19.4.16

I miei 21 euro al Torino Comics


Mancavo da Torino Comics da almeno sei o sette anni. Mettermi in fila in code chilometriche sotto il sole non fa per me. Ci sono tornato domenica mattina e l'ho fatto solo per portarci mio figlio.
Gli ho fatto una sorpresa dicendogli che semplicemente andavamo ad una festa. Ha capito tutto quando siamo saliti in metro insieme ad un gruppo di cavalieri medievali e quando ci siamo messi in fila alle biglietterie dietro l'Uomo Ragno. Di gente ce n'era un botto (vane le mie speranze di fare un percorso tranquillo partendo di mattina presto), tanto che di code ne abbiamo dovute fare tre. Ma almeno ho dovuto sborsare i soldi solo per il mio ingresso (i bambini sotto i sei anni non pagano).

A parte Spider-Man, abbiamo visto cosplayer che vestivano i panni di Wolverine in canotta e sigaro, Robin e Raven (che Teo conosce come "Corvina" per via della serie animata Teen Titans Go), un Capitan America talmente pezzente da dargli due lire e una pacca sulle spalle, uno dei personaggi del videogame Bioshock (uno scafandro robotico curatissimo), i Ghostbusters (erano ovunque), Darth Vader, Kylo Ren e Catwoman in coppia con un Batman abbastanza gracilino che con poco entusiasmo ha sussurrato a Teo una roba del tipo "comportati bene, figliolo".
E una serie infinita di personaggi tratti da manga e anime. Ma non i classici. Roba che io che sono troppo vecchio, evidentemente, non ho riconosciuto manco per sbaglio (gente con l'occhio pesto e una bandana rossa o in kimono bianco e le garze avvolte sull'addome, boh).

Poi siamo entrati in una zona cosplayer sbagliata (per un bambino della sua età, mea culpa), ritrovandoci immersi nello scenario apocalittico di Resident Evil, con un vero autobus tra le macerie, un elicottero con le pale in movimento e laboratori con tanto di corpo su tavolo mortuario.

L'elicottero era carino, via.

Ovviamente sono riuscito a distrarre Teo giusto il tempo per impedirgli di vedere certe cose. Clamoroso il mio scarto improvviso di lato in modalità attenzione selettiva ("nuoooo! Teo, guarda lì, le armature di Iron Man"), quando mi sono accorto che c'era un coglionazzo davanti a noi che se ne andava tranquillamente in giro nei corridoi principali con una testa mozzata che gocciolava "sangue" per terra.

E le armature di Iron Man c'erano davvero, eh.

Ho fatto foto a Teo sotto il gonfiabile monumentale dei Ghostbusters, vicino alla statua di Batman, nel Tardis del Doctor Who. La cosa che gli è piaciuta di più, però, sono stati i mega diorami della Lego all-in-one all'ammisca francesca, ovvero che nello stesso diorama ci trovavi Gundam, Star Wars, i Ghostbusters (di nuovo???), i pompieri, il Tardis, astronavume vario, palazzine, super eroi e Scooby Doo.




Mi ha fatto poi un certo efffetto vedere dal vivo l'attore Robert Picardo (il Dottore olografico di Star Trek: Voyager) placidamente seduto ad uno stand aspettando che qualcuno pagasse dieci euro per un autografo (e magari anche un abbraccio), in una spledida mise giovane e con tanto di t-shirt del Doctor Who (che io ho trovano MOLTO divertente, ma che non avrà mancato di colpire alla sprovvista qualche trekkie più "rigido").
"Purtroppo", invece, non ho visto da nessuna parte l'attrice Kandyse McClure di Battlestar Galactica. Evvabbé.

Robert Picardo in tutto il suo placido splendore (scusa per la qualità orribile di queste foto,
ma avevo a disposizione solo il telefono, UNA mano e molta poca pazienza).

Io e Teo ci siamo divertiti, insomma. Ma ad un certo punto mi sono chiesto dove cazzo fossero finiti i fumetti. A parte qualche risicata bancarella dell'usato e qualche fumetteria più o meno nota, non mi sembra di aver visto editori a parte la Star Comics (con lo Star Shop) e le Edizioni BD. Nessuna novità, nessun disegnatore all'opera, nessuna presentazione (ho visto solo Moreno Burattini in conferenza che parlava a quattro gatti non so di cosa).
Io il salone l'ho girato in lungo e in largo, ma posso aver saltato qualche pezzo o magari la maggior parte delle cose belle c'è stata il giorno prima, di sabato. Sapevo che era abbastanza snobbato dall'editoria che conta, ma a vederlo così, di domenica mattina, il lato "fumetto" del Torino Comics era abbastanza tristanzuolo, insomma.

