni surreali.
Poi, ho letto il numero uno del nuovo Spiderman. Assolutamente ridicolo. Peter Parker capitano d'industria. Sì. Certo. Con la Ragnomobile. Sì. Certo. Già una retcon pesante come quella di One More Day non era stata accolta bene. Ma questa, poi, è... Ridicola, appunto.
Non vedevo davvero il bisogno di questo reboot (ho letto anche i numeri uno di Iron Man e Capitan America), ma la Marvel/Disney evidentemente sì. Negli ultimi anni, ho visto non so quante volte ricominciare tutte le testate dal numero uno, forse perché il numero 1 fa vendere di più. Lo trovo un trucchetto che può funzionare tot volte, ma non per sempre.
Nel mio caso, Marvel ha ampiamente rotto le palle.
Secret Wars è stato un reboot di troppo.
D'altra parte, io ho 52 anni, e questi fumetti non sono più pensati per me, ma per gente che non era ancora nata neanche quando facevo il militare. Forse piaceranno alle nuove generazioni. Per quanto mi riguarda, sono gli ultimi albi Marvel che ho comprato.

La firma cangiante ha detto...

Prese un paio di queste cosette, ovviamente ancora da leggere. Spero che da questa nuova Marvel qualcosa di interessante venga fuori, penso punterò su Devil e proverò i Vendicatori, poi si vedrà. Con I.R.$. sono fermo al secondo volume ma non mi sono pentito dell'acquisto, presi anche i due successivi. Vedremo...

PS: Liebster Award, eh già.

LUIGI BICCO ha detto...

@ Luca:
Che ti devo dire? Dan Slott sembra raccogliere pesanti critiche ma le sue serie vendono. Non so quanto possa durare questa nuova realtà, ma in effetti la trovo un tantinello assurda?
A livello commerciale capisco benissimo i continui reboot. E' la strada più facile per macinare qualche copia in più. Noi siamo l'esempio lampante. Non seguiamo regolarmente la Marvel, ma io ho già letto due di questi nuovi rilanci e tu tre. Questa roba funziona nel momento in cui ci attacchi di volta in volta la speranza che questa volta, finalmente, possa trattarsi di una roba interessante :)
E in effetti questi fumetti non sono pensati per te (o per me) ma nemmeno per i giovanissimi, credo. Se volessero rivolgersi anche a loro, dovrebbero fare un po' di pulizia com'è stato all'epoca per l'Ultimate Universe. Invece continuano a cambiare tutto, ma legando sempre e comunque il tutto ad anni e anni di continuity.
Boh. Io provo, poi se trovo qualcosa di interessante mi fermo. Altrimenti faccio ciao ciao con la manina come mi è capitato parecchie volte di fare in questi ultimi anni.

@ Dario:
Io speravo parecchio negli X-Men. Vero che è presto (è uscito solo il numero uno e poi manca ancora l'altro mensile), ma la partenza non mi sembra diversa da altre mille mila cose già lette su quelle pagine.
I.R.$. alla fine fa il suo sporco lavoro e lo fa bene. Mi è capitato spesso con alcune serie francesi di un certo respiro. Non gli daresti mai due lire, ma poi quando leggi non ti stacchi. Vai a capire :)
Liebster??? Vado a dare un occhio.

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