9.3.16

Le Sabbie di Marte di Arthur Clarke

Quando si parla di Sir Arthur Charles Clarke è sempre indispensabile una premessa. La sua è una fantascienza d'avanguardia, meticolosa e attenta soprattutto all'aspetto scientifico. Le storie di Clarke, anche quelle agli inizi della sua carriera (alla fine degli anni '40) non sono mai banali né hanno mai battuto percorsi facili. Forse anche per questo allo scrittore inglese è stato più volte criticato uno scarno approfondimento psicologico dei vari personaggi.
In buona parte è certamente cosa ingiusta. Clarke infatti scrive dell'uomo nell'accezione più pura del termine cercando di immaginare prima di tutto le grandi epoche che potrebbero proiettarlo nel futuro. Quelle della svolta, del cambiamento. Nel farlo si è notoriamente spinto più in là dei suoi colleghi, insomma, ma a dispetto delle sue storie, sempre rimanendo con i piedi ben piantati a terra.

Le Sabbie di Marte non fa eccezione. Nonostante sia una delle sue prime opere (fu pubblicata per la prima volta nel lontano 1951), in questo romanzo Clarke anticipa i temi importanti della colonizzazione "extraterrestre" e pone le basi per un certo standard che da quel momento in poi verrà assorbito a meraviglia dal genere letterario.
Non c'è posto per fronzoli o ammennicoli, né per avventurieri spaziali o viaggi nel tempo (a parte rari casi), ma solo per un rigore scientifico e una passione smisurata nella ricerca di possibili e realistiche risposte.


Martin Gibson, il protagonista del libro, è uno scrittore e un giornalista. L'editore per il quale lavora gli commissiona una serie di articoli sulla vita dei coloni del pianeta rosso e dopo essersi imbarcato sulla Ares, sbarca su Marte. Martin comincia così la sua personale indagine, che coinvolgerà tanto il Presidente di Marte quanto i semplici coloni, che lo porterà a capire perché nonostante le condizioni avverse, chi ha messo piede sul pianeta rosso difficilmente è poi tornato sulla Terra. Per tacere del fatto che ogni anno aumentano invece le richieste dei "terrestri" che vogliono trasferirsi su Marte.

In tutto questo c'è spazio per le relazioni con i suoi compagni di viaggio, con le alte cariche di Marte e con la comunità scientifica che sta cercando di migliorare la vita dei coloni in ottica futura. C'è un misterioso progetto su cui investigare (scoperta scientifica o mossa ostile verso una Terra che si è dimenticata dei coloni?) e la ricerca di una forma di vita marziana. E anche una parentesi "familiare" dove Martin ripercorrerà il proprio passato per poi incrociare i propri passi, contro tutti i calcoli delle probabilità, con quelli di un giovane di belle speranze.


Questo è Le Sabbie di Marte. Un romanzo semplice e intimo senza nessuna particolare velleità se non quella di raccontare, nel modo più semplice possibile, dubbi e timori dell'uomo alle soglie di una nuova era.
Gli stessi dubbi e gli stessi timori, e non è certo un caso, che provarono all'epoca i primi pionieri della frontiera nel lontano ovest americano.

Te ne avevo parlato un po' di tempo fa (QUI), perché Le Sabbie di Marte è stato il romanzo che ha inaugurato (a un anno appena dalla sua pubblicazione originale) la collana Urania in quel lontano 1952. Ed è stato ripubblicato otto mesi fa circa, in occasione del 150° numero della serie Urania Collezione. Oggi come allora è assurdo pensare che un romanzo così anticipatore rispetto a certe tematiche, sia stato scritto la bellezza di sessantacinque anni fa.


Da La sentinella (racconto dal quale Stanley Kubrick trasse il suo 2001: Odissea nello Spazio e al quale seguì una celebre quadrilogia pubblicata tra il 1968 e il 1997) a La Città e le Stelle (1956), da Le Guide del Tramonto (1953) a Le Fontane del Paradiso (1979), passando per il ciclo di Rama in quattro romanzi (1973-1993) e la nota raccolta di racconti Spedizione di Soccorso, Arthur Charles Clarke è stato autore di indiscussa fama che ha donato al genere sci-fi alcune delle migliori opere letterarie tuttora in circolazione, anticipando i temi moderni del viaggio e dell'esplorazione spaziale.

3 commenti:

La firma cangiante ha detto...

Quest'anno sto facendo fatica a leggere, la testa non c'è, ho iniziato due libri e ancora non ne ho finito nemmeno uno, e uno è un po' una cagatina. Però un po' di fantascienza vorrei riprenderla, di Clarke, ma forse te l'avevo già detto, ho in casa Spedizione di soccorso. L'hai letto?

LUIGI BICCO ha detto...

Spedizione di Soccorso ce l'ho, ma non l'ho ancora letto. Dicono sia una delle più belle raccolte di racconti di Clarke. Magari se sei in un periodo di "stanca" potresti provare a leggerla, visto che si tratta appunto di racconti brevi. Io prima di quella, però, devo far fuori la sua trilogia di Rama (sono anni che mi dico di doverla leggere).

Contatti groupalia ha detto...
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