Tanta oggettistica, tanto cinema, tantissimi cosplayer, tantissimi videogame. Tra questi, un po' di fumetto. Avrei pure comprato qualcosa, ma non ho trovato niente di interessante. E non è che io abbia tutti questi gusti raffinati.
Quindi alla fine sai quanti fumetti mi sono portato a casa? Zero. Al nostro ritorno, mia moglie è rimasta a bocca aperta: "Nemmeno uno?", mi ha chiesto.

Qui Teo sembra già in età preadolescenziale, ma ti assicuro che ha solo quattro anni e mezzo.
Il gonfiabile, invece, non so quanti anni abbia, ma ce lo saremmo volentieri portato a casa.

Ho speso in tutto 21 euro: 13 per l'ingresso, 1,50 per un caffé macchiato freddo, 1,50 per un tronky per Teo e 5 euro per un pupazzetto di Wolverine che lui stesso si è scelto da un cesto di robe varie (che sembrava cosa brutta uscirsene senza una cosina tra le mani). E bòn. E' andata bene così. 

Nota a margine: avrei dovuto incontrare Cyberluke, ma alla fine è rimasto imbottigliato nel traffico cittadino e noi siamo andati via per pranzo. Mi avrebbe fatto piacere rivederlo, ma questa è la dura vita del cosplayer serio (credo fosse in mise trekkiana). Vabbé, dai, ci si rivede in un'altra occasione.

6 commenti:

Luca Lorenzon ha detto...

Torinocomics è stata la prima fiera dei fumetti a cui io sia mai stato, all'epoca avevo approfittato di un amico che faceva l'obiettore a Torino.
Dalle foto mi pare che sia cresciuta tantissimo rispetto a quella prima edizione, ma ovviamente la mancanza del lato comics è assai triste.

CyberLuke ha detto...

Sì, peccato che ci siamo "lisciati": con la maratona per Torino, ho trovato tutto bloccato, e sono arrivato praticamente quando voi ve n'eravate appena andati.
Ad ogni modo, condivido in gran parte le tue impressioni. Di fumetto, ormai, ce n'è rimasto poco. I soldi si fanno con i franchise: emblematico lo spazio dedicato, per dire, a Resident Evil.
E poi merchandise di ogni tipo: pupazzetti, spade, magliette, action figures, droni. Il fumetto resta il tema ispiratore, è vero, ma neanche sempre (cosa c'entrano i droni coi fumetti? E le spade?).
Forse io e te stiamo diventando obsoleti?

LUIGI BICCO ha detto...

@ Luca Lorenzon:
Tu sarai stato a Torino Comics all'epoca di Torino Esposizioni. Lo spazio era leggeremente più risicato, ma in effetti il fumetto aveva più spazio. Ricordo di aver partecipato ad un paio di edizioni come standista (davo una mano ad amici editori) e che nella stessa zona c'erano tutti, dai grandi marchi (Panini, Bonelli, Star Comics) ai piccoli indipendenti (Montego, Edizioni BD, Black Velvet). Altri tempi.

@ Cyberluke:
Purtroppo Torino città pecca spesso in organizzazione. In ogni caso mi sono chiesto anch'io cosa c'entrassero i droni, ma mi rendo conto che spinge ciò che vende di più. Non dico che sono contrario, ma semplicemente mi avrebbe fatto piacere vedere un po' più fumetto. Ma è anche questione di prestigio. A Lucca o Napoli, per dire, sarà anche peggio, in quanto ad oggettistica e affini, ma almeno il fumetto c'è eccome. Torino non ha di sicuro quella forza e di conseguenza viene snobbata da parecchi editori.
E confermo che si, noi SIAMO obsoleti, ma la cosa non dovrebbe essere un problema, in realtà :)

La firma cangiante ha detto...

La tendenza è questa già da qualche anno ormai. Io ci tornerò quando sarà più interessata Laura magari, negli ultimi tempi ho sempre optato per le due fiere fumetto di Piazza Madama.

LUIGI BICCO ha detto...

Mi sa che un salto a quelle di piazza Madama ce lo farò anch'io. Di sicuro ci troverò qualcosina di più interessante :)

numero verde vueling ha detto...
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