Sono passati circa trent'anni da quando il desktop computer ha rivoluzionato il modo di fare graphic design. Per decenni questo lavoro è stato affidato a lavoratori operosi e creativi che dovevano ingegnarsi potendo contare solo sull'aiuto di testa e mani. Prima insomma che le "macchine", oggi alla portata di tutti, cambiassero il concetto stesso di questa industria.
Il documentario Graphic Means, attualmente in lavorazione, esplorerà la produzione grafica a partire dagli anni '50, attraverso la composizione manuale con forbici, nastro adesivo, matite, righelli e trasferibili, per arrivare ai giorni nostri dove tutto inizia davanti un monitor e finisce in un file PDF.
Personalmente non sono un nostalgico di Letraset, tiralinee, penne e calamaio, ma ritengo questo "film" un documento fondamentale per capire come si è evoluto questo mondo. Un progetto, insomma, che non dovrebbe certo mancare di appassionare chiunque abbia a che fare, oggi, con Photoshop, Illustrator e company.
Oltre al trailer che trovi in coda al post, QUI trovi il sito ufficiale dedicato al documentario e QUI una meravigliosa galleria su Instagram.
5 commenti:
Da qualche parte dovrei avere ancora delle lettere trasferibili e dei retini... che nostalgia.
Qualche foglio di Letraset deve essere sopravvissuto, in qualche cassetto. E i retini... quanti ricordi con i retini puntinati quando disegnavo fumetti. 22/23 anni fa, cifra tonda.
Evvabbé.
millemila fogli di lucidi sovrapposti coi vari lettering, alcuni anche fatti a mano a china... quando ho iniziato era gia' morente il mondo degli "esecutivisti", ma per 5 anni di studi non ho fatto altro che tribolare con retini, trasferibili, pennelli, aerografo e matite.
credo pero' che la nostra generazione, l'ultima che ha avuto a che fare con questo tipo di strumenti, sia l'unica che fa fare al computer cio' che ha in testa, usandolo solo come strumento, e non come "dai, vediamo come viene".
perche' all'epoca, o progettavi come si deve prima di "fare", oppure non esisteva ctrl+z o il duplica.
Mah, non saprei dirti. Ho visto "giovanotti" che hanno tanta progettualità (anche se parte da una base esclusivamente "virtuale") e vecchiacci della vecchia guardia che non hanno un minimo di sentore per la cosa. Gran parte dei creativi di alto lignaggio (quelli che imperversano nelle grosse agenzie facendo scarabocchi sui post it e dicendo agli altri cosa fare) appartiene naturalmente alla seconda categoria e si distinguono (quando si distinguono) esclusivamente dalle buone idee applicabili commercialmente.
Questo per dire non so cosa, ma suonava bene :)
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